In Giappone la storica e tradizionale produzione di tessuti di canapa, torna a vivere in un connubio di arte e tecnologia. Le taima-fu (fabbrica di canapa) sono state parte integrante della cultura giapponese fin dal suo inizio. Al pari di ciò che è successo in Italia, le restrizione e l’imposizione sui mercati internazionali di tessuti sintetici dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, hanno impedito il passaggio dalla lavorazione tradizionale alla meccanizzazione, motivo per cui oggi nel paese del Sol Levante è raro trovare un produttore industriale di tessuti e cordami in canapa.
E’ questa la premessa con la quale è nata Majotae: un’azienda dedita alla produzione di tessuti di canapa che vuole rilanciare nella modernità questa produzione dimenticata. L’investimento è stato fatto da Avex Group, che ha arruolato l’artigiano Genbei Yamaguchi e l’esperto di tessuti naturali Shinichiro Yoshida (nalla foto a sinistra). Per capire a fondo la tradizione nella quale si instaura questo nuovo progetto bisogna fare un passo indietro di circa 10mila anni, quando la canapa fioriva liberamente nell’arcipelago giapponese e gli abitanti se ne servivano per la vita quotidiana. A Torihama, nella provincia di Fukui, è stato scoperto un villaggio del primo periodo Jomon (da circa il 10000 a.C. fino al 300 a.C.) dove sono stati rinvenuti tessuti, corde e semi di canapa facendo supporre che la canapa era già ampiamente utilizzata nella vita quotidiana e come alimento.
La canapa in Giappone è considerata una pianta sacra. Nelle cerimonie Shinto è chiamata onusa e viene utilizzata per legare insieme le cortecce raccolte dagli alberi da presentare alle divinità; è ancora ampiamente usata al giorno d’oggi per le corde che segnano i confini delle aree sacre e quelle per le campane del tempio. Dalla vita quotidiana alle cerimonie, la canapa era dunque un materiale prezioso in ogni ambito della vita giapponese.
Secondo l’azienda sono 3 le caratteristiche che rendono il tessuto di canapa ottimo per i nostri abiti:
1. Asciuga rapidamente, circa il 20% più rapidamente del cotone e d’estate lascia traspirare l’aria garantendo freschezza
2. In inverno invece trattiene molto bene il calore, risultando ottimo per tutto l’anno
3. Le fibre sono molto più resistenti agli strappi rispetto a lino e cotone, ma si ammorbidiscono con l’uso ripetuto.
I primi capi di vestiario saranno lanciati per la primavera/estate 2015, in collaborazione con Isetan Mitsukoshi Holdings Ltd., per ora non ci resta che aspettare. Intanto l’azienda ha esplorato la tradizione della cultura della canapa con la mostra “Majotae – The Forgotten Fabric” creata dal designer Yusuke Seki per esporre tessuti rituali storici reinterpretati per i tempi moderni.
Come racconta domusweb.it, “Per dare un’idea della leggerezza, morbidezza e delicata sottigliezza del tessuto, i visitatori sono stati invitati a interagire con il display, perché i dettagli dei pezzi possono richiedere maggiore attenzione. Come parte del processo creativo, l’accento bianco dell’antica veste Shirotae era parte integrante della visualizzazione dei tessuti realizzati da Majotae. I tessuti galleggiavano tranquillamente nella luce naturale, sottolineando le qualità che si trovano sia nell’antica tradizione della canapa tessile sia in quella di Majotae. Seki si è ispirato ad un campo di grano bianco per il progetto di allestimento”.
Nella prima parte della mostra era allestito il contesto culturale e storico della canapa tessile del periodo Jomon. I restanti reperti erano tessuti di canapa fatti da Majotae. La speranza era che i visitatori potessero esplorare il contesto storico dimenticato della sua tradizione, guardando contemporaneamente al tessuto di canapa con uno sguardo nuovo; la nostra è che l’azienda e l’esposizione possano contribuire a far aprire gli occhi sulle enormi potenzialità di questo bistrattato vegetale.
Redazione Canapaindustriale.it