Interrogazione di Zanin per stabilire il limite di THC di tutti i prodotti da canapa industriale

Canapicoltura //

Giorgio ZaninIl deputato PD Giorgio Zanin, in Commissione Agricoltura, chiede in un’interrogazione al ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina di “stabilire il limite massimo di THC” per superare l’impasse che il limite dello 0,2% crea per molti prodotti, soprattutto quelli alimentari.

Zanin spiega come: “Le cultivar di canapa ammesse ed utilizzate nell’ambito dell’Unione europea devono avere un livello di principio attivo (THC), pari o inferiore allo 0,2 per cento. Considerando che il livello di thc per ottenere un effetto psicotropo deve essere almeno del 4 per cento, siamo ben al di sotto di un livello di prudenziale sicurezza”, citando poi una serie di norme comunitarie che abbiamo adottato e che ancora oggi regolano il settore in attesa di una legge quadro, per far capire che: “Si evince chiaramente che la canapa ad uso industriale da un lato non è una sostanza stupefacente, dall’altro è destinata alla produzione non solo di fibre ma anche di prodotti agricoli ed alimentari ed è dunque fondamentale definire che cosa si possa intendere per prodotti che ragionevolmente possono essere ingeriti”.

Zanin ricorda infatti che “la coltivazione della canapa a uso industriale, come noto, sta tornando nuovamente ad interessare il mondo economico e produttivo del nostro Paese ed in particolare il mondo agricolo”, sottolineando che “in tutto il Paese si stanno muovendo investitori italiani e stranieri per valutare le capacità produttive delle campagne e si sta cercando di comprendere come reimpiantare una filiera fortemente penalizzata dallo storico abbandono della coltura, con conseguente deindustrializzazione del processo di trasformazione della canapa, a motivo dell’errato convincimento di molti che la pianta di canapa industriale sia uguale alla pianta di canapa utilizzata per fini illeciti”.

L’esponente democratico evidenzia infatti che “la canapa industriale e i suoi derivati, nonostante contengano tracce di THC, non presentano un quantitativo di principio attivo tale da provocare effetti stupefacenti e/o psicotropi, come peraltro già affermato da anni dagli stessi ISS e Ministero della Salute“, denunciando il fatto che “la problematica principale che gli operatori del settore si trovano ad affrontare è il vuoto normativo in materia di canapa industriale che determini con certezza i limiti entro cui è possibile operare per la trasformazione della filiera alimentare. Ciò comporta per altro delle disparità sia sul territorio nazionale che a livello di commercio europeo e internazionale”. Il deputato PD invita quindi il governo e il Ministero dell’Agricoltura ad adottare “una normativa che riconosca che tutti i prodotti derivati dalla canapa industriale non sono da considerarsi stupefacenti. Tale scelta permetterebbe l’immissione sul mercato di prodotti derivanti da canapa industriale certificata e tracciata, con l’immediato effetto di mettere fine alle incertezze sulla natura del prodotto e di creare un nuovo settore di mercato con benefici per l’economia nazionale”.

Redazione Canapaindustriale.it

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