La canapa industriale è al centro di un’impennata nelle coltivazioni degli agricoltori statunitensi che ora stanno seminano con numeri da record, spesso sostituendo coltivazioni come soia, mais e tabacco. Con un crescente interesse da parte degli agricoltori che cercano prodotti più redditizi e il sostegno di potenti intermediari come il leader della maggioranza del Senato americano Mitch McConnell (R-KY) che spinge per la legalizzazione definitiva – le scelte legislative potrebbero essere a favore della liberazione della canapa dal divieto federale già in questo anno.
Il riferimento è al fatto che il 28 giugno il Senato ha approvato la legge sulla canapa americana per classificarla come coltura agricola e rimuoverla dalla legge sulle sostanze controllate presenti nella Tabella I, ma manca ancora l’approvazione finale.
Intanto il mercato americano della canapa continua a registrare una forte crescita delle vendite e secondo i nuovi dati pubblicati dall’Hemp Business Journal, nel 2017 le vendite al dettaglio negli Stati Uniti di prodotti alimentari e bevande di canapa, cosmetica, integratori, parti di automobili e altro, hanno raggiunto 820 milioni di dollari. La stima per il futuro è che il mercato americano dei prodotti derivati dalla canapa crescerà fino a 1,9 miliardi di dollari entro il 2022.
Mentre i produttori di canapa in Stati come il Colorado, il Nord Dakota e l’Oregon hanno incrementato la produzione di canapa dal 2014, è nel Kentucky – una volta considerato la “Capitale della canapa del mondo” – che gli agricoltori vedono la canapa come una coltivazione migliore di altre più tradizionali come il tabacco.
Il trentanovenne Brent Cornett, un contadino della settima generazione la cui azienda agricola familiare comprende carne bovina, mais, soia e prodotti – e fino a poco tempo fa, principalmente tabacco – negli ultimi anni si è dedicato alla coltivazione della canapa. L’agricoltore fa parte di un gruppo guidato da Atalo Holdings a Winchester, nel Kentucky, che stava aiutando gli agricoltori ad aggiungere la canapa alle loro rotazioni. È entrato a far parte del gruppo Atalo nel 2016 provando a coltivare 20 acri (circa 10 ettari), con buoni risultati, e da allora ha incrementato la sua superficie coltivata ogni anno.
Cornett ha detto che le risorse disponibili da Atalo e la base di conoscenze del gruppo dei coltivatori lo hanno aiutato ad aumentare la produzione a 35 acri nel 2017 e 85 acri nel 2018. “Ci sono state molte sfide, ma ad oggi un raccolto mediocre di canapa sta dando un rendimento migliore di un eccellente raccolto di tabacco”, ha affermato.
A partire da cinque agricoltori e 35 ettari nel 2014, il gruppo ora conta 60 agricoltori in tutto il Kentucky e sta lavorando con gli agricoltori nel Tennessee e nel North Carolina, oltre a consigliare i coltivatori della Carolina del Sud, Pennsylvania, New York, West Virginia, Maryland e Wisconsin.
“Mentre il mercato americano della canapa continua a crescere ad un ritmo a due cifre all’anno, i consumatori americani continuano a dimostrare il loro forte interesse per i prodotti di canapa”, ha detto il presidente di Vote Hemp Eric Steenstra.
Cornett vede un futuro brillante per la canapa all’orizzonte. “Quando la canapa sarà legalizzata, saremo in grado di ottenere un’assicurazione e usare anche il raccolto per le garanzie economiche necessarie. Quindi potremo davvero decollare “, ha detto.
Secondo Vote Hemp, nel 2017 sono stati piantati circa 10mila ettari di canapa in 19 stati, 32 università hanno condotto ricerche sulla coltivazione della canapa e sono state rilasciate in tutto il paese 1.456 licenze per la coltivazione.
Redazione di canapaindustriale.it