I gemelli Bernardini: dalla storia al futuro della canapa italiana

Canapicoltura //

Pubblichiamo qui di seguito un articolo dei gemelli Bernardini, memoria storica della canapa in Italia tra i fautori della ripresa della coltivazione di questo vegetale in Italia oltre 20 anni fa. 

Raccontare il cammino di oltre vent’anni, passati a parlare di canapa in Italia nei secoli passati… Sono i gemelli Domenico e Settimio Bernardini.

Rispolveriamo vecchi attrezzi per la coltivazione e la lavorazione della canapa, iniziando il cammino per risvegliare i ricordi di tutti coloro che un tempo avevano trattato la pianta e di altri che ne avevano solo sentito parlare dai loro genitori; alcuni non sapevano cosa fosse, altri la conoscevano solo come fumo.

La storia secolare si collega con la nostra storia, intrecciandosi anno dopo anno a parlare di canapa sativa, dalla coltivazione ai vari utilizzi, alimentare, industriale, farmaceutico e non da meno per l’edilizia, settore molto importante se ben gestito.

Il cammino come Museo Itinerante dei gemelli Bernardini inizia nel lontano agosto del 1997. Come sempre succede si parte da una mostra estiva, la richiesta a gran voce di istituire un Museo, ne parlano i giornali, le riviste, arrivano le prime richieste di esporre gli attrezzi e parte del Museo in altre località del Lazio. Gli attrezzi riprendono aria e a funzionare, le stoffe secolari tornano in bella mostra sprigionando la loro freschezza, donano colore, risvegliando il cuore alle persone che ne avevano il ricordo.

Trattare con le scuole, e seguire i ragazzi è stato il nostro cavallo di battaglia, perché parlare con i ragazzi del lavoro che svolgevano i nostri nonni nei secoli, dalla coltivazione alle stoffe, ci rendeva felici.

Avevamo la sensazione di incantarli, per l’attenzione con cui seguivano i nostri racconti, mostrando e usando i vari attrezzi della lavorazione, dalla semina alla crescita della pianta alla trasformazione in fibra, la stoppa, le corde fino a realizzare le stoffe. Tutto era coordinato. Per dar maggior risalto al valore della canapa portavamo ad esempio le caravelle che solcavano gli oceani e che erano realizzate da due soli elementi, legno e canapa; lo scafo, tra una tavola e l’altra, ha un’anima di stoppa (canapa) per impermeabilizzare lo scafo, le vele e le corde sono di canapa.  Questo stupiva i ragazzi, il comprendere il valore di questa materia così naturale e dei tanti utilizzi.

Tutto quello che vedevamo ci faceva ribollire il sangue, sapendo che in Italia per anni è stata vietata la coltivazione tenendo presente di essere stati i secondi al mondo in produzione e primi in qualità di fibra. Esportando in molti paesi Europei, Inglesi, e persino in America.

Da questa amarezza torniamo carichi nel raccontare ancor di più della nostra canapa, e darle quella voce che merita e la forza di riportarla ai suoi splendori, ripiantandola.

Molti parteciparono al convegno sulla Canapicultura a Caserta 3-4-5 dicembre 1997 tra cui un gruppo di agronomi capeggiati dal prof. Sosio Capasso dell’Istituto di Studi Atellani, o Felice Giraudo di Carmagnola, Cesare Tofani dalla Toscana, dott. Mignore e dott. Canaletto di Roma, Angela Grimaldi e noi i gemelli Bernardini del Museo Itinerante della Canapa. Il secondo giorno del convegno l’allora Ministro Pinto delle Risorse Agricole e Forestali inviò una circolare al convegno dove l’Italia poteva ripiantare canapa per una superficie di 1000 ettari. A chiusura del convegno venne costituita Assocanapa con la nomina del presidente, nella persona di Felice Giraudo, con sede a Carmagnola (Torino). Il 1998 iniziò con le prime semine a marzo, di circa 300 ettari, erano i nuovi pionieri, qualcosa in campo nazionale si stava muovendo.

Dal 1998 il cammino del Museo Itinerante della Canapa diventa inarrestabile, il Lazio è di casa, si va in Piemonte, Toscana, veniamo inseriti su una rivista in Olanda, a Colonia in Germania siamo stati presenti a una manifestazione sulla canapa, a Berlino troviamo un altro Museo sulla canapa. Questo viaggio ci fa comprendere quante realtà e innovazioni si siano realizzate. Dalle vernici, ai pannelli di fibra, e tanto altro.

A parlare di canapa non siamo più soli, la scintilla che abbiamo lanciato inizia a infiammare il cuore degli italiani, il nostro pellegrinare con il Museo Itinerante della Canapa dilagava in tutte le direzioni della penisola, non sempre si riusciva a soddisfare le richieste perché si sovrapponevano. Il nostro sforzo era quello di accontentare tutti coloro che organizzavano le manifestazioni richiedendo anche la nostra presenza. La Canapa sativa stava facendosi strada, una strada piena di incertezze, mancava ancora una legge e non esisteva la filiera. I successivi convegni hanno posto queste problematiche. Facendo richiesta alla politica di legiferare, e trovare le risorse per la trasformazione del prodotto coltivato. Queste richieste trovano un percorso lento e burocratico, come ben sappiamo.

