Chissà se un giorno gli studenti chini sui banchi delle scuole di domani, tra le disgrazie a livello planetario e nazionale, avranno modo di studiare anche come il 2014 sia stato, in molte parti del mondo, l’anno della ripresa moderna della canapa.
Canapa che può contribuire a far crescere un’industria più sostenibile, canapa intesa come prodotto migliore per l’ambiente che sia intonaco o bio-mattone, bio-plastica, carta, fibra tessile che fa crescere una moderna filiera con moderni attori più consapevoli partendo dal piccolo contadino per arrivare alla grande azienda.
E canapa come ritorno di una tradizione culturale e sociale che può essere un nuovo collante tra generazioni di nonni e nipoti, rese distanti dal progresso che corre veloce; un progresso che nello studio di questa pianta riporta alla luce scampoli di conoscenza abbandonata come sono abbandonati molti dei terreni agricoli del nostro Paese.
In questo 2014 c’è stato un vero e proprio boom di coltivazioni. La sola Assocanapa ha comunicato che sono raddoppiate le aziende agricole coinvolte nella semina che dalle 150 del 2013 sono passate a circa 300 nel 2014, con il conseguente aumento degli ettari coltivati in Italia che da circa 400 (nel 2013) quest’anno sono diventati 1000 con campi di canapa dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. Ma centinaia di ettari sono stati coltivati dalle aziende associate a CanaPuglia, Toscanapa, Sativa Molise, Canabruzzo, Lucanapa e l’Associazione per la Canapa Siciliana.
Anche se non è ancora nulla se confrontato con gli anni ’30 quando in Italia erano coltivati a canapa circa 80mila ettari di terreno, stiamo gettando le basi per il futuro del settore. Attualmente su scala mondiale la produzione di canapa industriale è aumentata del 50% negli ultimi dieci anni e la Cina è il primo produttore con una superficie coltivata di oltre 60mila ettari.
In America è partito un processo oramai inarrestabile, che ha coinvolto anche la canapa industriale. Anche se non è ancora legale la sua coltivazione a livello federale, molti governi americani hanno attivato dei progetti pilota con delle coltivazioni sperimentali. Da noi invece è legale dal 1998, anche se solo ora stanno nascendo i primi progetti e molti giovani e meno giovani si stanno interessando alle possibilità che offre questa pianta sia a livello agricolo che di trasformazione.
E’ stato l’anno del ritrovamento del tessuto in canapa più antico mai scoperto, risalente a 9mila anni fa, così come l’anno in cui si sono studiate applicazione futuristiche della canapa come quella di essere utilizzata come una super-batteria più efficiente e molto più economica di litio e grafene.
Se in America è stato costruito il più grande impianto al mondo per la trasformazione dei semi di canapa, in Italia è iniziata la costruzione del complesso ad uso abitativo in canapa e calce più grande d’Europa, più precisamente a Bisceglie, in Puglia. e l’anno in cui è stata studiata da vari istituti del CNR all’interno del progetto VeLiCa in cui sono stati brevettati prodotti isolanti con fibra tecnica (corta) di canapa, un metodo per far in modo che l’olio diventi un ottimo combustibile e cibi per animali dal residuo della spremitura (panello). Inoltre da lì si è sviluppato il progetto Filagro, dove alcune carpette hanno avuto una dieta integrata coi semi di canapa e lino. E non solo per le capacità nutritive che questi semi possiedono, ma anche per tentare di trasferirne gli incredibili benefici alimentari nei prodotti.
L’attenzione è molto alta, e ci sono idee, progetti, teste e cuori che lavorano mettendosi in discussione. C’è anche una legge che nel 2015 dovrebbe essere approvata per dare impulso al settore. Speriamo che sia la volta buona, per noi che ci crediamo, ma anche per quelli che non ci credono affatto: ne avrebbero benefici anche loro.
Redazione Canapaindustriale.it