Una tesi per analizzare il profilo di cannabinoidi e terpeni di diverse genetiche di canapa industriale certificata, per capire quali siano presenti e in che quantitativo e analizzarne poi le differenze.
E’ stata l’idea di Andrea Alemanno per la sua tesi magistrale in Biologia discussa presso l’Università del Salento, in cui ha effettuato una valutazione comparativa dei profili di cannabioidi e terpeni di 4 cultivar di canapa industriale certificata coltivata in Salento.
Dopo alcuni cenni sulla canapa, sulla sua classificazione, sui componenti e sulla legislazione italiana, la tesi del dottor Alemanno entra subito nel vivo, raccontando lo scopo del proprio lavoro e la metodologia con cui è stato affrontato.
“In questo lavoro di tesi, è stata condotta un’indagine sperimentale per identificare e caratterizzare dal punto di vista qualitativo, i composti terpenofenolici (terpenoidi e fitocannainoidi) presenti nelle infiorescenze essiccate di quattro cultivar di canapa industriale (Carmagnola Selezionata, Fedora 17, Futura 75 e Santhica 27) coltivate in Salento nella stagione produttiva 2017. Tali composti sono stati estratti dalle infiorescenze, sia con tecniche convenzionali (Soxhlet), utilizzando una miscela di solventi organici, che mediante l’uso di anidride carbonica allo stato superctritico (SC-CO2). Quest’ultima strategia ha permesso di ottenere estratti “solvent free” direttamente utilizzabili per la formulazione di prodotti alimentari, nutraceutici, cosmeceutici e farmaceutici”.
Alemanno prosegue poi nello spiegare che: “Un’analisi comparativa dei risultati ottenuti ha inoltre permesso di evidenziare differenze e similitudini nei profili fitochimici degli estratti e delle cultivar esaminate. In particolare, il materiale oleo-resinoso ottenuto mediante il Soxhlet non ha evidenziato la presenza di monoterpeni, identificati invece negli estratti con SC- CO2.
α-pinene e terpinolene sono stati riscontrati solo nelle cultivar Carmagnola Selezionata e Futura 75, mentre gli isomeri E,E, E,Z del 2,6-dimethyl-1,3,5,7-octatetraenee e il (-)-borneolo, sono risultati comuni a tutte le cultivar. La componente sesquiterpenica rappresenta la classe più complessa, mostrando una variabilità significativa tra le cultivar analizzate. β-cariophyllene, α-humulene e caryophyllene oxide sono i sesquiterpeni prevalenti negli estratti ottenuti sia con il Soxhlet che con SC-CO2″.
Per quanto riguarda invece i cannabinoidi: “Nelle tre varietà C.S. Carmagnola, Fedora 17 e Futura 75, il CBD analizzato mediante GC- FID, risulta notevolmente superiore rispetto al THC. Il rapporto CBD:THC, calcolato sulle aree dei rispettivi picchi, risulta infatti compreso tra 17 e 20. Un maggiore contenuto di CBD, rispetto al THC è stato riportato in altre cultivar di canapa industriale (Beniko, Fedora 19, Futura 77) coltivate in Serbia da Sikora et al., (2011). In queste cultivar il rapporto CBD:THC variava in un range compreso tra 2,4 e 10,8, notevolmente più basso da quello riscontrato in questo studio”.
Infine, “gli estratti sono stati sottoposti ad analisi mediante HPLC-UV/DAD. Dalle analisi, negli estratti ottenuti mediante Soxhlet e SC-CO2, Fedora 17 ha presentato quantità di CBDA e CBD pari a 1,1 ± 0,2 g/100 g e 0,4 ± 0,1 g/100 g, rispettivamente. Tali valori sono poco inferiori rispetto a quelli riscontrati in Carmangola Selezionata [CBDA (2,8 ± 0,5 g/100 g) e CBD (0,6 ± 0,2 g/100 g)] e in Futura 75 [CBDA (2,2 ± 1,3 g/100 g) e CBD (1,1 ± 0,6 g/100 g)]. Santhica 27 ha evidenziato solo tracce di CBDA e CBD (entrambi <0,01g/100 g) confermando, invece, la presenza piuttosto elevata di CBG (2,0 ±1,1 g/100 g)”.
Alemanno fa notare che: “Questi risultati concordano con quanto riportato da Welling et al. (2016), su cultivar industriali, quali Futura 75, Futura 77, Kompoliti, Fedrina 74, coltivate in Europa, in cui CBDA, CBD e CBG, prevalevano rispetto al THC”.
Da notare che: “Molte delle differenze nella composizione fitochimica riscontrate tra le cultivar analizzate in questo studio e i dati di letteratura, potrebbero dipendere oltre che da differenze genetiche anche da altri fattori come il periodo di raccolta, lo stato del materiale vegetale, condizioni di estrazione, ecc. come sottolineato da molteplici studi (Malingré et al., 1975; Malingré et al., 1973; Novak et al., 2001; Calzolari et al., 2017). Inoltre, le condizioni pedoclimatiche e situazioni di stress possono influenzare in modo significativo il profilo fitochimico degli estratti di canapa (Pavela e Benelli, 2016)”.
In conclusione il biologo sottolinea che: “Questo studio conferma la complessità del profilo terpenofenolico delle infiorescenze secche di canapa industriale e la variabilità tra le cultivar, che rappresentano pertanto, interessanti fonti di molecole bioattive potenzialmente utili per la salute e il benessere psicofisico dell’uomo”.
Mario Catania