Con i circa 200 ettari coltivati a canapa per uso industriale, il 2013 farà segnare un più 1300% rispetto all’anno passato. Certo sono poca cosa se paragonati ai 9mila coltivati in Francia o ai 2mila in Inghilterra. Resta però un grande passo nel recuperare un’importante tradizione industriale del nostro Paese. La proiezione dei dati è stata elaborata da Equilibrium, una delle aziende principali del nuovo settore, che è la prima azienda – e fino ad ora l’unica – a commercializzare in Italia due prodotti realizzati da biocompositi in canapa e calce, Natural Beton e Biomattone, sviluppati anche grazie alla collaborazione con Assocanapa. Il risultato inoltre sarà quello di passare da 43 a 600 tonnellate di CO2 sequestrata nelle abitazioni. “In realtà non basta mai – racconta Daniele Lombardo di Equilibrium – non è bastata l’anno scorso e non basterà nemmeno quest’anno, speriamo di averne a sufficienza nel 2014”.
“Grazie all’utilizzo di innovative macchine spruzzatrici abbiamo creato un nuovo modo di costruire – racconta invece Paolo Ronchetti di Equilibrium – questo modello, per cui è stato coniato il termine Neoedilizia, è in grado di rispondere alle esigenze di costruzione industriale, come la realizzazione di biovillaggi, cinema multisala o condomini. E i dati di produzione della canapa dimostrano il salto di qualità fatto, non solo da parte nostra, ma dal mercato, che è sempre più attratto da un materiale che è il vero futuro del settore”.
Ma davvero è possibile pensare a un sorpasso della canapa rispetto al cemento? Evidentemente sì, come dimostrano anche gli studi di settore. Basta pensare a quanto emerso nell’ultima edizione di Klimahouse, la rassegna dedicata all’efficienza energetica: nel corso del recente convegno di Bolzano, è stato evidenziato che la canapa potrebbe sostituire il cemento e permettere una riduzione del consumo di acqua fino al 90%.