I nativi americani “alla scoperta” della canapa industriale

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Red lake Tribal Council

Nemmeno i nativi americani sono rimasti indifferenti alla riscoperta della canapa industriale negli Stati Uniti. Se il paradosso moderno legato a questa pianta vuole che oggi ci siano paesi come il Colorado, in cui è possibile coltivare e vendere canapa a scopo ricreativo, ma non ancora legale la coltivazione di canapa per uso industriale (con THC inferiore allo 0,2%) è una situazione che è destinata a durare poco, visto che nel Farm Bill del 2014 Obama ha autorizzato le prime aziende e università a coltivare canapa a scopo di ricerca e sperimentazione.

L’idea è che oltreoceano stiano studiando le mosse migliori per irrompere sul mercato e farne un business a stelle e strisce, mentre da noi, che siamo stati tra i maggiori produttori mondiali e dove la canapa si può coltivare dal 1998, si sta ancora discutendo su come riattivare una filiera moderna di produzione.

In tutto questo i nativi americano hanno deciso di non farsi trovare impreparati. Di recente infatti una delibera del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha sancito che i territori autonomi dei nativi d’America (le cosiddette riserve indiane) potranno coltivare e vendere cannabis all’interno delle loro giurisdizioni, questo anche nel caso si trovino all’interno di stati nei quali la cannabis non è legale. Per quello che riguarda l’uso ricreativo, come spiega Dolce Vita, “già da ora stanno emergendo delle prese di posizione contrarie tra le riserve più tradizionaliste, che temono che una legalizzazione della cannabis solo nelle riserve possa contribuire a trasformarle ulterirmente in un parco giochi ad uso dei turisti americani”.

welcometoredlakesignDiversa la posizione sulla coltivazione per utilizzo medico e industriale. I nativi americani ne hanno infatti discusso il 13 gennaio durante il Red Lake Tribal Council, l’incontro mensile di tutti i gruppi tribali. Diversi consiglieri e membri hanno convenuto che non avevano abbastanza informazioni sulla questione, motivo per cui è stato deciso all’unanimità di fare degli studi di fattibilità che riferiscano i risultati direttamente al consiglio. Lo scopo è quello di valutare al meglio quali tipi di aziende e prodotti potrebbero generare lavoro all’interno di un territorio come quello delle riserve. Inoltre sono previsti degli incontri per tutto il mese di febbraio per capire con le varie tribù potrebbero sfruttare la pianta di canapa.

“Quasi nessuno sostiene un uso ricreativo di marijuana, in pochi quello terapeutico e molti quello agricolo e industriale”, ha spiegato Michael Meuers, il rappresentante delle pubbliche relazioni del concilio, “ad ogni modo alla fine saranno gli elettori a decidere con un referendum”.

Redazione Canapaindustriale.it

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