Passano alcuni anni e parlare di canapa si rafforza sempre di più, i giovani che vogliono piantarla sono sempre più numerosi dando grande spinta alla ripresa delle coltivazioni. Il nostro cammino è incessante. Partecipiamo ai convegni, mostre e fiere, tanto che veniamo chiamati dai Musei Francesi per collaborare con loro alla manifestazione La Notte dei Lumiere, una esperienza bellissima e piena di fascino, per far visitare il Museo a lume ad olio (di canapa), rivivendo la realtà dei secoli passati, bisognava trattenere i visitatori per circa 10 minuti in modo che gli occhi si abituassero a quella luminosità per iniziare la visita museale, tutto questo faceva capire come le nostre nonne lavoravano a lume di candela. Collaborare con l’associazione Ciechi Provinciale di Roma è cosa indescrivibile, far toccare tutti gli attrezzi del Museo a ognuno di loro spiegando relative funzioni, visite che si sono ripetute nel tempo.

Dopo vari anni a parlare di canapa, sempre più persone si impegnano per portarla avanti.

Nascono i primi trasformatori, con Assocanapa a Carmagnola (TO) e con Rachele Invernizzi a Crispiano (TA) e questo è un gran passo, ma ne occorre almeno uno nell’Italia centrale, per questo abbiamo rivolto le nostre speranze nei dirigenti di Arsial per la sua realizzazione ma il cammino è ancora lungo.

Il nostro impegno itinerante e costante, le località dove è stata richiesta la nostra presenza sono circa sessanta, e non ci fermiamo qui, ci viene richiesto di andare a Catania, cosa rara, è un grande piacere arrivare anche in Sicilia. E’ grande l’accoglienza e l’ospitalità che ci riservano ovunque andiamo.

Si sentono le prime voci di alcuni politici che fanno interpellanze sulla canapa da fibra, seguono delle bozze, come sempre la politica è lenta, passa del tempo, solo la Regione Toscana fa la sua legge Regionale. Nel 2015 veniamo invitati a partecipare al convegno sulla canapa organizzato dall’associazione Canapa Live nella sede della Regione Lazio in via della Pisana. Un’ottima occasione per far sentire la nostra voce e di far presenti quali Regioni sono avanti nel progetto di ricoltivare Canapa, il Lazio è tra le ultime. Facciamo pressione insieme ai giovani Claudio Pomella e Emiliano Stefanini di Canapa Live, per andare avanti con la legge regionale e la realizzazione del trasformatore nel Lazio, strategico per il centro Italia.

Nel febbraio 2015 partecipiamo alla prima edizione della grande fiera Canapa Mundi a Ciampino (Roma) e successivamente viene costituita Federcanapa, eletto presidente Peppe Croce e vice Rachele Invernizzi. Federcanapa accoglie la mia adesione come socio onorario.

Il movimento sulla canapa aumenta senza sosta, le località che organizzano la giornata sulla Canapa con seminari sono frequenti in tutte le regioni, e il Museo Itinerante dei Gemelli Bernardini non trova soste raggiungendo 100 località e vent’anni di storia, coronati da una legge nazionale e da quella regionale del Lazio.

I soci dell’Associazione “I Gemelli Bernardini dal 1997” a maggio 2017 decidono di organizzare una festa per celebrare i vent’anni di storia sulla Canapa (1997/2017). Per l’occasione ci viene messo a disposizione l’intero complesso del Museo delle Tradizioni Popolari di Canepina (VT) e di questo ringraziamo il Sindaco per l’ospitalità e Felice Arletti per l’organizzazione.

Il nostro invito è rivolto alle massime autorità locali, ai parlamentari che si sono dedicati alla stesura della legge, a tutte le associazioni di canapai e canapicoltori, per l’evento è stato offerto un pranzo a base di canapa curato dal caro amico Felice Arletti dell’Agriristoro Il Calice e la Stella, primo ristorante italiano ad aver proposto piatti e menù alla canapa, tra cui il Fieno di Canepina. Settimio ha offerto le ciambelline alla canapa e Domenico il canapino. Descrivere la festa è solo da immaginarla.

Il Museo Itinerante prosegue il suo cammino toccando altre località con fiere e partecipazioni a seminari, il cammino non è sempre facile, con diverse difficoltà di varia natura. L’Associazione termina il suo percorso ed io debbo prendere una decisione… Proseguire o abbandonare.

Proseguire è duro perché gli anni passano, ma abbandonare quanto si è coltivato in tanti anni, le tante amicizie, quanti mi conoscono e mi stimano e mi ritengono custode di questa storia come pioniere nella rinascita della Canapa Sativa in Italia, è veramente difficile. Conservando gelosamente in archivio quanto si è scritto, riviste, seminari, libri, articoli di questi 22 anni e le oltre 100 presenze a manifestazioni… Una vera e propria biblioteca.

Ora sono di supporto alle mie figlie Vera e Simona, in questi anni mi hanno seguito tramandandogli la passione per la canapa, tanto da creare una nostra società, BioVerSi s.r.l.s., che commercializza prodotti nazionali a base di canapa sativa: prodotti cosmetici, olii, farine, biscotti, snack, stoffe antiche, prodotti ecosolidali e l’immancabile liquore digestivo “L’Antico Canapino”.

Quando le figlie seguono le tracce dei genitori non si può avere altro dalla vita, è la storia che continua con BIOVERaSImona, una storia di famiglia.

Un grazie a voi tutti che parlate di canapa.

Domenico Bernardini

 

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