Quanto si guadagna a coltivare canapa? Conviene? Ma che varietà è meglio utilizzare? Ci sono degli incentivi? Sono le domande che ci vengono rivolte più spesso da voi che vi leggete. Noi, oltre a sottolineare la valenza ambientale e sociale che una nuova filiera moderna della canapa possa creare, abbiamo scelto di dare la parola agli agricoltori che già coltivano e/o trasformano questa pianta in ambito alimentare, per farci raccontare direttamente da chi si sporca le mani e fatica in mezzo ai campi, quale sia la reale situazione.
Il ciclo di interviste prosegue con i ragazzi di CanapAroma.
Di cosa si occupa la tua azienda?
CanapAroma srl persegue principalmente quattro obiettivi: consulenze agronomiche e coltivazione, la realizzazione e vendita di prodotti artigianali di canapa, food & beverage (ristorazione e catering) e organizzazione di eventi cannabici. Uno degli aspetti che ci ha permesso maggiormente di entrare in poco più di un anno in questo mondo è stata la fortuna di trovarsi a Roma dove abbiamo lanciato il nostro format “Io magno canapa” in cui attraverso la rivisitazione di piatti della cucina tradizionale locale, con i principali prodotti della canapa alimentare quali semi, farina ed olio, siamo riusciti a sensibilizzare un pubblico molto variegato, di cui buona parte non aveva mai avuto il piacere di assaggiare niente del genere. In questo tipo di eventi noi realizziamo dei menù che dall’antipasto al dolce sono tutti a base di canapa; abbiamo anche partecipato a diversi festival gastronomici dove abbiamo portato ricette esclusive come quella del “canapamisù” che è risultata essere molto apprezzata dal pubblico.
Quanti ettari avete coltivato nel 2016? Quanti pensate di coltivarne nel 2017?
Nel 2016 abbiamo preso parte solamente a delle coltivazioni sperimentali come quella del progetto “Saracinesco in Canapa” e qualche altro piccolo appezzamento nella zona dei Castelli Romani che è servito per lo più a sensibilizzare l’opinione pubblica, attraverso corsi di canapicoltura ed eventi di catering sul campo, più che ad uno scopo produttivo vero e proprio.
Nel 2017 coltiveremo circa 7 ettari in diverse zone della nostra Regione, il Lazio, 5 di questi saranno destinati a scopo produttivo, mentre 2 ettari sono di aziende che seguiamo attraverso il nostro servizio di coaching.
Che varietà di canapa utilizzate?
Noi di CanapAroma per il nostro tipo di filiera siamo maggiormente orientati verso le cultivar dioiche italiane ed europee: parliamo quindi di Carmagnola, Fibranova, Kompolti ecc. Non escludiamo comunque di realizzare qualche appezzamento con cultivar monoiche più facilmente meccanizzabili ed utili a scopo alimentare; quest’ultime però restano a mio avviso una forzatura artificiale della natura per facilitare la raccolta, mentre da agronomo preferirei che la ricerca si spingesse nella selezione di cultivar adatte ai nostri habitat e ad una profonda innovazione della meccanizzazione.
Hai mai chiesto o ottenuto incentivi per la coltivazione di canapa?
Per ora non abbiamo mai chiesto tale tipo di incentivi perché nel 2016 abbiamo realizzato solamente dei campi dimostrativi e sperimentali.
A fronte delle spese sostenute per le coltivazioni, quanto guadagni in media a ettaro nel coltivare canapa?
A questo è molto difficile rispondere, perché dipende dalla stagione, dalla qualità del prodotto e dal tipo di filiera che si riesce a chiudere. Quello che penso di poter dire con certezza è che il guadagno, considerando anche un ipotetico indotto dato da quelle che sono le esternalità, possa risultare maggiore della cerealicoltura.
Effettui produzioni in proprio?
Effettuiamo produzioni in proprio come nel caso dei nostri prodotti, si tratta di una seconda trasformazione realizzata insieme ai nostri laboratori artigianali, scelti accuratamente in base alla tipologia del prodotto, per garantire ai nostri clienti sempre la migliore qualità possibile.
Effettui lavorazioni per conto terzi?
Per conto terzi effettuiamo consulenze agronomiche, tutoraggio per tutto l’intero ciclo della coltura andandola ad inserire all’interno del sistema colturale più adatto in base all’esigenze dell’agricoltore, dell’areale della zona e della filiera più remunerativa. Forniamo inoltre all’agricoltore i migliori canali commerciali di vendita.
Conferisci il prodotto della tua coltivazione ad un’azienda che effettua la lavorazione del prodotto?
Sì, quest’anno gran parte della nostra produzione è già destinata ad un’azienda che effettuerà diverse lavorazioni del prodotto, un’altra parte della produzione serve invece alla nostra azienda per effettuare delle lavorazioni in proprio.
Hai mai conferito le tue paglie di canapa ad uno dei due centri di prima trasformazione presenti in Italia?
Purtroppo nel 2016 non avevamo abbastanza materiale da ipotizzare una convenienza ed una sostenibilità su questo aspetto, ma speriamo di riuscirci quest’anno avendo molte cultivar dioiche da fibra.
Consiglieresti ad un agricoltore di coltivare canapa a rotazione o come coltura principale dei suoi campi?
Non consiglierei mai a nessun agricoltore di coltivare qualsiasi specie in monocoltura, pertanto consiglio sempre di inserire la canapa all’interno del sistema colturale, poiché in agronomia si presta come ottima “specie da rinnovo” in una rotazione che vede come altre protagoniste una specie vernina cerealicola e magari una leguminosa intercalare. In questo modo avremo sempre i campi occupati, ridurremo il problema delle infestanti, degli organismi fitopatogeni e preverremo il dilavamento dei terreni andando a realizzare i migliori presupposti agronomici tali da garantire produzioni sostenibili ed economicamente remunerative nel nostro sistema colturale.
Come vedi il futuro della canapa italiana?
Direi che lo vedo molto roseo, anzi per restare in tema verde! Però dobbiamo essere molto bravi a colmare tutte le parti mancanti della filiera in modo da essere davvero competitivi nei confronti degli altri paesi e riportare questa importantissima coltura agli splendori che un tempo aveva sulla nostra fantastica Penisola.
Mario Catania