La raccolta è iniziata ed i frutti del duro lavoro nei campi sono cime di canapa dure e compatte, dall’odore acre e pungente. E’ una piantagione di canapa coltivata secondo i principi della biodinamica e del biologico, senza alcun prodotto chimico.
L’idea è dell’azienda agricola Claso, che all’interno del suggestivo parco del Cervino si dedicava ad altre coltivazioni, e ha deciso di avviare una collaborazione con la start up Doctor Green.
“Siamo stati fortunati”, racconta l’imprenditrice agricola Marianna Cantaro, “perché le piante non sono state attaccate da nessun infestante e sono cresciute floride e rigogliose. Il metodo biodinamico, che è un modo di fare agricoltura che si utilizza per far crescere le piante in modo naturale, si differenzia dal biologico per l’uso di preparati particolari a base di erbe e minerali o di insetti per combattere agenti patogeni, ed è invece accomunato per il divieto di utilizzo di fertilizzanti e pesticidi di origine chimica”.
Le varietà utilizzate sono Kompolti distribuite su 3 ettari e coltivate in outdoor, per un totale di circa 10mila piante a Mombaruzzo, nell’astigiano, in una valle che è patrimonio dell’Unesco.
Dalla coltivazione sono nati due prodotti: le classiche infiorescenze ed il tè. “Abbiamo scelto di iniziare a dedicarsi solo a due prodotti per avere il massimo controllo ed esprimere la massima qualità in questi primi lotti, poi in futuro valuteremo altre opportunità”.
L’idea per l’anno prossimo è quella di estendere le coltivazioni fino ad un totale di 8 ettari sui quali verranno distribuite circa 40mila piante. “Abbiamo voluto lasciare molto spazio tra una pianta e l’altra per permetterle di svilupparsi al meglio, infatti, prima del taglio, avevo una dimensione media di 1,60 metri di altezza, per 2 metri di larghezza”.
Dal punto di vista agricolo, Marianna spiega che si tratta di “una grande opportunità, specialmente visto l’andamento di mais e orzo, con i quali c’è un guadagno dai 3 a 5mila euro, quando va bene, ad ettaro. Con la canapa questi guadagni salgono se non di 10 volte, almeno di 5″.
Tutta la proprietà è recintata, illuminata e monitorata da un sistema di sicurezza che prevede telecamere sempre connesse; non solo, perché per evitare i numerosi furti che stanno colpendo diversi canapicoltori in tutta Italia, la scelta è stata quella di attivare una guardia armata notturna nel periodo finale della crescita delle infiorescenze.
Mario Catania