Attorno ai materiali da costruzione naturali si può e si deve sviluppare una nuova edilizia, più in sintonia con l’uomo e attenta all’ambiente. Nel Regno Unito l’Università di Bath guida la ricerca sperimentale sui materiali sostenibili e Mike Lawrence è il ricercatore che dirige il Building Research Park, il centro di ricerca sulle costruzioni sostenibili. In un recente articolo sul Guardian, Lawrence esorta il governo e l’industria edile britannica a considerare con più attenzione i vantaggi economici e ambientali dei materiali da costruzione naturali e rinnovabili in sostituzione di acciaio e materiali plastici.
Il contributo delle costruzioni in materiali vegetali alla salvaguardia ambientale deriva essenzialmente dalla capacità di non immettere, ma di “sequestrare”, biossido di carbonio. Per vivere, le piante convertono CO2 e acqua negli idrocarburi di cui esse sono costituite. Questo componente inquinante viene sequestrato all’atmosfera e fissato nei tessuti delle piante. La canapa è un’ottima fissatrice di CO2. Al netto delle emissioni di trasporto e lavorazione, un metro quadro di muratura in canapa e calce ha sequestrato all’aria 35 kilogrammi di biossido di carbonio.
Nell’utilizzo come isolanti termici canapa e calce offrono ottime alternative ai materiali sintetici, con prestazioni termodinamiche superiori, come abbiamo visto nella nostra intervista ai progettisti di una Villa a Pisa costruita con struttura in legno e muri di tamponamento in canapa calce Natural Beton. Mike Lawrence definisce questi materiali come “vapour active”, cioè in grado di assorbire e rilasciare vapore acqueo creando un effetto tampone nei confronti delle variazioni di umidità e di temperatura dell’aria. Questo è dovuto alle microscopiche porosità della fibra di canapa, che trattengono l’aria e permettono di ottenere condizioni climatiche stabili e confortevoli all’interno delle abitazioni.
Secondo Lawrence (nella foto a sinistra), i materiali da costruzione in fibra di canapa si adattano perfettamente ai criteri costruttivi definiti dagli standard Passivhaus, che sono concetti guida di progettazione a basso consumo energetico e anche nuovi possibili parametri di certificazione ambientale per gli edifici. Questo standard è già stato adottato in 30mila abitazioni europee. Ruolo fondamentale nei criteri progettuali di PassivHaus hanno le caratteristiche dell’involucro murario, il quale deve garantire precise prestazioni termiche. I muri in canapa e calce sono risultati perfetti per rispondere ai requisiti di questo nuovo standard industriale, non imposto da leggi ma scelto da molte aziende e professionisti. Le norme prevedono buon isolamento e minimizzazione dei ponti termici, recuperi passivi di calore da energia solare e sorgenti interne, tenuta all’aria esterna e ventilazione meccanica ad alta efficienza.
Oltre alle caratteristiche termodinamiche, l’Università di Bath ha verificato con severità la resistenza meccanica degli involucri in canapa e calce. Ne abbiamo parlato in questo articolo riguardo una simulazione dell’impatto di un uragano su una casa di due piani con struttura di legno e muri in canapa e calce. In conclusione del suo intervento sul Guardian, Lawrence cita anche un progetto del Science Museum di Londra per ridurre i costi energetici di un proprio magazzino con 16mila oggetti di tutti i generi e dimensioni, che devono essere conservati a temperatura e umidità costanti. In questi casi si fa normalmente uso intensivo di aria condizionata. Il nuovo magazzino di tre piani costruito nel 2012 con un involucro di tamponamento in canapa calce è risultato così efficiente dal punto di vista termico da permettere lo spegnimento dei sistemi di condizionamento dell’aria per un anno. Costruito in Hempcrete, la tecnologia inglese per la canapa da costruzione, il magazzino del Science Museum si trova all’interno di hangar aeronautici della seconda guerra mondiale e ha vinto il premio Greenbuild per la sostenibilità ambientale nella sua categoria.
Stefano Mariani