Una due giorni dedicata alla canapa siciliana per riunire agricoltori e trasformatori e tentare di chiudere diverse filiere dal punto di vista industriale, e di dare ai pazienti le corrette informazioni dal punto di vista terapeutico.
“Il food packaging, l’automotive, il tessile, l’industria cartiera, la bio-edilizia, il nutraceutico, il terapeutico sono solo alcuni settori che vengono abbracciati dalla filiera della canapa”, raccontano gli organizzatori spiegando che: “In Sicilia i primi passi in tal senso, sono stati mossi con l’organizzazione della prima edizione de “La canapa per la Salute e l’Industria”, circa un anno fa. L’evento ha generato una serie di interessamenti ed impegno da parte di alcuni attori siciliani, ed ha permesso di mettere le basi per cominciare a lavorare ad una filiera regionale”.
“Dopo l’evento, a cominciare dall’estate 2016, gli attori regionali si sono riuniti almeno una volta al mese, ogni volta in una parte diversa della sicilia, per promuovere il networking. Dalle riunioni è venuto fuori un gruppo pieno di competenze e giovani che vogliono mettersi alla prova. Abbiamo messo a punto una mappa con circa 40 ettari e 15 varietà diverse di canapa, seminate in 6 territori (Catania/Piana – Catenanuova/Raddusa – Siracusa/Noto- Madonie/Caltanissetta- Belice/Alcamo- Caltagirone/Ragusa/Barrafranca) divisi in base alla morfologia del territorio. L’idea di base è creare sinergia fra le realtà protagoniste in terra siciliana, per generare un mercato di prodotto e trasformato in sicilia”.
“La canapa per la salute e l’industria”, questo il titolo della manifestazione, arriva quest’anno alla seconda edizione e prenderà il via il 3 maggio presso la facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Catania con un convegno dedicato a canapa industriale, bioedilizia in canapa e calce e cannabis terapeutica.
L’inizio del convegno è previsto per le 8 con le introduzioni dei professori Luciano Cosentino (Agraria), Bruno Messina (Architettura) e Vincenzo Perciavalle (Medicina), per poi lasciare la parola ai relatori. Tra gli altri interverranno Rachele Invernizzi di South Hemp Tecno, il professor Paolo Guarnaccia, l’avvocato Giacomo Bulleri di Toscanapa, Beppe Croce di Federcanapa e Giovanni Milazzo di Kanèsis; saranno inoltre raccontate le esperienze dirette dell’azienda Molino Crisafulli, unica a coltivare e trasformare canapa siciliana nel 2016, e della Kibbò azienda agricola Gioia che offriranno un buffet a base di canapa.
Dalle 12.30 prenderà il via la parte dedicata alla bioedilizia con l’esperienza di Giuseppe Guglielmino dell’omonima cooperativa, ed il racconto della professoressa Maria Luisa Germanà dell’Università di Palermo e del professor Sergio Sabbatini del Politecnico di Milano.
Dalle 16.20 partirà invece la sezione dedicata alla cannabis terapeutica con gli interventi di pazienti e medici. Aprirà la discussione il professor Vincenzo Perciavalle e poi ci saranno gli interventi del dottor Giuseppe Nicosia a proposito di canapa ed alimentazione, di Alessandro Raudino, presidente di Cannabis Cura Sicilia, del dottor Carlo Privitera, prescrittore di cannabis ed esperto in materia, e dell’associazione Marijuana Terapy Liberty.
Il 4 maggio invece sarà la giornata dedicata al cantiere-scuola che si svolgerà presso la Guglielmino Cooperativa in c/da Rocca Sieli, via Plebiscito 214 a Misterbianco. Si inizierà alle 8.30 con la registrazione dei partecipanti per poi passare alla preparazione di impasti per riempimenti, per intonaci e miglioramento termico e poi alla posa di intonaci in canapa e calce. Nel pomeriggio si passerà alla preparazione di mescola per finiture in calce e canapa.
Lo scopo è quello di fare il punto della situazione sul lato agronomico, quello dell’architettura sostenibile e della cannabis terapeutica in Sicilia. Si parlerà della filiera della canapa e di come in Sicilia si pianteranno circa 50 ettari, coordinati dal network CACTUS (Coordinamento Agricoltura Canapa Trasformatori Università di Sicilia) che sarà presentato in questa occasione insieme al regolamento etico per le aziende e le realtà che vorranno aderire. L’idea è quella di trasformare i 50 ettari coltivati in modo locale utilizzando il semilavorato nel settore della bioedilizia, in quello della bioplastica ed in quello alimentare.
Mario Catania