Naturfibre è un’azienda di prodotti derivati dalla canapa, nata dall’esperienza ventennale di Cesare Tofani (nella foto), prima in Assocanapa e poi come presidente di Toscanapa, passando per l’esperienza nell’azienda Fibranova. “Sono quasi 20 anni che mi occupo di canapa”, racconta oggi Tofani spiegando che: “Nel 1997, quando ho seminato il nostro primo campo, a Lari, in provincia di Pisa, la canapa era praticamente sconosciuta in Italia. Da allora ho appreso tutto della canapa e non smetto ancora di imparare”.
“Ho viaggiato nei paesi Balcanici e nella Cina, in Francia, Germania e Paesi Bassi, nei Paesi Baltici ed in Canada, ho visto e conosciuto a fondo le macchine e gli impianti, ho collaborato con persone, ricercatori e professionisti che la canapa la conoscono davvero, ho brevettato sistemi per fare filati di qualità e macchine di raccolta. Adesso, dopo 15 anni di alti e bassi, e molti tentativi più o meno felici, possiamo dire che la produzione di canapa sta per partire veramente e noi abbiamo molto da dire e da fare”.
Qual è l’obiettivo di Naturfibre?
Naturfibre vuole diffondere adesso sul mercato italiano ed internazionale tutti i prodotti derivati dalla canapa, con una ricerca assoluta della qualità di olio e farine, semi e tisane, materiali edili, compositi plastici, carta, filati e tessuti. Per noi è importantissimo mantenere un legame stretto con le produzioni agricole locali, italiane ed europee, privilegiando quindi i produttori agricoli organizzati che possono garantire il rispetto di precise norme di produzione e condizionamento, meglio se in biologico.
Quanto conta l’esperienza di Cesare Tofani maturata fino ad oggi?
Naturfibre nasce come un impresa a conduzione familiare perché si fonda sulla mia personale esperienza, che si è concretizzata in passato anche nella fondazione di Assocanapa, nel 1998, della ditta Gruppo Fibranova, nel 2000, con cui ho preso parte alla fondazione dell’EIHA (European Industrial Hemp Association), infine nella costituzione dell’associazione Toscanapa, nel 2012, di cui sono attualmente presidente.
Adesso sembra giunto il momento di mettere a frutto le mie conoscenze e costruire un entità imprenditoriale per un futuro che si annuncia stimolante e carico di buoni presagi.
Che prodotti proponete?
Naturfibre oggi importa e rivende sementi selezionate di varie cultivar di canapa (nella foto la lista di quelle proposte nel 2016) e propone agli agricoltori contratti di conferimento del loro prodotto. I prodotti derivati dai semi sono elaborati dai migliori artigiani italiani che producono per conto di Naturfibre olio, puro o miscelato con altri oli alimentari, pasta (CANAPASTA®) e vari prodotti alimentari, come le tisane (CANAMILLA®) e gli integratori proteici (PROTOCANAPA®).
Lo stesso vale per i prodotti derivati dalle fibre e dal canapulo, filati e tessuti, compositi e prodotti per l’edilizia, che stiamo facendo realizzare da professionisti che si affidano alle indicazioni fornite esclusivamente da Naturfibre, ottenendo qualità a prezzi sostenibili. Lavoriamo costantemente con le aziende per consolidare la collaborazione tra base produttiva agricola e mondo industriale, per diffondere sempre di più la produzione di qualità e le conoscenze necessarie per ottenerla.
Che tipo di canapa utilizzate per realizzarli? Coltivata dove?
E’ un lavoro in continuo divenire. Naturfibre acquista il prodotto delle coltivazioni italiane ed anche europee, che utilizzano sementi di diversa origine e qualità, ed è impegnata a definire quali sono le cultivar di canapa che danno i migliori risultati per ogni specifico prodotto. Come per tutti i prodotti dell’agricoltura, non si può ad esempio parlare genericamente di “olio di canapa”, come non ha senso dire “olio di oliva” o “ vino rosso” prescindendo dalla varietà delle piante, dall’area dove si trovano le coltivazioni, dalle pratiche di raccolta, conservazione e trasformazione che sono state adottate. Siamo impegnati dunque a selezionare le materie prime migliori, definire i percorsi tecnici, trovare gli artigiani più competenti ed attrezzati, meglio se sono vicini alle zone di produzione agricola. Ad esempio realizziamo alcuni formati di Canapasta con grani antichi, varietà Gentil Rosso, prodotto in Veneto da un agricoltore che fornisce anche il seme di canapa da cui ricaviamo le farine da mescolare a quelle di frumento. E’ incredibile vedere quanti prodotti diversi si possono ottenere con le diverse combinazioni ed in Italia ci sono enormi possibilità di valorizzare le piccole produzioni agricole ed artigiane. Siamo solo all’inizio e ci aspettiamo di incrementare costantemente i prodotti in vendita.
Come vedete l’evoluzione della canapa italiana?
Voglio essere ottimista: credo che ci saranno presto sviluppi molto importanti… Nonostante abbiamo tutti mancato di cogliere delle opportunità nel recente passato che ci avrebbero permesso oggi di essere molti passi avanti nella realtà della canapa europea e mondiale. Le varietà di canapa italiane, ad esempio, sono sempre state utilizzate per la costituzione di altre varietà in tutta Europa [1], perché ritenute di particolare pregio, ma fino ad oggi abbiamo potuto acquistare solo sementi francesi, tedesche, ucraine, ungheresi, polacche o rumene; solamente di recente si intravede la possibilità di poter disporre di sementi “made in Italy”.
La questione ancor più delicata riguarda gli impianti ed i sistemi di trasformazione delle paglie di canapa. Mentre all’estero nascevano, crescevano e anche talvolta chiudevano impianti di stigliatura più o meno grossi ed efficienti, in Italia poco o niente si è mosso e tutt’oggi gli agricoltori domandano per prima cosa: “E degli steli che ne facciamo?”, senza ottenere risposte convincenti. Personalmente credo che, specialmente nella realtà italiana così variegata e frazionata, non si può far altro che costituire piccole entità che realizzano la trasformazione in filiera corta, utilizzando macchine di ridotte dimensioni, meglio se mobili, meglio ancora se circola su rotaia, sfruttando la rete ferroviaria sottoutilizzata che ancora collega molte zone rurale della penisola. I macchinari per la trasformazione sarebbero dunque collocati in diverse aree di produzione nel corso dell’anno, gestiti da consorzi locali di produttori agricoli facenti ad un ente di coordinamento. A questo proposito Naturfibre promuove e partecipa anche ad attività di ricerca e sviluppo, in Italia ed all’estero e stiamo lavorando attivamente alla formazione della rete di imprese ITALCANAPA, che ha tra i suoi obiettivi principali proprio la creazione di diversi centri di stoccaggio che si potranno avvalere di macchine e sistemi realizzati appositamente e gestiti collettivamente, per creare dunque diverse filiere locali della canapa.
Approfittiamo dunque dell’occasione concessa da questa intervista per trasmettere un invito ed un augurio: invitiamo tutti i “canapari” veramente motivati e competenti a partecipare alla costituzione di ITALCANAPA, facendo veramente “rete”, conservando cioè ciascuno la propria identità, aziendale, geografica, culturale, assumendo al tempo stesso una veste comune che dia a ciascuno opportunità nuove. L’augurio è di lavorare insieme per uno scopo comune: far ripartire presto la canapa italiana con dei numeri veri ed importanti.
Mario Catania
[1] Pare che anche le varietà monoiche francesi siano state selezionate a partire da materiale genetico ceduto all’ente di Le Mans dall’ISCI, alla fine degli anni ’60.