Cannabis light: la proposta di legge di Più Europa

Canapa economia e politica //

Il partito Più Europa ha presentato una proposta di legge per sostenere il commercio di cannabis light e tutelare l’intera filiera della canapa. La promotrice dell’iniziativa è Emma Bonino, storica esponente radicale e senatrice del partito, da sempre favorevole alla legalizzazione della marijuana.

Il testo della proposta è formato da un solo articolo che intende modificare la legge 242 del dicembre 2016, inserendo tra i beni commercializzabili  i “prodotti da fumo e da inalazione, nonché per altri usi non medicinali o alimentari, derivanti da infiorescenze fresche ed essiccate, resine e oli”.

Così non ci sarebbe più spazio a interpretazioni discordanti da parte delle forze dell’ordine o della magistratura, come invece è successo di recente. La sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione aveva infatti stabilito che la vendita di foglie, infiorescenze, olio e resina ottenuti dalla coltivazione di Cannabis Sativa L. è reato a meno i prodotti non abbiano efficacia drogante. Nel dispositivo della decisione però la Cassazione aveva suggerito un intervento del legislatore per migliorare la regolamentazione del settore. Con la proposta di Emma Bonino il problema della discrezionalità sarebbe risolto, dato che mette nero su bianco i prodotti vendibili.

Prima di Più Europa, è stato il Movimento 5 Stelle a proporre una modifica dell’attuale norma sulla canapa industriale. Il senatore  Matteo Mantero e di altri esponenti penta stellati, lo scorso mese avevano firmato una mozione per regolare il commercio di infiorescenze, il taleggio e prevedere dei fondi per gli agricoltori che faranno ricerca e sperimentazione su nuove varietà. Pur ribadendo il limite dello 0,6% di Thc, l’iniziativa ha come obiettivo quello di consentire il commercio di materiale destinato alla distillazione di oli essenziali, alla estrazione di terpeni e ad uso erboristico ed aromatizzante. Il disegno di legge prevede anche tutele per i consumatori, con l’obbligo di indicare sull’etichetta tutte le informazioni.

Ad oggi però, vista la situazione politica, sembra che entrambe le proposte siano destinate a cadere nel vuoto. Dopo la crisi del governo Conte, è sempre più probabile un ritorno al voto e quindi non ci sarebbe tempo nemmeno per una discussione. Se il dibattito della politica è dominato dalle schermaglie fra i partiti, c’è chi ha deciso di sensibilizzare la collettività sul tema della canapa industriale. Sul sito Avaaz.org è disponibile una petizione per chiedere al Senato di modificare la legge in vigore per tutelare imprese, attività e posti di lavoro legati alla coltivazione della canapa. Per ora 300 persone hanno sottoscritto l’appello.

Matteo Melani

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