Quattro donne per il ritorno della canapa in Val di Susa

Canapicoltura //

testata_rea“Abbiamo aderito molto volentieri alla richiesta, da parte dell’associazione CanapaValleSusa, di coltivare la canapa presso il Giardino Botanico“. Liliana Quaranta del giardino botanico Rea a Trana, in Val di Susa, racconta così il progetto di coltivazione di canapa che è stato avviato insieme all’associazione CanapaValleSusa. L’accordo è stato firmato a fine aprile e le sementi sono già state consegnate.

“Il Giardino Botanico nell’ambito di un suo progetto interno di miglioramento e ampliamento delle attività, botaniche, divulgative, didattiche, turistiche ed economiche, si è posto lo scopo di avvicinarsi e collaborare con le associazioni locali che sviluppano attività connesse al territorio, ambiente, agricoltura e cultura”, è l’opinione di Liliana Quaranta, che prosegue spiegando che: “Abbiamo aderito molto volentieri alla richiesta, da parte dell’Associazione CanapaValleSusa, di coltivare la Cannabis sativa presso il Giardino Botanico. A tale scopo è stata individuata una piccola parcella (2×2 m) dell’aiuola F17 dedicata alle piante aromatiche e officinali annue e biennali. Da parte nostra avremo la possibilità di divulgare la conoscenza della pianta e delle sue antiche tradizioni, degli scopi ed obiettivi dell’Associazione presso i nostri visitatori”.

Carlo Guerra, Cascina Pogolotti

Carlo Guerra, Cascina Pogolotti

Ma questo è solo uno dei progetti dell’associazione, che sta provando a ripristinare una filiera della canapa nella zona. Come raccontato da Caterina Grignani su Futura News, “passione è la parola chiave dell’associazione. Insieme a Katia ci sono Cristina Bolle, titolare di un’azienda agricola e tessitrice di lana. Poi Paola Molino “che ha creduto da subito nel progetto, da quando era solo un’idea abbozzata in un disegno dietro ad una tovaglietta di un ristorante” come ricorda Katia. E a completare la squadra Michela Gambaiani. Non è affar semplice, la canapa, perché oggi in pochi conoscono i procedimenti per coltivarla, tesserla o utilizzarla in vario modo.

Oggi l’associazione si propone di interessare le persone, anzi di “farle appassionare”, per formare e recuperare un’abilità perduta. In Valle Susa si coltivava molto, ci sono delle macine simili a quelle per la farina per lavorare la fibra, oggi visibili negli ecomusei del territorio. Mentre la tessitura avveniva in Valle Sangone. E poi c’è l’obiettivo di creare posti di lavoro “certo si tratterebbe di 10 o 20 posti ma sarebbe l’inizio di un’importante inversione di tendenza”, spiega Katia. L’Associazione spazia dalla filiera tessile, a quella alimentare, fino alla bioedilizia. Tanti progetti per i tanti impieghi possibili della canapa. Adesso ci si prepara per un bando regionale da vincere, con il supporto dell’Aiab – ente di ricerca piemontese – per coltivare e produrre farina. “Chissà che a novembre la farina valsusina non sia già sui banchetti dei produttori”.

Intanto, sempre grazie all’associazione, il 2 aprile c’è stata la prima emozionante giornata della semina della canapa nei terrazzamenti della Cascina Pogolotti, nell’azienda agricola di Carlo Guerra.

Redazione Canapaindustriale.it

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