Il Kentucky Department of Agriculture ha autorizzato cinque università alla coltivazione e allo studio della canapa industriale. Il campo della Hutson School of Agriculture è oggi il primo a dare i frutti. Il raccolto verrà analizzato da studenti e ricercatori dell’università, in particolare dal punto di vista della capacità di produzione di biomassa. In un territorio come quello della campagna americana la produzione autonoma di energia risulta conveniente e quasi indispensabile. Gli impianti per biomassa all’interno delle fattorie stanno aumentando e la canapa può assumere un nuovo ruolo fra le fonti di energia rinnovabile.
Fra le università impegnate nei nuovi progetti per la canapa industriale si trova la University of Kentucky e la University of Louisville, ciascuna specializzata in un diverso settore di ricerca. Il Kentucky vuole tornare ad essere il principale produttore di canapa industriale degli Stati Uniti, ricomparsa nei campi dopo il Farm Bill firmato da Obama in Febbraio 2014 e fortemente appoggiato da parlamentari di questo Stato. A causa del proibizionismo, la produzione di canapa industriale negli Stati Uniti è attualmente irrisoria rispetto ai bisogni attuali e potenziali. Nonostante la nuova legge, il Kentucky Department of Agriculture ha dovuto intentare e vincere una causa con la DEA, che in maggio aveva sequestrato una grande quantità di semi di canapa industriale destinata ad agricoltori autorizzati.
Nell’enorme produzione agricola del Kentucky, la canapa non potrà che ricoprire un posto secondario, ma il governo locale e le aziende agricole vedono interessanti potenzialità nell’industria locale delle costruzioni, oltre che nella biomassa. Le università cominciano oggi la sperimentazione su varietà cresciute nello Stato, ma gli agricoltori si trovano in mezzo ai conflitti fra livelli legislativi e autorità di controllo. Al momento il sequestro di semi e la legge che ancora limita la coltivazione a pochi campi sperimentali hanno contenuto le coltivazioni del 2014 a soli 15 acri (6 ettari). I controlli sulle piante hanno però confermato le aspettative: territorio e clima si prestano perfettamente a questa coltivazione, anche se gli agricoltori lamentano una scarsa conoscenza delle varietà e dei metodi di coltivazione, che porta incognite sulla reale profittabilità del raccolto.
Secondo Eric Steenstra, president of Vote Hemp, le leggi federali per il commercio di semi hanno impedito la semina a un buon numero di agricoltori del Kentucky e di numerosi dei 15 Stati che finora hanno avviato programmi per la canapa industriale. È intanto cominciata una nuova possibile competizione fra gli Stati americani: la capacità dei legislatori locali nell’incentivare la coltura di canapa determinerà le scelte degli investitori in nuovi impianti di trasformazione e quindi la possibilità di entrare per primi in un nuovo mercato. Anche nel mercato “Hemp” il Colorado guida la carovana dei coltivatori visto che oltre alle 76 licenze di coltivazione per cannabis medica si sommano le 56 nuove aziende della canapa industriale.
Stefano Mariani