Il decreto di un PM ha portato al dissequestro di diverse confezioni di cannabis light nel nord Italia, perché, citiamo testualmente: “priva di effetto drogante (avendo percentuali di THC inferiori allo 0,5%)”.
Un provvedimento dunque che conferma le diverse ipotesi fatte in questi giorni, dopo la sentenza della corte di Cassazione. Se la sentenza vieta la vendita di prodotti che non sono privi di efficacia drogante, erano stati diversi professionisti che, citando la letteratura forense e quella scientifica, avevano sottolineato come la soglia fosse appunto lo 0,5% di THC.
Al momento non sappiamo se il provvedimento sia antecedente o posteriore alla sentenza, ma la sostanza non cambia, anzi, come spiega l’avvocato Zaina: “E’ importante il principio per il quale la soglia sotto allo 0,5% viene considerato privo di effetto drogante, è quella la cosa fondamentale. Anche fosse precedente è una cosa che dà maggior convinzione sul fatto che il limite dello 0,5% è ammesso dalla stessa magistratura”.
La cannabis light non dovrebbe quindi correre rischi, anche se in questi giorni la situazione è schizofrenica.
Accanto a perquisizioni finite in un nulla di fatto, con attività commerciali che stanno continuando a vendere cannabis light senza problemi, ce ne sono altre che hanno subito sequestri. A Caserta sono stati posti sotto sequestro tutti e 4 i negozi che vendevano derivati della canapa e il titolare di uno questi, Gesmundo Virgilio del Green Planet, si era incatenato fuori dal negozio per protesta spiegando che: “Se avessero usato la stessa tempestività e lo stesso spiegamento di forze per chiudere le piazze di spaccio, io oggi sotto casa mia non vedrei lo scempio a cui sono costretto ad assistere”.
In attesa delle motivazioni della sentenza della Cassazione, questo dissequestro può sicuramente essere un elemento in più per valutare la situazione e capire come muoversi in futuro.
A cura della redazione di canapaindustriale.it