Cannabis light alla Camera dei deputati: “Il mercato c’è, regolamentiamolo”

Canapa economia e politica //

“Sono passati nove mesi dall’innesco del progetto EasyJoint che ha portato a conseguenze fino a prima inimmaginabili”. Sono le parole con cui Luca Marola, ideatore del brand di infiorescenze di canapa industriale, ha introdotto la conferenza alla Camera dei deputati che si è tenuta ieri.

Alla presenza di una delegazione di parlamentari di M5S, PD, LEU e +EU è stato presentato e consegnato un dossier su quello che è successo dall’esplosione del fenomeno, oltre alle regole adottate dai produttori stessi per garantire la tracciabilità del prodotto e la salubrità per il consumatore.

“La finalità ultima era far sì che una buona legge, quella sulla canapa industriale approvata nel 2016, possa diventare un’ottima legge in grado davvero di proteggere e promuovere l’intera filiera italiana – ha continuato Marola – mettendo tutti davanti al fatto che esiste un mercato e servono delle regole, che è il motivo principale per cui siamo qui oggi a spiegare il piano di autoregolamentazione che stiamo adottando per poi regalarlo al decisore”.

L’avvocato Giacomo Bulleri, che ha guidato un pool di avvocati che hanno collaborato al progetto, si è soffermato sul profilo giuridico spiegando che essendo una normativa “giovane” è normale che vada integrata col tempo ed un codice di autodisciplina può essere il mezzo adatto per contribuire allo scopo.
“La certezza del diritto è fondamentale per favorire gli investimenti, per chiarire gli equivoci interpretativi e culturali”, ha continuato l’avvocato spiegando che “è necessario fare il passo successivo, dopo questo passo fatto per tutelare il made in Italy stesso è necessario coinvolgere le associazioni di categoria, che sono il soggetto che deve interloquire con le istituzioni, per far sì che siano chiariti gli aspetti su infiorescenze, estrazioni e florovivaismo”.

ConfAgricoltura, nelle parole del direttore Area sviluppo sostenibile ed innovazione Donato Rotundo, “Ha accolto con entusiasmo e con ‘necessità’ questo lavoro da portare avanti insieme con EasyJoint. Negli ultimi mesi e nelle ultime settimane siamo stati contattati da moltissimi agricoltori e nel 2018 avremo 700 aziende in più che coltiveranno canapa in Italia”.
Secondo Rotundo la legge del 2016 è arrivata nel momento giusto dando stimolo e accelerando la crescita. “E’ estremamente importante questa iniziativa che parte dal basso. iniziamo noi ad autocontrollare tutte le parti della filiera rispondendo ad una piccola lacuna della legge”. I temi importanti sulla canapa secondo Rotondo sono però il fatto che la canapa “rappresenta la biomassa a cascata perché è economia circolare pura. Ci aiuta a rispondere esigenze come rinnovo dei terreni e consumo di suolo: la canapa fa parte di un gruppo di risposte che noi vorremmo dare all’agricoltura”.
Viste le sue capacità di rinnovo che permette condizioni ideali nel terreno per colture successive, “stiamo ripristinando nuove rotazioni e sinergie con le leguminose”.
L’ottimismo di Rotundo si spinge a dire che “se risolviamo una serie di problematiche tra qualche anno si potrà raggiungere la soglia che producevamo ad inizio secolo e cioè 120mila ettari”.

La conferenza è stata chiusa da Rachele Invernizzi, vicepresidente di Federcanapa, che ha spiegato come l’infiorescenza vada “normata, non demonizzata, non deve far paura a nessuno, fa parte di un fenomeno che abbiamo sostenuto fino ad oggi, bisogna che il governo si impegni ad aiutarci perché serve supporto”.

Po si è soffermata su una grande problematica per la canapa italiana: “Non abbiamo seme italiano, siamo del vittime monopolio francese che non hanno mai smesso di coltivare canapa. Abbiamo bisogno di cooperative che producano il seme, non di privati, perché deve essere un interesse di tutto il paesei. Noi facciamo entrare in Italia sia come infiorescenze sia come prodotti di canapa, un sacco di prodotti esteri che magari non rispettano nemmeno le nostre direttive, sfavorendo i nostri produttori. I due maggiori produttori mondiali ad oggi sono il Canada e la Cina, molto forti su seme e olio; non vogliamo chiudere i mercati ma favorire la nostra produzione”.

Infine ha concluso ricordando che “L’infiorescenza non è solo cannabis light ma anche alimentare e medica per estrazione di CBD; chiedo a nome di Federcanapa di porre riguardo nel voler legiferare su questa parte della pianta e favorire tutto il mercato della canapa industriale per tornare ai livelli produttivi che ci competono”.

Mario Catania

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