L’obiettivo è ambizioso quanto nobile: “La terra cruda è un materiale straordinario che meriterebbe di essere approfondito ed il mio traguardo di vita è quello di cambiare il modo di costruire in Italia, in Europa e nel mondo. Mi chiedo: Perché dobbiamo cuocere un mattone a mille gradi con un enorme spreco di energie ed un’altissima emissione di CO2, se crudo è mille volte meglio? Io la definisco un materiale sacro: in tedesco si usa un termine che vuol dire “terra che guarisce” perché l’argilla viene usata anche per impacchi, pillole ed integratori”. Ed è così che più di trent’anni fa in Alto Adige è nata la cooperativa Ton Gruppe, fondata da Ulrich Pinter per dedicarsi allo sviluppo di un concetto costruttivo innovativo, dalle fondamenta al tetto, con l’obiettivo di dare una risposta definitiva alle numerose problematiche che si riscontrano negli edifici costruiti dal dopoguerra ad oggi. Nel 1998, anno in cui in Italia è iniziata la ripresa moderna della coltivazione di canapa, nella cooperativa hanno iniziato ad usarla per i pannelli isolanti che utilizzano nelle abitazioni che costruiscono o che restaurano, completamente con materiali naturali e con un costo pari a quello di un’abitazione tradizionale. “E’ un bel traguardo”, ha continuato a spiegare il fondatore Ulrich Pinter, “perché potremmo risparmiarci milioni e milioni di tonnellate di emissioni di CO2 evitando di produrre mattoni e cemento. Con questo concetto potremmo far vivere le persone in case sane. E’ il traguardo etico della nostra piccola cooperativa e ci battiamo per diffondere questo credo con pochi capitali a disposizione. Piano piano, con l’aiuto e nell’interesse di tutti, ci arriveremo”. Al momento sono in costruzione diverse case in Italia: “Stiamo crescendo e c’è tanto da soffrire, ma il risconto positivo che abbiamo quotidianamente ci da la forza per vedere un futuro roseo e lavorare tanto per questo progetto”.
Come e quando avete iniziato ad utilizzare la canapa?
Quando nel 1998 è stata inaugurata una fabbrica che produceva pannelli isolanti in canapa per l’edilizia ho iniziato subito ad utilizzarla perché conoscevo già le proprietà fantastiche di questo materiale.
Voi quindi la utilizzate come isolante?
Sì, sono pannelli isolanti costituiti da fibra di canapa. Il settore ha avuto parecchi alti e bassi perché negli anni già diverse fabbriche che li producevano in Europa, sono fallite. Non perché il prodotto non sia valido, ma perché erano aziende nate per produrne una certa quantità; il problema è che il costo iniziale rispetto alla lana di roccia o alla fibra di vetro è un po’ più alto e la gente non vuole spendere di più. Ci vuole tempo per diffondere un materiale del genere. Erano impianti molto grossi che producono anche 5 autotreni al giorno di isolante, solo che non è possibile cambiare il mercato da un giorno all’altro e quindi non riuscivano a vendere tutta la merce prodotta e sono entrate in crisi finanziaria.
Lei dove acquista i pannelli?
Prima in Austria, poi in repubblica Ceca, poi sono tornati a produrli in Austria. Era partito un impianto in Polonia ma è stato fermato, in Francia c’era un’azienda ed ha chiuso. Noi abbiamo sempre cercato di supportare il prodotto, che è validissimo e di creare il mercato. Da un paio di anni sembra stia andando tutto bene e stiamo riscontrando i primi successi.
Quali sono le caratteristiche di questi pannelli?
Innanzitutto la canapa non viene attaccata da insetti e roditori, per cui è praticamente eterna. Le mummie egizie erano avvolte nei teli di canapa, che sono resistiti per 3mila anni. I sacchi di caffè ancora oggi vengono trasportati nei sacchi di canapa perché i topi non li attaccano. Diversi quadri di famosi pittori veneziani sono dipinti su tele di canapa. Per quanto riguarda l’isolamento delle case è una qualità importante e un’altra cosa di cui non si tiene conto è che sia biodegradabile e riutilizzabile. Oggi si usano moltissimo la lana di roccia e la fibra di vetro che io chiamo l’amianto del futuro: sono prodotti assurdi che fanno male a chi le pone in opera. La canapa non fa polvere quando si posa o si taglia, ha un grandissimo LCA (Life Cycle Assessment) – che è il ciclo di vita – e rispetto ad esempio alla fibra di legno, che richiede molta energia grigia per essere prodotto, e dura poco perché marcisce presto, la canapa non marcisce.
E dal punto d vista dell’isolamento che vantaggi ha?
Oltre al fatto che è molto duratura, la canapa ha la più alta capacità termica tra tutti gli isolanti, che vuol dire che non porta alla formazione ad esempio della rugiada su un cappotto esterno perché, avendo una grande capacità termica, dopo il tramonto del sole si raffredda lentamente. Con gli isolanti sintetici invece si forma questa specie di rugiada perché l’aria calda contiene molta umidità, come quando si prende una bottiglia fredda dal frigorifero e si forma la condensa. Questa condensa che si forma sul cappotto deve innanzitutto essere asciugata, e quindi toglie energie alla casa e la fa consumare di più per riscaldarla, e poi, non bagnandosi, non si corre il rischio della formazione di muffe. I cappotti sintetici dopo un paio d’anni cominciano a diventare scuri ed invecchiano molto velocemente. Io dico spesso che invece acquistare un cappotto sintetico è meglio spendere i soldi per una crociera, perché sono soldi buttati via. Si risparmia leggermente all’inizio, ma si spende molto di più in consumi ed interventi di manutenzione e verniciatura.
