Per chi volesse farsi un’idea delle migliaia di prodotti e vantaggi per l’uomo e l’ambiente che possono derivare dalla coltivazione e trasformazione della canapa industriale, sicuramente MAlaCANAPA, prima fiera internazionale in Sicilia dedicata a questa pianta, può essere il posto giusto.
Accanto agli utilizzi ludici e ricreativi, alle conferenze e ai momenti di dibattito sull’antiproibizionismo e sulla situazione riguardo alla cannabis terapeutica nel nostro paese, dal 24 al 26 aprile presso il centro fieristico Le Ciminiere di Catania, ampio spazio sarà riservato ad aziende, agricoltori e associazioni che si dedicano invece agli utilizzi industriali.
Come ci ha raccontato Giuseppe Sutera Sardo, presidente dell’Associazione Canapa Siciliana e uno degli organizzatori della fiera che ha ricevuto il patrocinio di Comune di Catania e Regione Sicilia, diverse aziende del settore saranno presenti per mostrare i propri prodotti. La Firnolo srl porterà ad esempio i propri prototipi di piccoli impianti industriali per la lavorazione del seme e della fibra tecnica per essere utilizzata in bioedilizia: l’idea è quella di diffondere dei piccoli centri di lavorazione che possano partire lavorando il prodotto di 2/300 ettari di coltivazione, invece dei soliti 500 ettari dai quali si è soliti partire in caso di impianti industriali. L’azienda Guglielmino Group porterà invece gli intonaci a base di canapa e calce che sta sviluppando, Melania Tozzi di CanapaCruda porterà le sue lavorazioni in carta artigianale di canapa, Rachele Invernizzi di Southemp sarà presente in rappresentanza dell’impianto di trasformazione in provincia di Taranto, Kanesis porterà le proprie novità nell’ambito delle bioplastiche derivate da canapa e saranno presenti pasticceri, pizzaioli e fornai che utilizzano semi e olio di canapa nei propri prodotti. In più ci saranno dibattiti ed associazioni di settore.
Per saperne di più abbiamo chiesto a Giuseppe Nicosia, vicepresidente dell’Associazione Canapa Siciliana e altro organizzatore della fiera MAlaCANAPA, di chiarirci qualche curiosità.
Quali settori della canapa industriale saranno esplorati?
Principalmente si parlerà di trasformazione della canapa, con appunto tecnici che già si occupano della lavorazione delle paglie. I settori industriali più indagati saranno certamente quello che si occupa di realizzare prodotti per la bio-edilizia, quello per la realizzazione della carta, della plastica e dei tessuti.
Cosa significa oggi puntare sulla canapa industriale?
Da laureato in scienze naturali, la mia visione sui benefici di coltivare canapa, parte dal recupero ambientale: usare la canapa per realizzare materie prime significa aiutare il pianeta. La canapa depura i terreni dai metalli pesanti e sottrae grandi quantità di CO2 dall’atmosfera. Con le diverse parti della pianta, se adeguatamente lavorate, si possono realizzare oltre 50mila derivati, tutti eco-compatibili, a basso impatto ambientale e potenzialmente a chilometro zero se, ogni regione, riuscisse a creare una propria filiera.
E riguardo al settore agricolo?
Analizzando specificatamente il settore agricolo, ricordo che la canapa è un migliorativo dei terreni perché ha la capacità di “fertilizzare” ed ha un azione di diserbante naturale. Abbiamo infatti notato che, le coltivazioni di grano su terreni dove l’anno precedente era stata coltivata canapa, hanno rese che variano dal 10 al 30% in più. L’anno successivo alle coltivazione della canapa, in campo si nota una notevole diminuzione di specie vegetali indesiderate e infestanti: la canapa, crescendo foltissima ombreggia il terreno dove viene coltivata, limitando fortemente la crescita e l’impollinazione di altre piante che non hanno la minima speranza di vincere nella competizione per la ricerca di luce. Ricordo inoltre che la canapa è una fonte validissima di sostentamento per l’avifauna selvatica che si nutre di semi, oltre che per piccoli roditori che, a loro volta, sono cibo per rapaci. Coltivare canapa quindi aiuta anche a mantenere stabile la catena alimentare tra gli animali, ed a ripristinarla dove è stata degradata dalla cattiva gestione del territorio. Possiamo dunque affermare d’essere giunti ad una nuova rivoluzione agricola ed industriale che deriva dalla riscoperta di materie prime naturali eccellenti, economiche ed ecologiche, il cui utilizzo potrebbe in breve risolvere anche la crisi economica che stiamo affrontando.
Mario Catania