La canapa per salvare il Rif del Marocco

Canapa economia e politica //

Il Rif del Marocco spera in un futuro migliore grazie alla pianta di canapa. Da secoli in difficili condizioni, gli abitanti di queste zone montuose a nord del Paese africano combattono da sempre contro le istituzioni statali, hanno respinto un tentativo di colonizzazione da parte della Spagna e vivono isolati dal resto del Paese. Il loro sostentamento l’hanno sempre ottenuto dal commercio, illegale, dell’hashish ottenuto dalle infiorescenze della cannabis che coltivano in grandi appezzamenti: si stima che da qui provenga la metà dell’hashish prodotto in tutto il mondo.

Oggi gli abitanti del Rif si trovano a fronteggiare un problema che sta prendendo sempre di più le dimensioni di un disastro ambientale, a causa della continua deforestazione, e la canapa può essere la chiave per risolverlo. Da ciò che racconta Hemp Today, si tratta di un incombente collasso ecologico. “L’uso degli alberi locali per utilizzare il legno al fine di riscaldarsi e cuocere i cibi sta decimando le foreste con tutti i problemi legati all’erosione del suolo”, ha detto Abdellatif Adebibe, presidente della Confederazione delle associazioni di Senhaja del Rif per lo Sviluppo (CASRD).

Una soluzione potrebbe essere dunque quella di seminare canapa in queste zone per contrastare la deforestazione causata anche da incendi boschivi e l’eccessivo utilizzo di suolo per l’allevamento di bestiame. “La terra significa tutto per le tribù”, sottolinea Adebibe. “Non la abbandoneranno e quindi siamo determinati a portare loro delle soluzioni”.

ChauenLa chiave di questo processo è un progetto di sviluppo economico basato sulla bio-edilizia in canapa e calce in cui la CASRD sta collaborando con Monika Brümmer, architetto ed imprenditrice che ha fondato Cannabric, azienda di Granada che si occupa di bio-edilizia a base di canapa. “L’idea è quella di proteggere l’architettura con la cultura”, ha spiegato Monika Brümmer parlando delle strutture, uniche al mondo, in cui vivono le tribù alcune delle quali mostrano tracce di canapa nelle loro mura antiche.

Abdellatif AdebibeIl commercio di hashish ha contribuito a mantenere circa 80mila famiglie e quindi alcuni politici avevano proposto di convertire l’uso delle piantagioni a scopo medico ed industriale. Secondo la Brümmer, circa 8mila tonnellate di paglia di canapa vengono attualmente sprecate ogni anno nella regione del Rif, materiale che adeguamento lavorato sarebbe adatto per restaurare le tradizionali abitazioni agricole della zona e costruire scuole e altri edifici pubblici.

“C’è anche la possibilità di creare bricchette e pellet per il carburante da biomassa”, puntualizza Adebibe, che prevede la nascita di piccole imprese interconnesse, posti di lavoro e una potenziale esportazione delle paglia e fibre pronte localmente. “Pensiamo che sia una valida alternativa economica che creerà posti di lavoro diretti e indiretti“, ha concluso, sottolineando che: “Vogliamo combinare l’energia dei giovani con questo materiale che per ora sprechiamo per aiutarli a costruire un futuro per la regione”.

Redazione canapaindustriale.it

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