Un altro passo avanti sulle applicazioni della canapa alle tecnologie di bonifica e disinquinamento dei suoli e delle acque. In questo articolo sul fitorisanamento abbiamo parlato degli esperimenti di coltivazione per depurare il suolo in Puglia, delle possibilità in Campania nella terra dei fuochi, ma anche dei progetti a Porto Marghera, in Polonia e a Chernobyl. Appare chiaro che le caratteristiche biochimiche della canapa risultano efficaci in differenti ambiti di recupero ambientale.
Un recente studio dimostra la capacità di rimozione dell’inquinamento da cromo nelle acque da parte di un materiale composito derivato dagli scarti di lavorazione della canapa. La ricerca è stata condotta da tre centri cinesi: lo State Key Laboratory of Chemical Resource Engineering, il Key Laboratory of Electrochemical Process and Technology for Materials, e la University of Chemical Technology di Pechino. Obiettivo era la preparazione di un materiale in carbonio, solfuro di ferro e ferro utile per l’eliminazione del cromo dalle acque reflue industriali. Concetto guida era il “waste treat waste”: i rifiuti di un processo industriale vengono utilizzati per ridurre l’inquinamento derivato da un altro processo.
I ricercatori cinesi hanno sviluppato un metodo rapido per produrre questo materiale composito utilizzando steli di canapa industriale come elementi precursori da sottoporre a carbonizzazione. L’esperimento si è svolto in un’atmosfera riduttiva nella quale la biomassa che non viene completamente consumata dal calore si decompone in nanoparticelle di ferro/solfuro di ferro incapsulate in una matrice di carbonio. Questo sistema di produzione del composito C/FeS/Fe risulta più semplice rispetto ai metodi tradizionali.
Il nuovo materiale ha provato eccellenti capacità di rimozione del cromo dalle acque grazie alla sinergia fra la capacità assorbente dovuta alla grande superficie del carbonio e l’attività di riduzione chimica dovuta al composito solfuro di ferro/ferro, in particolare in ambienti acidi.
Stefano Mariani