THC negli alimenti di canapa: la bozza del Ministero fa discutere

Canapa alimentare //


Il ministero della Salute, insieme a quello dello Sviluppo economico, ha presentato la bozza per definire il limite del quantitativo di THC che dovrebbe essere presente nei derivati alimentari della canapa. Si tratta di un provvedimento molto atteso, che in teoria sarebbe dovuto arrivare entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge nazionale che regola la canapa industriale.

La bozza arriva dunque in ritardo, visto che la legge è ormai effettiva dal gennaio del 2017, e sta già facendo parecchio discutere gli operatori del settore.

Secondo la bozza di decreto del “Regolamento recante limiti di tetraidrocannabinolo (THC) negli alimenti” i limiti sono i seguenti:
Per i semi di canapa e la farina che si ricava dallo scarto della loro spremitura, il limite sarebbe quello di 2 milligrammi per chilogrammo.
Per l’olio di canapa ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi, il limite sarebbe di 5 milligrammi per chilogrammo.
Per gli integratori contenenti alimenti derivati dalla canapa il limite immaginato è di 2 milligrammi per chilogrammo.

A fine 2017, quando era circolata tra gli addetti del settore una prima bozza del provvedimento, le reazioni erano state tra il deluso e l’incredulo visto che le soglie previste erano molto basse, ed erano le stesse che vengono riportate in questa nuova bozza.

“Abbiamo mandato delle osservazioni al ministero della Salute”, ci aveva raccontato il presidente di Federcanapa Beppe Croce, spiegando che: “Secondo noi la cosa più preoccupante è il limite previsto per l’olio derivato dalla spremitura dei semi, che è il prodotto principale della filiera alimentare. Il limite che è stato posto per l’olio è come quello tedesco di 5 milligrammi per chilogrammo che è il più restrittivo. Rispetto al Canada o alla Svizzera sono limiti molto rigidi. Il problema è che soprattutto nei nostri climi, con le estati siccitose come quelle degli ultimi anni ed utilizzando le nostre varietà, abbiamo un rischio molto elevato di superare questo limite, oltretutto poco rilevabile dagli strumenti di rilevazione. La nostra raccomandazione è quello di portarlo almeno a 10 milligrammi per chilogrammo come propone l’EIHA”.

Il riferimento è alle linee guida pubblicate proprio in questi giorni dall’European Industrial Hemp Association, che sottolinea come i limiti tedeschi siano troppo rigidi e che tenendo conto anche della posizione dell’EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) il limite accettabile sarebbe quello di 10 milligrammi di THC per chilogrammo.

Altra problematica che si ripete è il fatto che non vengano citate le tisane e le bevande aromatizzate (ad esempio la birra, ndr), previste nella legislazione tedesca ed in una vecchia circolare dell’Unione Europea”. Il riferimento è al fatto che la nuova bozza nel descrivere gli alimenti derivati dalla canapa cita solo “semi, farina ottenuta dai semi, olio ottenuto dai semi”, spiegando che per alimenti diversi è prevista l’applicazione dell’articolo 2 del regolamento (CE) 1881/2006.  Nemmeno questa volta vengono quindi citate le infiorescenze che non erano state normate nemmeno nelle legge nazionale. “I nostri ministeri fanno finta che le infiorescenze non esistano”, aveva puntualizzato Croce spiegando che: “Sarebbe più salutare per tutti riconoscere e regolamentare l’uso delle infiorescenze in ambito alimentare”.

Mario Catania

Altri articoli che potrebbero interessarti...