L’inquinamento atmosferico costituisce un grave problema per il nostro pianeta che coinvolge sia i produttori che i consumatori. Se per i movimenti Fridays for future la sostenibilità ambientale rappresenta una causa per la quale scendere in piazza, per le aziende rappresenta un’opportunità per cercare soluzioni innovative e più in linea nel salvaguardare il futuro del pianeta. Nel mondo delle automobili sta emergendo un materiale che promettete grandi risultati: la canapa.
Per le sue proprietà e la sua versatilità può essere usata sia per la fabbricazione della scocca che come biocombustibile delle automobili. Sebbene il tema della mobilità green sia venuto a galla solo in questi ultimi anni, l’idea di un’auto con fibra naturale nasce nel 1941 dalla mente di Henry Ford, fondatore dell’omonima casa automobilistica e primo industriale nel mondo a introdurre la catena di montaggio. Il progetto Hemp body car (auto in canapa) prevedeva la scocca in plastica ricavata dalla soia e dalla canapa e il telaio in acciaio tubolare. Come carburante, Ford aveva pensato all’etanolo, un combustile di origine vegetale ottenuto proprio dalla canapa. Per costruire l’auto impiegò 12 anni, riuscendo nell’intento di unire l’agricoltura e la meccanica in un solo mezzo. Addirittura per dimostrare la robustezza dell’auto, Ford girò un spot televisivo in cui prendeva a martellate la macchina, senza che accusasse il minimo graffio o danno. In quegli anni però gli Stati Uniti d’America erano in pieno proibizionismo e, con l’entrata in vigore del Marijuana Tax Act, la Hemp body Car rimase solo un prototipo. Le politiche in materia di droghe leggere approvate nei decenni successivi ebbero una forte connotazione repressiva, chiudendo ogni via di commercio o sbocco industriale della cannabis.
Tra la fine del 2000 e i primi anni del 2010 però, l’attenzione del mondo si è spostata verso i problemi legati al surriscaldamento climatico e anche le industrie si sono impegnate per trovare soluzioni più avanzate ma meno inquinanti. Così, anche la canapa è diventata una materia prima impiegata in diversi settori produttivi fra cui quello delle automobili. D’altronde rispetto a altre piante, la canapa cresce in meno tempo (120 giorni contro i 25 anni degli alberi), spesso non richiede l’uso di pesticidi ed è in grado di crescecre con quantitativi d’acqua relativamente bassi. Visto che è una fibra biodegradabile e altamente resistente, nei prossimi anni poi potrebbe sostituire gradualmente la plastica con effetti anche sulla produzione dei mezzi di trasporto oltre che sull’inquinamento dovuto all’uso indiscriminato dei derivati del petrolio.
Fra le multinazionali delle automobili la Bmw è stata la prima a sperimentarla nella fabbricazione di un suo veicolo. Nel 2013 ha lanciato sul mercato la i3, prima vettura elettrica del gruppo, dagli interni realizzati in parte in bioplastica di canapa. Ciò non deve trarre in inganno, dato che il design ispira uno stile elegante e sportivo, tipico di Bmw, e in confronto ad altre auto realizzate con materie plastiche o metalliche pesa circa 350 chilogrammi in meno. Sempre nel 2013 l’azienda Canada Motive Industries ha presentato l’auto Kestrel, con motore elettrico e una struttura in risina polimerica in steli di canapa. Si tratta di due esempi che dimostrano che la dottrina proibizionista ha non solo causato gravi conseguenze sociali, ma ha frenato lo sviluppo industriale e la lotta contro l’inquinamento da CO2.
Dopo il passo pionieristico di Bmw, altri big hanno promosso nuovi modelli di automobili realizzate con l’ausilio della canapa. Fra questi Audi, Mercedes, Chrysler e Volkswagen che hanno utilizzato la pianta per costruire porte e sedili. Ma l’auto composta totalmente da fibre di canapa porta la firma di Renew Sport Car, azienda con sede in Florida che può essere alimentata a etanolo o biodiesel. Dell’auto esistono tre versioni e raggiunge una velocità di oltre 300 km/h. In ordine di tempo l’ultimo lancio sul mercato è quello di Porsche, che lo scorso gennaio ha presentato Porsche 718 Cayman GT4 Clubsport , la prima macchina da corsa con una carrozzeria in fibre di lino e canapa. Rispetto al vecchio modello ha una cilindrata da 425 cavalli e in termini di peso e rigidità presenta proprietà simili alla fibra di carbonio.
Ad oggi esistono tutti i presupposti affinché la canapa possa diventare sempre più presente nelle vetture che verranno prodotte nei prossimi anni: da quelle per la fascia di reddito medio-alta a quelle più economiche.
Matteo Melani