Costruire con la canapa: il cantiere più grande al mondo è in Svezia e lo cura un’azienda italiana

Canapa in edilizia //

Il cantiere più grande al mondo realizzato con canapa e calce sta sorgendo in Svezia, e ad occuparsi dei materiali, della formazione del personale e del supporto tecnico è un’azienda italiana. Un’ottima notizia non solo per la canapa industriale del nostro paese, ma per la bioedilizia più in generale.

Negli ultimi anni è un settore che guarda con sempre maggiore interesse ai biocompositi in canapa e calce. Questi materiali infatti garantiscono eccezionali prestazioni in termini di isolamento termico e acustico, regolano l’umidità relativa interna e attenuano gli sbalzi di temperatura. Inoltre semplificano notevolmente il processo costruttivo, limitando i costi e accorciando i tempi. Secondo i test realizzati nel Centro Ricerche ENEA di Brindisi nell’ambito del progetto EFFEDIL, la canapa mineralizzata dalla calce è traspirante, immarcescente e ignifuga; in caso d’incendio, infatti, rallenta la propagazione delle fiamme. Questi vantaggi pratici ed economici si accompagnano a quelli di carattere ambientale. La canapa ha infatti la capacità di imprigionare CO2, il gas serra responsabile del 63% del riscaldamento globale di origine antropica (dati della Commissione Europea). Se quindi in Italia i consumi energetici delle case sono responsabili del 45% delle emissioni di CO2, quelli in canapa e calce possono diventare addirittura “carbon negative”, assorbendone più di quella che producono.

Il complesso accoglierà Divinya, l’Ashram Yoga (luogo di meditazione e romitaggio) immerso in un parco di 2 milioni di mq dove ogni anno migliaia di persone arrivano da tutto il mondo per incontrare il Maestro Indiano Guruji Sri Vast. Paragonato a San Francesco per la scelta di donare il suo intero patrimonio a una fondazione che si prende cura dei bambini tra Kenya e India, Guruji Sri Vast persegue un nuovo modello di comunità laica, ecologica e spirituale. Tra le buone pratiche con cui vuole dare il buon esempio a livello internazionale ci sono anche quelle di carattere ambientale. Da qui la scelta di costruire questo enorme progetto edilizio solo con materiali che garantiscono al tempo stesso il confort abitativo, un ambiente salubre, un consistente risparmio energetico e un’impronta di carbonio negativa.

In pochi immaginano che un progetto così pionieristico sia a firma italiana. Guruji Sri Vast infatti ha scelto la tecnologia e il brevetto in canapa, calce e microrganismi simbiotici elaborato da Gilberto Barcella, professionista specializzato nel restauro e nella costruzione con la canapa e la calce naturale, ora direttore tecnico, ricerca & sviluppo e commerciale per la divisione Tecnocanapa by Senini di Montichiari. Il team dell’azienda bresciana in questi mesi è impegnato ad affiancare e formare la manodopera, locale e indiana, oltre a supportare i tecnici nei vari dettagli costruttivi.

“Gli edifici presentano una struttura portante in legno, con involucro e intonaci in canapa e calce. Coprono una superficie complessiva di 6.300mq e sono adibiti a ospitare le migliaia di persone che partecipano agli eventi per più giorni. Si tratta di una sala conferenze, un centro di accoglienza e trattamenti, caffè, ristorante, Spa e un tempio per seminari e corsi”, spiega Gilberto Barcella. “Il cantiere dovrà essere terminato in due anni e contribuirà a immagazzinare nell’involucro 190 tonnellate di CO2. Le macchine che producono oltre 100 mq giorno di murature ci permettono di essere molto competitivi e portano su larga scala la vera bioedilizia. D’ora in poi i grandi edifici potranno essere confortevoli, duraturi, economici e paladini dell’ambiente!”

Redazione di canapaindustriale.it

Altri articoli che potrebbero interessarti...