Progetto canapa Tuscania: aspetti normativi ed economici della coltivazione

Canapa economia e politica //
SEMINA-5-MAGGIO_small-2-Continua l’attività dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle di Tuscania nel tentativo di rilanciare l’economia locale anche grazie alla canapa. I promotori  affrontano un tema principale, molto importante e caro agli agricoltori soprattutto in questo periodo in cui la crisi economica ha determinato un crollo dei prezzi delle produzioni agricole: il ricavo economico della coltivazione della canapa.
Dopo aver infatti spiegato in linea generica gli utilizzi e le potenzialità di questa coltura, l’obbiettivo è quello di soffermarsi sulla remunerazione di tale coltivazione, sulla sua buona redditività e sulle conseguenti possibilità di sviluppo, aspetti che li hanno convinti della bontà del progetto.
La coltivazione dalla canapa è regolata da un quadro normativo europeo completo (Reg.CE n.1234 del 2007 e Reg. CE 73/2009) che punta sia all’incentivazione della coltivazione che della prima trasformazione e della lavorazione che ne sussegue. Tali direttive europee sono state recepite dall’Italia tramite ulteriori circolari che tendono a stimolare lo sviluppo di questa coltura.
Per fare le nostre osservazioni ci siamo avvalsi di conti economici redatti dall’associazione Assocanapa che si occupa di promuovere, tutelare e diffondere la coltivazione della canapa ed il suo impiego nei vari settori produttivi. È grazie a questa associazione se la canapicoltura sta riprendendo forza anche in Italia, infatti attualmente si occupa della vendita del seme e del ritiro della produzione assistendo gratuitamente gli agricoltori in ogni passo da compiere.
Dal conto economico che potete visionare per intero (qui), si può tranquillamente notare come i costi di produzione siano inferiori rispetto alle medie di altre produzioni. Di fatto, come abbiamo già detto nel precedente articolo, vengono abbattuti i costi di irrigazione, concimazione e diserbo apportando così benessere oltre che al portafoglio dell’agricoltore anche all’ambiente che ci circonda. A fronte delle spese per la semina e la raccolta, i ricavi netti derivanti dalla vendita al centro di prima trasformazione si aggirano sui 600/1.000 € per ettaro, ovviamente in base alla resa della coltivazione. Nello studio illustrato si fa riferimento a rese medie ragionevoli, confermate da agricoltori provetti di diverse regioni italiane, che tra l’altro non considerano:
  •     il contributo PAC che attualmente  è pari al sostegno per i cereali (varia da un minimo di € 250 ad un massimo di € 400 per ettaro)
  •    l’eventuale indennità di stoccaggio nel caso di consegna posticipata nel tempo
  •     l’eventuale ricavo dalla raccolta e vendita del seme e delle foglie

Ricavi maggiori possono essere conseguiti eseguendo in proprio la prima trasformazione tramite incentivi europei creati ad hoc per essa (potete vedere un grafico qui). Il tutto ricordando sempre che la canapicoltura impegna il terreno 4-4,5 mesi all’anno restituendolo notevolmente più ricco e in grado di incrementare la produzione delle coltivazioni seguenti. Assocanapa, per verificare tali dati e l’effettiva resa sul proprio terreno, suggerisce di sperimentare la coltura per un anno e per un ettaro.

Fonte: Tuscania5stelle.blogspot.fr

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