Il Parlamento europeo ha votato a favore dell’aumento del THC dallo 0,2% allo 0,3% per la canapa in fase di coltivazione. La proposta è stata approvata all’interno del pacchetto sulla PAC (la Politica Agricola Comune) nei giorni scorsi.
Era un provvedimento del quale si discuteva da tempo e per la quale la EIHA, l’associazione europea per la canapa industriale, si era spesa molto. “Per decenni la canapa è stata considerata una coltura minore, mentre, per secoli, è stata una risorsa chiave per le nostre economie “, ha sottolineato Daniel Kruse, presidente dell’EIHA specificando che: “Il voto del Parlamento riflette un rinnovato approccio della nostra società a questa meravigliosa pianta che ha il potenziale di togliere CO2 in molti settori manifatturieri diversi e fornire agli agricoltori una fonte di reddito coerente e verde ”.
Il livello di THC in campo si allinea dunque a quello di altri paesi, come ad esempio gli Stati Uniti in cui il limite è quello dello 0,3%, ma bisogna tener presente che in altri, come la Svizzera o l’Ecuador, il limite è fissato all’1%. Altra differenza fondamentale, rispetto al regime che vige in USA o in Svizzera, è che lì viene considerata come canapa industriale qualsiasi genetica con THC inferiore allo 0,3%, mentre da noi c’è un registro europeo all’interno delle quali sono incluse le varietà certificate, e il processo per ottenere questa certificazione è complesso e dispendioso.
Ad ogni modo è un bel passo avanti anche se non ancora definitivo: ora la posizione del Parlamento andrà discussa con il Consiglio europeo e la Commissione europea.
Altra importante novità è la possibilità che la canapa venga inclusa nell’elenco dei prodotti che possono essere regolati secondo degli standard di marketing, e cioè norme di commercializzazione tese a migliorare la filiera produttiva e la qualità dei prodotti, con una serie di norme che includono ad esempio le definizioni tecniche, l’etichettatura, l’imballaggio, le sostanze e i metodi utilizzati nella produzione, il tipo e il luogo di coltivazione e altri aspetti che riguardano la filiera produttiva.
Secondo la EIHA: “Da un lato, l’aumento del livello di THC consentirebbe l’ingresso di nuove varietà mercato e da coltivare, con conseguente migliore adattamento delle colture al clima condizioni dei diversi territori dell’UE”. Mentre la possibilità di stabilire standard di marketing secondo l’associazione “si tradurrebbe in un significativo aumento della qualità e della standardizzazione dei prodotti di canapa, nonché a quadro normativo chiaro che copre un’ampia gamma di aspetti. Esistono già per la maggior parte dei prodotti agricoli tra cui vino, frutta, verdure e olio d’oliva, ed è quindi giusto aggiungere la canapa alla lista”.
Redazione di Canapaindustriale.it