Nel settore della canapa industriale, EnviroTextiles è un’azienda con sede in Colorado fondata e presieduta da una donna italiana, Barbara Filippone.
In questo articolo abbiamo parlato dei tessuti di canapa con proprietà antibatteriche prodotti da quest’azienda. Vediamo ora quali sono le caratteristiche biochimiche della cannabis sativa che ne permettono le applicazioni antibatteriche e antifungine. Per far questo sintetizziamo uno studio congiunto del Dipartimento di Scienze Chimiche, Alimentari, Farmaceutiche e Farmacologiche dell’Università del Piemonte Orientale, del Consorzio per lo Studio dei Metaboliti Secondari di Cagliari e della School of Pharmacy dell’Università di Londra. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Natural Products, rivista di chimica delle sostanze organiche naturali edita dalla American Society of Pharmacognosy e dalla American Chemical Society. Il suo titolo è Antibacterial Cannabinoids from Cannabis sativa: A Structure-Activity Study. Il materiale per le sperimentazioni è stato fornito dal CRA-CIN, Centro di Ricerca per le Colture Industriali di Rovigo.
Questa ricerca offre prove che i cannabinoidi presenti nella fibra di canapa riducono la biodisponibilità cellulare aumentando l’impermeabilità della membrana delle cellule stesse. Come risultato, i cannabinoidi evitano la formazione di substrati utili ai più comuni meccanismi chimici di resistenza ai normali agenti antibatteriologici. Questa proprietà biochimica rende le fibre delle varietà industriali di canapa sativa utili per la realizzazione di supporti antibatterici, come ad esempio i tessuti speciali per utilizzi ospedalieri.
L’alta concentrazione di cannabinoidi non psicoattivi in molte varietà di cannabis sativa rende facilmente disponibili agenti antibatterici in grado di fronteggiare la resistenza ai farmaci dello Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) e di altri batteri patogeni. La scoperta di questa azione dei cannabinoidi è molto importante in un momento in cui il batterio MRSA si sta rapidamente espandendo e sta causando nei soli Stati Uniti più vittime dell’AIDS. Nello stesso studio i ricercatori prevedono nuove ricerche per valutare l’efficacia dei cannabinoidi nella riduzione dell’attacco alla pelle umana da parte dello Stafilococco MRSA, che sta oggi sviluppando una resistenza all’antibiotico Mupirocin finora considerato il farmaco standard utilizzato per questa patologia.
Un’ulteriore conseguenza delle ricerche sulle proprietà antibatteriche dei cannabinoidi presenti nella canapa è la possibilità di realizzare cosmetici e prodotti per l’igiene personale privi di conservanti e antibatterici sintetici. Questi ultimi vengono oggi considerati potenzialmente dannosi per l’ambiente e per la salute, mentre una mistura semipurificata di cannabinoidi risulterebbe sicura, efficace, economica e biodegradabile.
Stefano Mariani