Materiali naturali, alta efficienza energetica e comfort abitativo derivato dalle qualità della canapa mista alla calce. Sono questi i punti forti della bioedilizia in canapa, di cui Case di Luce è certamente il fiore all’occhiello per la crescente settore italiano. Progettato dallo studio di architettura Pedone Studio e realizzato dalla Pedone Working srl in collaborazione con diverse aziende, tra le quali Equilibrium che ha fornito i materiali in canapa e calce, è il più grande edificio abitativo realizzato in canapa e calce in tutta Europa, e probabilmente anche nel mondo intero. Dopo la presentazione ha riscosso un enorme successo in termine di vendite, ma soprattutto in termini di interesse per questo nuova tecnologia, che ormai a Bisceglie e dintorni, dopo questo rodaggio in grande stile, è fortemente apprezzata. “Il valore di rimando è enorme”, ci ha spiegato l’architetto Leo Pedone, sottolineando che: “Le vendite sono andate benissimo per il momento, visto che il resto dell’edilizia è bloccata da due anni; siamo riusciti a tenere botta mantenendo gli stessi prezzi di vendita, mentre tutto il resto del comparto è andato in picchiata. Grande risposta dal punto di vista della sensibilità e dell’interesse ai temi e quindi sia al tema dell’efficienza sia a quello della “zero energy”, ma anche e soprattutto al naturale e quindi alla canapa come grande elemento di novità in questo contesto”. Una novità che si fa decisamente notare, visto che, con la collaborazione di CanaPuglia, le aiuole davanti all’edificio sono state seminate proprio con la canapa, che è cresciuta compatta e rigogliosa ed attira gli sguardi di molti curiosi, che si fermano a guardare e leggere i cartelli che recitano: “Coltiva la tua casa”.
Fa molto effetto vedere le aiuole con piante di canapa alte 3 metri in centro a Bisceglie…
Con Claudio Natile abbiamo realizzato anche questa attività; abbiamo fatto una giornata in cui abbiamo coinvolto 3 classi dell’istituto geometri che avevano chiesto di fare delle visite e quindi in sostanza l’abbiamo fatta seminare a loro con la supervisione di CanaPuglia. Anche quello è un seme lanciato, così come abbiamo lanciato l’interesse in edilizia, l’abbiamo fatto anche con la pianta in generale. Ora che è ben visibile, in alcuni punti è alta anche 3 metri e mezzo, c’è gente che si ferma incuriosita. Abbiamo visto spesso persone frenare improvvisamente per cercare di capire cosa fossero. E’ un progetto a tutto tondo riassunto dallo slogan “coltiva la tua casa”, che sta avendo una piena riconoscibilità.
Avete sdoganato la canapa in edilizia nella zona?
Ormai nel territorio il costruire con la canapa è quasi un metodo tradizionale nel senso che queste attività di comunicazione che abbiamo fatto, da “Abitare il futuro” fino ad oggi, nei territori locali e quindi da qui a 30/40 chilometri, con un allargamento generale a tutta la Puglia, il costruire con la canapa è come se fosse un qualcosa di già traghettato, già passato nell’immaginario, come se fosse un’innovazione ma già matura. Il fatto di vedere un edificio compiuto di quelle dimensioni, fa superare immediatamente qualsiasi dubbio che si possa avere su un materiale innovativo come questo.
Parlando invece di cose pratiche: qual è la performance energetica dell’edificio in rapporto a quelli realizzati con i metodi dell’edilizia tradizionale?
Bisognerebbe vedere cosa si intende per tradizionale, nel senso che oggi tutti sbandierano qualcosa di nuovo, che poi nuovo non è. Comunque rispetto a quello tradizionale per legge, che, oggi come oggi la legge italiana impone, abbiamo consumi energetici nettamente più bassi. Sono case in cui tendenzialmente i residenti con una normale temperatura d’esercizio con 20 gradi d’inverno e 26 d’estate, in ambiente di comfort, pagherà una bolletta di qualche decina di euro. Quindi quasi soltanto la gestione ordinaria.
Come è alimentato il tutto?
