La filiera della canapa più attiva in Italia è sicuramente quella alimentare. La tradizione di canapicoltori italiani si intreccia dunque con le proprietà nutraceutiche della canapa per dare vita a coltivazioni da seme dalle quali ottenere l’olio di canapa ad alto valore nutrizionale e, dagli scarti della spremitura, la farina di canapa che può essere utilizzata per creare prodotti da forno dolci e salati. Ma non solo, perché la canapa, in Italia e nel mondo spazia dallo street food alla alta cucina, esplorando tutte le possibilità di sapori e combinazioni che si possono ottenere da semi, olio, latte ed hemp-fu, il tofu du canapa.
Oltre ai produttori di semi e prodotti alimentari, stanno nascendo aziende che si dedicano alla parte più propriamente industriale: è il caso dell’azienda Rinaldini Oil Press che ha creato una macchina con diverse combinazioni adatta alla spremitura di semi oleosi, quelli di canapa in particolare. Dopo averli incontrati in occasione della fiera romana Canapa Mundi, ed aver realizzato un video sulla spremitura dei semi forniti da Hemp Farm che trovate qui sotto, li abbiamo contattati per saperne di più sulla loro attività.
Quando avete deciso di creare questa macchina?
Sono due anni e mezzo ormai che stiamo lavorando a questa macchina perché abbiamo deciso di estrarre olio dalla canapa. Dopo tante prove abbiamo elaborato varie tecniche e abbiamo visto che questa era la soluzione migliore sia per avere rese importanti, sia per avere un olio di qualità proprio perché viene estratto a freddo. Riguardo alle rese bisogna sottolineare che la macchina effettua ben 3 estrazioni: la prima avviene in bassa pressione, la seconda in alta pressione e poi c’è il recupero.
In che percentuale viene quindi estratto l’olio?
La percentuale varia molto a secondo del seme. L’anno scorso abbiamo avuto rese tra il 20 ed il 28%, quest’anno molto più basse. A causa della siccità molte piante che producono semi oleosi, girasoli compresi, hanno avuto grandi danni e quindi molti semi sono vuoti. Infatti molte partite di semi di canapa non le abbiamo nemmeno spremute perché i semi avevano un peso specifico molto basso e quindi erano in gran parte vuoti: dal peso specifico valutiamo infatti la resa che si può avere. I semi buoni invece anche quest’anno hanno avuto una resa tra il 20 ed il 22%.
Quali sono i vantaggi della spremitura a freddo rispetto a quella fatta ad esempio con i solventi?
Parliamo di un altro mondo. Utilizzando i solventi si ottiene un olio che è di qualità di gran lunga minore. L’olio è sottoposto ad agenti chimici come l’esano e il danno maggiore è che l’olio rimane impregnato di idrocarburi; è una cosa che si nota quando si usa ad esempio l’olio di semi di girasole per friggere. L’olio di semi estratto a solvente, quando si frigge emana un odore molto acre e fastidioso: quella gran puzza è l’idrocarburo che ribolle ed evapora. Lo svantaggio della spremitura meccanica è che non si riesce ad estrarre tutto l’olio ma in quella con solventi bisogna tenere conto che l’olio viene portato ad alte temperature, a 220 gradi, perché se no non avviene l’estrazione, mentre quella meccanica, oltre ad essere biologica, lascia i profumi inalterati.
Quindi avete iniziato anche una vostra produzione di olio?
Sì, abbiamo una nostra produzione di olio e farina che viene ottenuta dal residuo della spremitura dei semi.
In generale state avendo richieste?
Le richieste sono molte, dall’Italia e dall’estero: abbiamo avuto richieste a partire dal Marocco per l’olio di argan, passando per l’Uzbekistan per l’0lio di melograno, per arrivare alla Spagna per quello di cotone. In Italia in molti intendono acquistarla con i PSR (piani di sviluppo rurale) per avere i contributi europei; se ne parla molto ma la gente è abbastanza restia nell’investire.
Che prezzi hanno indicativamente le macchine?
Ci sono diverse tipologie, partiamo da una macchina più piccola della quale stiamo ultimando ora il progetto che partirà da un prezzo di 6/7mila euro, fino ad arrivare a 20/22mila euro. Parliamo di macchine di alta qualità totalmente in acciaio inox in tutte le sue parti compresi gli alberi di trasmissione, con motori e riduttori italiani.
Mario Catania