Canapa tessile: Italia ed Austria insieme per ricostruire la filiera

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Uno sforzo comune tra Italia ed Austria per provare a ricostruire una moderna filiera tessile. L’idea parte da Bolzano, dove all’Accademia europea della città hanno immaginato un progetto che possa studiare quali tipi di lavorazioni meccaniche servano per una moderna filiera della canapa tessile dalla raccolta in campo alla successiva lavorazione.

I partner attualmente coinvolti sono circa dieci ed includono oltre ad enti di ricerca, piccole e medie imprese nonché amministrazioni pubbliche e associazione dei coltivatori, determinati a partecipare ad un bando europeo per ottenere i fondi necessari per la ricerca.

Anche in Alto Adige si sta parlando molto di canapa come possibilità soprattutto per i piccoli agricoltori in un’ottica di diversificazione delle colture. L’Accademia di Bolzano, che si occupa principalmente di sviluppo territoriale, ha quindi pensato di proporre un progetto che coinvolgesse il territorio per cercare di valorizzare una filiera della canapa regionale. L’idea è poi cresciuta ed ha iniziato a coinvolgere non solo soggetti della provincia di Bolzano ma anche in un’ottica più ampia vista la possibilità di proporre un progetto finanziato da fondi europei che rientri nel programma Interreg (programma che promuove lo sviluppo nell’area di confine, ndr) tra Italia ed Austria. Sono stati inclusi altri soggetti tra i quali il Fraunhofer Innovation Engineering Center, istituto di ricerca parte del più grande centro per la ricerca applicata in Europa, per quanto riguarda l’innovazione tecnologica e l’automazione industriale.

Il progetto si occuperà di analizzare il livello tecnologico della produzione e le possibilità di ottimizzazione di tecnologie attualmente utilizzate nella filiera della canapa tessile dalla raccolta in campo alla successiva lavorazione.

“Sappiamo che dal punto di vista dell’industria tessile c’è stato un rallentamento anche a livello nazionale, soprattutto per ciò che riguarda lo sviluppo di nuove tecnologie. Pertanto qualora si voglia riattivare una filiera tessile della canapa sarà necessario vedere come determinate tecnologie possano essere ottimizzate, anche alla luce delle opportunità che offre l’industria 4.0″ spiega Riccardo Brozzi, coordinatore dei finanziamenti europei del Fraunhofer Innovation Engineering Center in Italia.

“Per quanto riguarda il consorzio di partner italiani, oltre all’Accademia europea di Bolzano saranno coinvolti Fraunhofer Italia, l’Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi, oltre a due realtà aziendali operative rispettivamente nella consulenza e commercializzazione di prodotti a base di canapa. In Austria hanno mostrato interesse a partecipare nel progetto istituti di ricerca applicata e di qualificazione professionale nonché aziende, associazione commerciali ed istituzioni pubbliche”.

Il progetto non è ancora avviato, è in fase di preparazione e sarà operativo presumibilmente verso la fine del 2018 o l’inizio del 2019, qualora il finanziamento venga approvato: “Stiamo studiando a livello transnazionale come valorizzare una filiera della canapa che guardi alla canapa tessile ed alla produzione di fibra lunga, oltre ad un’analisi a basso potenziale su quali usi potrebbero essere interessanti per la regione”.

Il problema per una moderna filiera della canapa è che non si è mai proceduto con una meccanizzazione della lavorazione, sia per quanto riguarda i macchinari necessari per tagliare la canapa in campo alla giusta altezza, e le macchine utilizzate per il lino non sono adatte allo scopo, e poi bisogna capire quali siano i metodi per aumentare la resa di fibra ed effettuare la stigliatura e la macerazione. Non da ultimo rimane il problema del basso costo della manodopera ad esempio in Cina, dove viene prodotta una gran quantità di filato di canapa seppur di bassa qualità. “Noi cerchiamo di capire come anche tramite lo sviluppo tecnologico le economie regionali possano beneficiare dalla produzione e commercializzazione di prodotti tessili derivati dalla canapa, chiaramente ad una scala diversa da quella che può essere la produzione realizzata ad esempio in Cina. Quindi puntare sulla ricerca delle caratteristiche delle economie regionali, delle sinergie realizzabili con altri settori, per creare una propria via nel tessile che si rivolgerà ad un segmento di mercato diverso e che dovrà mettere al centro la qualità e la sostenibilità del prodotto”.

Un mercato in cui il made in Italy può rappresentare un valore aggiunto. “Senza dubbio, anche perché le iniziative sulla canapa sono in crescita e soprattutto il tessile potrà essere un settore privilegiato, come può esserlo quello dell’alimentare in quanto entrambi espressione del made in italy”.

Mario Catania

 

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