Da solare termico e fotovoltaico che alimentano le pompe di calore condominiali. Per le due scale ci sono 4 pompe di calore da una parte e 4 dall’altra: 2 che fanno soltanto l’acqua calda e 2 soltanto per il freddo e il caldo. Per farla breve sono 12 appartamenti con due pompe di calore di 6 kilowatt elettrici, più o meno come una villetta su due piani che ne ha una per il piano superiore ed una per quello inferiore. Riescono a soddisfare l’intero portone di 10/15 appartamenti e da questo si può capire come la richiesta di energia sia bassissima. Nei primi mesi abbiamo fatto una serie di test sulla differenza di temperature interne nelle case normali di ognuno di noi, geometri ed architetti, che avevano già 27/28 gradi, mentre in quelle in calce e canapa, chiuse e non abitate e quindi senza ventilazione, c’era già una differenza di 3/4 gradi. Quindi l’involucro chiuso, sigillato, riesce a tenere meglio di 3/4 gradi in estate che non sono pochi, oltre ad una condizione di umidità relativa molto più bassa. Questo è quello che si percepisce entrando: una variazione di temperatura e di igrometria e un profumo di natura e di pulito che nelle case normali non si apprezza.
E per quanto riguarda il costo?
Rispetto al mercato locale noi all’inizio, e quindi 2 anni fa, vendevamo ad un 10/15% in più, rispetto ai competitor della zona. Abbiamo retto questo prezzo rafforzando l’investimento delle famiglie che ci hanno accompagnato, e delle altre che hanno acquistato, mentre i competitor ogni 6 mesi tendono ad abbassare del 5, del 10 e del 15% il costo e ciò nonostante non riescono a vendere. Il messaggio era che la qualità dell’elemento naturale, sommata al far di conto su quello che è un investimento che dura tutta la vita, ti fa vivere meglio e risparmiare giorno per giorno. Piano piano è arrivato alle persone che quindi o non comprano casa in generale, oppure piuttosto che comprare una tecnologia vecchia, visto che il mercato offre un’alternativa con una forte innovazione tecnologica, ragionano su questa possibilità. Dovunque arrivano queste tecnologie, il sistema viene messo in crisi e l’utente, che stupido non è, si informa, capisce e lo premia.
Tra tutti gli elementi qual è il più apprezzato?
Quello che viene fuori è che le persone che abitano queste case non apprezzano solo il risparmio energetico, che si potrebbe pensare sia la prima cosa, quanto apprezzano il comfort, la qualità di vita e la qualità dell’aria interna, oltre al fatto di essere sicuri di non avere agenti inquinanti dentro e di respirare sano, a prescindere dalle macchine e dai condizionatori. E’ un messaggio trasversale: sui numeri, ognuno può dire la sua e quando la metti sul piano dell’energia il mercato si confonde e l’utente non capisce bene, quando oltre all’efficienza energetica fai emergere la qualità di una costruzione naturale la gente è molto più interessata a questo aspetto perché da quasi per scontato che sia efficiente. L’esperienza diretta invece la percepisci fino in fondo capendo realmente il messaggio che doveva passare. Anche perché le nuove leggi energetiche stanno creando un gran caos e la gente rischia di scambiare ottime performance con cose completamente diverse.
Siete stati selezionati per partecipare al Green Building award…
Sì, il prossimo appuntamento è il Green Building e abbiamo iniziato una serie di attività di comunicazione per presentare il progetto in giro per l’Europa che stanno avendo molto successo. A fine settembre a Verona ci sarà il simposio internazionale dell’Hemp Building Association, e naturalmente faremo la nostra presentazione, visto che si tratta dell’edificio più grande e comunque più complesso d’Europa. Poi andremo a Lisbona al convegno mondiale delle tecnologie in sughero, perché le facciate presentano un rivestimento in sughero; l’altro elemento importante dell’edificio è infatti l’estetica che è risolta con materiali naturali. Le parti bianche, quelle beige e quelle marroni, non sono altro che le calci bianche, la canapa ed il sughero, con la canapa che diventa quindi anche finitura. Anche la pelle esterna dell’edificio è completamente naturale, come fosse un tutt’uno.
Quindi la canapa in edilizia è ormai una tecnologia “matura”?
Sempre di più e sempre più complessa con prodotti dalla a alla z. Ci sono i massetti, gli isolamenti per il tetto e per il pavimento, la parete, l’intonaco grosso e quello di finitura… Le nostre esperienze con i materiali da costruzione a base canapa sono oramai arrivate ad un livello di affidabilità altissimo tanto da poter affermare che oramai questa tecnologia è matura per poter diffondersi a tutte le scale di intervento , edilizia nuova piuttosto che esistente o storica , e rappresentare una filiera importante nel panorama economico nazionale.
Mario Catania