Utilizzavano i denti per aiutarsi nelle operazioni di filatura della canapa, che avveniva probabilmente a mano già nella prima età del bronzo. E’ la straordinaria scoperta fatta a Gricignano d’Aversa, a nord di Napoli, dove la comunità che ha occupato stabilmente la zona dal 2500 al 1800 a.C. viveva coltivando la canapa e utilizzandola come tessuto.
Il ritrovamento è stato fatto da un gruppo di studiosi italiani e americani, che, dopo aver analizzato centinaia di denti ritrovati negli scheletri della necropoli, hanno capito che le striature presenti nella maggior parte dei denti delle donne adulte analizzate, e in quelli di un uomo, non erano dovute ad abitudini alimentari, ma al fatto che li utilizzassero per aiutarsi nelle operazioni di filatura della canapa.
Lo studio è stato pubblicato sull’American Journal of Physical Anthropology, da un gruppo di ricercatori guidati da Alessandra Sperduti del Museo delle Civiltà a Roma, dopo aver analizzato attentamente oltre 3000 denti di circa 200 persone che sono state sepolte durante la prima età del bronzo nel sito di Gricignano.
I solchi nei denti, visibili ad occhio nudo, sono stati analizzati con un microscopio SEM per scoprire che sono “compatibili con l’ipotesi della produzione del filato – o della preparazione della tessitura – di fili di piccolo diametro”. E sono stati causati da un filato sottile, di canapa, di cui sono state trovate tracce nei calchi dentali di due donne. “Probabilmente la donna passava il filamento di canapa fra l’incisivo e il canino come si fa con un filo interdentale: prima lo umettava, poi lo torceva per legarlo a un altro capo e creare in questo modo un filamento più lungo, forse aiutata da un peso a terra”, aveva sottolineato a Il Manifesto Alessandra Sperduti.
La studiosa a canapaindustriale.it ha puntualizzato che “La canapa veniva coltivata e manipolata per farne dei filati” e una conferma arriva da un ritrovamento precedente, sempre a Gricignano: piccole parti di stoffa in canapa sono state ritrovate su un pugnale nella tomba di un maschio adulto, perché probabilmente la pianta era stata utilizzata per fabbricarne la custodia.
D’altronde secondo l’antropologo Giorgio Samorini, la canapa in Italia sarebbe arrivata ben 14mila anni fa, molto prima che l’uomo iniziasse a coltivarla. E sicuramente era una pianta coltivata e utilizzata dai Romani, come testimonia il recente ritrovamento del primo sistema di macerazione da loro utilizzato.
Mario Catania