E’ saltato l’ennesimo emendamento che avrebbe dato un inquadramento chiaro alla cannabis light e alla sua commercializzazione, rendendo evidente a tutti il livello vergognoso della nostra politica e mettendo il rischio un mercato da milioni di euro e migliaia di posti di lavoro.
“È una grave responsabilità quella che si è assunto il governo e parte della maggioranza non approvando gli emendamenti al Dl Rilancio – tra cui uno a mia prima firma sottoscritto da circa quaranta colleghi – che avrebbero finalmente chiarito la normativa sulla canapa a basso contenuto di THC” così Riccardo Magi, deputato di +Europa Radicali.
“Il M5S è stato attivo fino alla fine e insieme avremo fatto almeno 10 riformulazioni di questo emendamento per venire incontro alle richieste degli altri partiti della maggioranza (IV e PD). C’è infatti un parere negativo del ministero dell’Interno e di quello della Salute, tra l’altro, quest’ultimo, non motivato e quindi senza dire cosa non andasse bene. Ci sono stati diversi contatti anche con Speranza, e i sottosegretari, finché abbiamo capito che ogni riformulazione avrebbe comunque avuto parere negativo, perché non c’era la volontà politica di andare fino in fondo da parte del PD e di Italia Viva. Hanno ceduto alla minaccia dell’opposizione di far saltare tutto il decreto, se fossero passati gli emendamenti sulla canapa”.
Tra le varie richieste c’era stata quella di inserire il divieto di vendita ai minori sulle confezioni, che era stata accolta. E poi quella di inserire un bugiardino che indicasse i possibili danni: “Ma se non è un farmaco, come facciamo a pensare di inserire un bugiardino? E’ una cosa che non ha senso”, e che assomiglia più ad un pretesto.
“La cosa è grave”, continua Magi, “perché siamo di fronte ad una classe dirigente che non si assume le proprie responsabilità. Dall’altra parte la destra, con Tajani e Gelmini, non ha niente di meglio da dire nella sua disperazione politica che dichiarare il rischio che fosse inserita la droga nel decreto rilancio, quando stiamo parlando di canapa con basso contenuto di THC che tecnicamente non ha effetto drogante”.
Insomma, una brutta battuta d’arresto: “così rischiamo di far saltare migliaia di posti di lavoro di persone oneste che non erano qui a chiedere aiuti o sussidi, ma semplicemente un chiarimento normativo” e, aggiungiamo noi, un mercato da decine di milioni di euro che, con una chiara regolamentazione, avrebbe potuto crescere e svilupparsi.
Durissmo anche il commento di Matteo Mantero, del M5S: “Per molti giorni abbiamo lavorato per sensibilizzare sul tema ministri, sottosegretari e relatore, abbiamo valutato riformulazioni per venire incontro alle sensibilità di tutti, abbiamo spiegato l’importanza di questa norma cercando di fare meno pubblicità possibile alla cosa per evitare le “barricate” delle opposizioni e per un po’ abbiamo pensato di potercela fare. Ma abbiamo sottovalutato l’opposizione interna, nonostante i tentativi, i pareri del ministero dell’Interno e della Sanità sono rimasti cocciutamente e, per come la vedo io, assurdamente contrari. Ma soprattutto sono arrivate le resistenze da parte di alcuni colleghi tra le quali quelle di un ex ministro alla sanità (Beatrice Lorenzin, nda) che è arrivata con una proposta al limite della presa in giro: il “bugiardino” per la canapa. Evidentemente non le sono bastati 5 anni al ministero sotto tre governi per dimostrare tutta la propria inadeguatezza. Così voglio dire sinceramente grazie chi ha preso a cuore questo tema e ha provato in tutti i modi a venirne a capo e sinceramente “vaffanculo” a quelle cariatidi politiche che per alimentare il proprio miserabile ego condannano l’Italia, la partita della canapa, a restare al palo mentre il resto del mondo coglie questa grande opportunità”.
Ricapitolando i problemi legislativi e le occasioni perse: il peccato originale del mancato inserimento delle infiorescenze nella versione finale della 242 nonostante fossero presenti nelle bozze precedenti. E poi 3 proposte di legge depositate e mai discusse (una del M5S, una di Più Europa e un’altra condivisa dalla maggioranza), l’emendamento saltato al decreto fiscale, quello respinto dalla Casellati alla legge di bilancio, quello saltato nel Milleproroghe, e infine questo, per 2 volte accantonato, tornato nella legge, e lasciato lì, senza nemmeno avere la voglia di discuterlo o la forza di assumersi la propria responsabilità, né in un senso, né nell’altro. La nostra politica è questa: un balletto, un teatrino di “ni”, bo, forse, vedremo, mentre un intero settore economico, agricolo e sano, viene lasciato allo sbando per mancanza di coraggio, e le istituzioni si riempiono la bocca con il Green new deal o con il necessario rilancio dell’economia.
“Abbiamo trovato un muro che non siamo riusciti a superare”, conclude Magi spiegando che: “Io temo che sarà un colpo durissimo, anche perché il settore era già stato danneggiato da questa mancanza di chiarezza normativa. Politicamente è una cosa pesante e io la voglio stigmatizzare: è mancata la volontà politica. Si fosse trattato di un altro settore che non porta lo stigma del nome “cannabis” qualsiasi governo avrebbe già fatto un decreto ad hoc per queste migliaia di posti di lavoro. Preparatevi a sussidiare qualche altro migliaio di disoccupati”.
Matteo Mantero lascia aperta una speranza: “Non ci fermiamo, riproveremo ad avviare l’iter della legge fermo da un anno, proveremo a dare risposte a tutti le aziende che hanno coraggiosamente e caparbiamente investito in questa pianta straordinaria. Ma in questo momento riesco solo a pensare che il nostro paese non si merita questa ennesima sconfitta”. E nemmeno le migliaia di posti di lavoro a rischio di persone cha hanno investito in prima persona, per vedersi ostacolati da chi li dovrebbe tutelare.
Mario Catania