Raccontare le mille sfaccettature della canapa tramite le tesi di laurea di diversi studenti che hanno affrontato l’argomento da molteplici punti di vista. E’ il progetto Canapa in Tesi, creato dagli organizzatori della fiera Canapa in Mostra, che si è concretizzato in questo libro ben curato che odora di canapa, di giovani speranze e di un futuro migliore.
Come è nata l’idea di realizzare il libro?
Molto semplicemente l’idea è nata dal voler contribuire, secondo le nostre capacità, al risorgere dell’interesse per la Pianta nel nostro paese. Capacità dell’associazione CANAPAinMOSTRA è il far conoscere, mettere insieme e relazionare le realtà del settore, dandone prova con l’organizzazione della fiera omonima ed il relativo ciclo di conferenze, ormai appuntamento annuale del mondo cannabico.
Con il libro è avvenuto lo stesso: si è voluto dare risalto e riunire sotto un’unica cornice gli 8 lavori frutto di ricercatori Italiani che hanno trovato nella canapa spunto ed energia per loro e le loro ricerche, ricerche in alcuni casi veramente prestigiose. Tutto qui !
Qual è stato il criterio di scelta delle tesi?
Il criterio è stato molto semplice: quello di avere un approccio quanto più possibile multidisciplinare. Ciò nasce dalla consapevolezza che la pianta di Cannabis è in grado di avere influenze in molteplici sfere della vita sociale e della crescita personale dell’individuo. Dunque, perché trascurarne?
Viviamo inoltre nell’era in cui (si spera) passeremo dal regime del proibizionismo, così come teorizzato da Harry Anslinger nel 1937, al regime della legalizzazione e della trasparenza. Analizzare i catastrofici effetti di 80 anni di proibizionismo, con il vantaggio di avere una memoria storica recente, è un’occasione rarissima. Assistiamo inoltre nello stesso momento alla coesistenza sul panorama internazionale di Governi che incoraggiano la coltivazione e l’uso della cannabis, un esempio su tutti quello USA, pur con le sue contraddizioni, ma abbiamo anche esempi opposti come il tristemente noto caso delle Filippine, dove il presidente Rodrigo Duterte ha messo in piedi una scellerata cacci all’uomo al fine di, a suo dire, eradicare la vendita e il consumo di stupefacenti nel territorio nazionale. Una battaglia già persa altrove.
In base alla vostra esperienza ci sono tanti studenti che scelgono la canapa, nelle sue varie accezioni, per la propria tesi di laurea?
L’interesse è innegabilmente crescente da parte dell’attenzione pubblica, anni fa studiare la cannabis comportava quasi sempre il fatto di non aver modo di investire il proprio percorso di studi in un’attività lavorativa. Oggi invece la percezione è totalmente cambiata, la canapa cresce rigogliosa nei campi, lo Stabilimento farmaceutico militare di Firenze produce cannabis medica, ed è quindi naturale che l’attenzione da parte di chi sta facendo piani per il suo futuro inizi a cadere con maggior frequenza su questo argomento.
Qual è il messaggio che volevate dare con questa pubblicazione?
In effetti è quasi un non messaggio: la Cannabis è una pianta come le altre. Sarebbe anche il caso di smettere di farci dietrologie e pensare a impiegarla come qualsiasi altra pianta. Pensando solo ai suoi usi conosciuti e potenziali. Per questo esiste Canapa in Tesi: non è un volume di propaganda, è un volume informativo.
Se i giovani si dedicano con così tanta passione alla canapa, c’è speranza che la percezione delle persone nei confronti di questa pianta cambi in modo definitivo?
Senza voler nulla togliere a nessuno, siamo tutti attori dello stesso sceneggiato, senza il lavoro incessante di persone di ogni età ed estrazione sociale non saremmo mai arrivati al punto in cui ci troviamo, e credo che la in questo senso le tesi che presentiamo siano un validissimo esempio di quanto sostengo: ci vogliono le menti dei giovani, ma è anche vero che senza un docente di notevole apertura mentale non credo che avrebbero potuto fare tutto quello che sono riusciti a fare. Non dimentichiamo che nelle facoltà di Agraria, solo per fare un esempio banale, insegnano ancora docenti e ricercatori che hanno toccato con mano questa ricca industria prima della legge Cossiga.
Quali progetti avete in cantiere per il futuro?
Canapa in tesi è una pubblicazione che nasce, nei nostri intenti, come annuale. La prima edizione è stata frutto di uno scrupoloso lavoro di ricerca dei testi e dei contatti degli autori, mentre adesso oltre al lavoro di ricerca va dato atto che sono già in tanti ad averci contattato, consci che mai come ora è fondamentale dare visibilità e risalto al lavoro di ricerca che lo Stato, le Università e gli enti di ricerca stanno portando avanti da anni e con crescente impegno nonostante un’opinione pubblica tutt’altro che educata all’apertura dai troppi anni di proibizionismo.
I progetti in cantiere, fortunatamente, sono molti per il nuovo anno ed il prossimo. Avere idee (pro)positive con la canapa è facile.
Canapa in tesi è una pubblicazione che rinnoverete nel tempo?
Assolutamente. Siamo quasi a metà lavoro per CANAPAinTESI VOL II, subito dopo la fiera ed il lancio del primo volume siamo stati letteralmente inondati dalle richieste di collaborazione da parte di giovani e non solo. La pubblicazione verrà rinnovata ogni autunno, nostro obiettivo è diventare un punto di riferimento per i ricercatori sia Italiani che stranieri, istituendo un comitato scientifico canapa a 360°.
E’ importantissimo per noi ringraziare il professor Grassi e il professor Grotenhermen per il loro indispensabile supporto ed incoraggiamento oltre che tutti i ricercatori che hanno contribuito alla pubblicazione.
Mario Catania