“Come la pietra scartata dai costruttori è diventata pietra d’angolo, così la canapa, che è stata per troppo tempo demonizzata, diventerà la pietra angolare della nuova economia verde”. E’ il motto del fondatore Pietro Paolo Crocetta che campeggia sul sito di IKHEMP e, riprendendo il Salmo 117, riassume lo spirito con il quale è nata azienda: attrezzarsi dal punto di vista industriale, economico e di risorse umane, per affrontare le grandi sfide che la rinascita di una filiera moderna della canapa presuppone. Se da un lato siamo in attesa che la politica faccia la propria parte iniziando a discutere la legge unica per la canapa industriale attesa per questo 2015, dall’altro stiamo assistendo a sempre più privati che investono nel settore portando energie fresche, studi e competenze al servizio di tutti. E’ ad esempio il caso di IKHEMP che, dopo essere stata protagonista nel 2013 con la sua controllata Società Agricola Eletta e con l’ausilio del CRA- CIN “ente costitutore” del recupero della varietà Eletta Campana, vuole porsi come nuovo player internazionale nel campo della ricerca sulla canapa industriale e terapeutica. In questi ultimi due anni l’azienda si è dedicata alla duplicazione del seme e ha da poco comunicato che la varietà sarà messa in vendita agli agricoltori a partire dal 2016. Oltre all’Eletta Campana l’azienda sarà in grado di fornire anche la varietà Fibranova, dopo averne ottenuto i diritti. Aumentano così quantità e qualità di semi disponibili. Il Cra-Cin di Bologna nel tempo ha selezionato diverse varietà italiane certificate, in numero superiore a quelle francesi. Abbiamo quindi competenze solide sulla ricerca ma quello che manca è l’esperienza in campo. A Indica Sativa Trade 2015 Società Agricola Eletta del gruppo IKHEMP ha presentato i corsi per canapicoltori, oltre ai nuovi studi sui cultivar della canapa, un quadro dello stato attuale di questa industria e i progetti dedicati al settore terapeutico. Ne abbiamo parlato con Pietro Paolo Crocetta, fondatore di IKHEMP.
Nel vostro padiglione a Indica Sativa Trade 2015 spiccava il ruolo della ricerca sulla canapa industriale…
Abbiamo voluto sottolineare che finora In Italia non si è prestata sufficiente attenzione alle tecniche agronomiche per ottimizzare la coltivazione della canapa. Da molti anni collaboriamo con il CRA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura), che è l’unico ente italiano con i titoli per fare ricerca in questo campo. Abbiamo diversi progetti in corso e portiamo ai ricercatori ogni anno nuovi dati di coltivazione. Quest’anno abbiamo anche cominciato ricerche sulle patologie della pianta e gli studi sono in corso non solo per la nostra Eletta Campana, ma anche per le altre varietà. In breve abbiamo finanziato la ricerca che ritenevamo utile per sviluppare un’industria su basi di conoscenza scientifica. Oggi lavoriamo con il CRA e con le Università di Salerno e di Potenza. A Potenza ad esempio abbiamo già attivato, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’Università degli Studi della Basilicata, un progetto teso a studiare ed approfondire la qualità e l’utilizzo di metaboliti secondari, l’innovazione nella coltivazione di canapa industriale e sull’assistenza tecnico scientifica. Sempre riguardo alla canapa industriale stiamo studiando tecniche innovative tramite l’utilizzo di droni per verificare tramite la cromia e la colorazione il livello di maturazione del seme prima che venga colto, per facilitare le operazioni di raccolta. In futuro vogliamo rilanciare altri progetti di ricerca sugli utilizzi industriali della canapa.
E riguardo la cannabis terapeutica?
Il punto di partenza delle nostre ricerche è stata la nostra capacità di isolare CBD puro al 98% per le nostre sperimentazioni. Il nostro gruppo di ricerca è guidato dal professor Maurizio Bifulco presidente della facoltà di Farmacia e Medicina dell’Università degli studi di Salerno. L’Università di Salerno è da vent’anni che porta avanti una ricerca scientifica di alto livello sul sistema endocannabinoide e sulla modulazione del sistema stesso per intervenire su diverse patologie.
Come si è risolto il problema delle varietà adatte ai climi italiani?
Dopo il recupero e l’ottenimento dei diritti della varietà Eletta Campana, molto produttiva per il clima mediterraneo e molto coltivata in passato, siamo in fase avanzata per la moltiplicazione dei semi di questa genetica. Abbiamo acquisito anche i diritti per la varietà Fibranova, che è invece tipica delle Regioni del centro Italia. Con queste scelte vogliamo evitare i monopoli o la necessità di comprare semi all’estero. Non vogliamo creare cartelli e i coltivatori resteranno liberi di trasformare i prodotti dove riterranno più opportuno farlo. Abbiamo quindi aumentato la disponibilità di varietà italiane disponibili, anche se la domanda globale resta superiore all’offerta.
Avete creato impianti di trasformazione?
I nostri impianti la lavorazione di paglia derivata dalla canapa saranno aperti nel prossimo futuro nel centro-nord Italia. Non è stato semplice trovare e mettere a punto le macchine per la prima lavorazione, anche perché mancano competenze industriali solide applicate a questa coltura. Resta difficile dare sostenibilità economica alla prima lavorazione, ma i 1.000 ettari finora coltivati da IKHEMP e dai suoi partner ci permettono di lanciare nuovi prodotti e ottenere un primo ritorno sugli investimenti.
Come trova finanziamenti e investitori un imprenditore che vuole entrare in questa industria?
Questo settore, come tutti, partirà quando gli investitori vedranno un interesse economico. Fino a poco tempo fa non c’era disponibilità nel prendere in considerazione il finanziamento di un business plan sulla canapa, anche perché non esistevano dati per dimostrare il ritorno economico della coltivazione. Le nostre coltivazioni vengono analizzate e i dati, appuntati sui libretti di coltivazione, vengono certificati da un ente terzo che valuta la potenzialità economica della nostra coltura.
Ci sono possibilità per una produzione italiana di CBD?
Nonostante la burocrazia, la scarsa informazione e i pregiudizi ancora radicati, siamo convinti che la canapa possa diventare il centro di una nuova economia verde, più attenta all’ambiente ed alla sostenibilità. La produzione di CBD rientra in questo campo ed IKHEMP ha deciso di mettere anche in questo caso la ricerca in primo piano, e non la speculazione. Stiamo quindi partecipando a studi sulle proprietà terapeutiche del CBD e stiamo migliorando i nostri processi di estrazione. Sono ottimista per le varietà italiane, molto richieste nel mondo per il loro contenuto di cannabinoidi: dovremmo sfruttare questo vantaggio competitivo avviando produzioni di estratti CBD per uso terapeutico.
Stefano Mariani