Diffondere le virtù della canapa attraverso una linea di vestiti ed accessori prodotti con la fibra che si ricava da questo nobile vegetale. E’ l’idea che sta alla base di NaturWear, brand spagnolo nato dall’esperienza di Pedro e Juaco, due giovani ragazzi che hanno avviato da poco la loro attività con le idee ben chiare in mente. La volontà non è quella di fare solo business, di sfruttare un materiale vegetale per guadagnare dei soldi: la creazione della loro linea di abbigliamento che comprende magliette, felpe, cappelli, cinture, portafogli e marsupi è il grimaldello con il quale contano di sfondare le resistenze di chi ancora ha dei dubbi sulle proprietà della canapa. I punti di forza del tessuto che si ricava dalla fibra di canapa, la bellezza e la semplicità dei disegni e l’attività commerciale passano in secondo piano quando chiedi loro perché hanno deciso di avviare questa attività: “E’ una cosa forte che va al di là del lato economico della faccenda: penso che qualsiasi attività legata alla canapa oggi abbia un’energia incredibile che spinge nella direzione di un cambiamento di modelli e di consumi, una sorta di rivoluzione culturale; ed è questo il motivo che ci ha mosso fin dall’inizio”. Abbiamo avuto occasione di incontrarli durante la fiera Canapa in Mostra di Napoli, ecco cosa ci ha raccontato Pedro.
Come è nato il vostro progetto?
Abbiamo passato l’ultimo anno vivendo in Nepal e Thailandia per creare delle connessioni con diverse comunità locali che lavorano la canapa per avere la materia tessile necessaria. Il progetto è nato 2 o 3 anni fa e parte dalla sostenibilità della canapa della sua lavorazione usando tinte vegetali e biodegradabili sfruttando ciò che la natura ci offre. Continuiamo a lavorare con le persone che abbiamo conosciuto personalmente dai fornitori passando per i distributori o chi colora la stoffa. La differenza è che siamo attenti affinché ogni parte del processo porti alla creazione di un commercio più giusto, attento e cosciente.
In Nepal com’è la situazione?
In alcune regioni coltivano la canapa o lavorano anche quella che cresce naturalmente. Anche lì la situazione risente molto del recente proibizionismo. Pensiamo che lavorare e mantenere i contatti con loro sia il modo migliore per mantenere viva la cultura e la lavorazione tradizionale.
Dove si possono invece trovare i vostri prodotti?
Abbiamo dei distributori online e abbiamo da poco creato il sito www.naturwear.com. Comunque fino ad oggi le più grandi occasioni di far conoscere i nostri abiti per noi sono stati i festival di musica reggae e alternativa come il Rototom o altri in Germania e Francia, oltre alle fiere dedicate alla canapa o al mercato equo-solidale.
Quali sono i vantaggi della canapa secondo te rispetto ad esempio a cotone o fibre sintetiche?
Riguardo alle caratteristiche tecniche la canapa garantisce un’ottima traspirazione e resistenza e qualità, oltre ad essere un tessuto antibatterico che mantiene freschi d’inverno e caldi d’estate. Ma credo sia ancora più importante il risvolto filosofico ed etico che è collegato direttamente alla sostenibilità di un prodotto naturale. Non è come avviare un negozio o un’attività commerciale qualsiasi: è un progetto con una coscienza ecosostenibile come la pianta da cui ricaviamo la fibra tessile che ha proprietà depuratrici per ciò che riguarda i terreni e non necessita di pesticidi. E’ una cosa forte che va al di là del lato economico della faccenda: penso che qualsiasi attività legata alla canapa oggi abbia un’energia incredibile che spinge nella direzione di un cambiamento di modelli e di consumi, una sorta di rivoluzione culturale; ed è questo il motivo che ci ha mosso fin dall’inizio.
In Europa quella dei prodotti in canapa è una cultura che si è persa ma che sta tornando. Nel mondo ad esempio è ancora molto forte in Giappone dove viene usata per creare gli abiti dei sacerdoti nelle cerimonie, così come in Laos e Thailandia. Da quello che sappiamo la usano anche per vestire i bambini che rischiano di essere esposti alle radiazioni nella zona di Fukushima, per essere più protetti. Per come la vedo io la canapa è una pianta necessaria all’umanità. In Nepal la canapa ha anche un valore spirituale, visto che è connessa direttamente alla divinità Shiva: un motivo in più perché venga rispettata e rivalutata.
Per la tua esperienza è un settore che sta crescendo?
Io sono 8 anni che lavoro con la canapa. Ho iniziato con filati più antichi e tradizionali che usano appunto diverse etnie nel mondo e ora negli ultimi anni ci siamo dedicati ad abiti più moderni con NaturWear. In generale mi pare che il settore stia crescendo molto e questi eventi danno l’occasione di creare contatti con persone del settore, che hanno la stessa spinta etica per questa pianta meravigliosa.
Mario Catania