Il Farm Bill, la legge sull’agricoltura firmata da Trump che norma a livello federale le coltivazioni di canapa, supera finalmente il proibizionismo feroce che ha caratterizzato le scelte politiche americane riguardanti la canapa durante il secolo scorso.
Il 2018 è stato così anche per gli Stati Uniti l’anno del boom delle coltivazioni in risposa ad una richiesta evidentemente sempre crescente di prodotti derivati dalla canapa, in primis il CBD.
Questa crescita ha seguito durante tutto l’anno il processo di approvazione della legge ed ha fatto triplicare le coltivazioni: ad oggi gli USA con i loro 31mila ettari, sono il terzo coltivatore al mondo, dopo la Cina e il Canada. Secondo Vote Hemp, il gruppo di attivisti che lavora in difesa dela canapa e che ha riunito i dati di questa rapida crescita, si è raggiunto un aumento del 70% delle superfici autorizzate.
Lo stato del Montana ha guidato la crescita passando da 220 a 9mila ettari destinati alla coltivazione di canapa, superando il Colorado: sono numeri da capogiro che vanno oltre qualsiasi previsione e tracciano un’evoluzione tutta da scoprire (e sostenere).
Ma non solo: sono raddoppiate le licenze di coltivazione rilasciate dal governo rispetto all’anno precedente. Questo dato delinea un fenomeno di forte crescita che coinvolge nuovi soggetti. Parallelamente crescono le ricerche universitarie: nel 2018 ben 40 nuovi istituti hanno deciso di investire tempo e risorse per studiare la pianta dai mille utilizzi.
Il Farmi Bill non si limita ad autorizzare a livello federale le coltivazioni di canapa con THC sotto lo 0,3%, entra invece nello specifico normando la coltivazione di tutte le parti della pianta, favorendo l’accesso ai finanziamenti per la ricerca ed eliminando le restrizioni che pesano sul settore bancario.
Inoltre con la nuova regolamentazione federale saranno in futuro disponibili anche i dati raccolti dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) circa la produzione di canapa: saranno informazioni importanti per l’evoluzione politica che deve necessariamente sostenere questo sviluppo.
I numeri di questa crescita fanno pensare che siamo solo all’inizio di una nuova fase di prosperità per la canapa, tracciano un’evoluzione da cui non si può più tornare indietro e che è ben lontana dall’idea di una bolla speculativa pronta a scoppiare.
Romana De Micheli