La canapa ha anche un’alta capacità di assorbimento acustico, che è molto importante nelle case. Abbiamo appena isolato una palestra con la canapa dove c’era un riverbero altissimo che la rendeva quasi inutilizzabile, oggi abbiamo dimezzato i valori di riverbero rientrando nei parametri di legge.
Per le vostre case quali altri materiali utilizzate?
Oggi le case vengono costruite con materiali sempre più leggeri come il legno o i blocchi in laterizio alleggeriti, che non hanno massa. Ma in un clima mediterraneo per avere comfort in casa e per fare in modo che sia fresca anche d’estate, c’è bisogno di tanta massa. Le case vecchie sono fresche in estate per questo motivo. Noi la massa la diamo con un prodotto altrettanto fantastico che è la terra cruda e cioè l’argilla. Noi le case le costruiamo con un telaio in legno o in acciaio o anche in cemento armato. Poi in mezzo al telaio inseriamo un isolante leggero, che è appunto la canapa che pesa 40 chilogrammi al metro cubo, ma poi utilizziamo anche la massa pesante che è data dal nostro mattone in terra cruda che si chiama Krioton dove “krio” sta per “fresco” in greco e “ton” significa “argilla” in tedesco. Con questa soluzione la casa è calda in inverno e fresca in estate, cosa importantissima, perché rinfrescare la casa in estate costa in media 3 volte rispetto al riscaldarla. Oggi tutti guardano al risparmio in inverno, che ci sta, il problema è che se faccio una casa leggera d’inverno risparmio ma d’estate spendo il triplo per rinfrescarla: è uno dei controsensi dell’edilizia di oggi che per me è tutta un abbaglio. Il meccanismo è questo: il freddo passa dalle mura ma dalle finestre passa anche tanto calore in estate. Se io all’onterno della casa non ho nulla da riscaldare viene subito caldo; se invece c’è della massa da riscaldare, finché non si scalda quella rimane il fresco. Di notte scarica il calore e il giorno dopo si riparte, gratis.
Qual è la differenza di prestazioni energetiche tra una casa tradizionale e quelle che costruite voi?
La nostra casa si chiama Geosana+ perché le nostre case producono più energia di quella che viene consumata con un impianto fotovoltaico nemmeno troppo grande. Le case passive di oggi in inverno non consumano nulla ma in estate hanno bisogno di impianti fotovoltaici enormi per far funzionare le pompe di calore. Invece le nostre in inverno consumano un minimo di energia per riscaldarla con dei pannelli che contengono una fibra di carbonio e riscaldano a raggi infrarossi, ma in estate non ho bisogno di nulla, per cui vendo l’energia. Siccome il periodo dove non riscaldo è maggiore di quello in cui devo riscaldare, nella maggioranza delle zone d’Italia produco più energia di quella che consumo. Penso si possa definire una casa veramente sostenibile, non solo a chiacchiere, realizzata solo con prodotti naturali. Noi la chiamiamo una bioedilizia profonda e responsabile, perché non è solo un po’ di colore verde, ma una vera bioedilizia che usa legno, canapa e terra cruda, materiale eternamente reversibile ottimo anche in un’idea di economia circolare. La terra cruda non diventerà mai un rifiuto: tra cento o mille anni con la stessa terra produco un’altra casa, o ne faccio un orto.
E riguardo al prezzo finale?
Le nostre case costano come le altre. Perché noi, invece che mettere i soldi nelle macchine che si utilizzano per costruire le case, che chiamiamo “protesi tecnologiche”, li mettiamo in un buon involucro che dura per sempre, non ha bisogno di manutenzione e non consuma. Le case moderne funzionano solo con impianti di climatizzazione, aerazione forzata, deumidificazione: in inverno dovresti umidificarle e costa di più che deumidificarle, tutte spese inutili date dal marketing. Noi siamo liberi, non dipendiamo da agenzie e non siamo iscritti a nessuna associazione: vogliamo essere liberi senza far parte di alcuna lobby, solo di quella della natura.
Oltre a realizzare case nuove fate anche interventi di ristrutturazione in quelle esistenti?
Certo, noi facciamo tanti interventi di ristrutturazione perché i nostri prodotti si prestano. Facciamo i cappotti esterni in canapa, o anche interni, che però in questo caso sono sempre combinati con la massa di un pannello in terra cruda e paglia che sostituisce il cartongesso che è un altro rifiuto speciale. Abbiamo tanti casi in cui le abitazioni erano piene di muffa che con questa soluzione viene tolta per sempre, con un risparmio energetico non indifferente perché isoliamo contro il freddo. E poi la terra cruda che ha il vantaggio di regolare l’umidità in casa assorbendola e rilasciandola e tenendola sempre intorno al 50% che è l’ideale per l’uomo. Come si sa l’umidità incide molto sulla percezione del calore. Un metro cubo di terra cruda assorbe 100 litri di vapore acqueo, sono dieci bidoni d’acqua. Per cui se faccio una doccia o se cucino, non si appannano mai i vetri e non si farà mai la muffa. E come assorbe l’umidità lo fa anche con gli odori: quelli della cucina come quelli del bagno o quello del fumo di sigaretta. La molecola dell’odore viene stoccata dal vapore acque, l’argilla assorbe il vapore acqueo filtrando e pulendo l’aria. Diciamo che igienizza il locale visto che non ci sono gli acari della polvere dove c’è la terra cruda.
Mario Catania