Quello della cannabis light un settore nato dal basso, il cui fatturato per il 2019 è stato stimato in 150 milioni di euro, ma che a regime secondo le stime del Ministero dell’Economia e della finanza, potrebbe portare allo stato la cifra incredibile di 950 milioni l’anno: non di fatturato ma di entrate fiscali per lo Stato.
Parliamo di quasi un miliardo di euro: soldi che, in questa situazione economica, sarebbero ossigeno puro per gli agricoltori italiani, gli esercizi commerciali, e, appunto, lo Stato. Eppure, nonostante questo, anche l’ennesimo tentativo di regolamentare la filiera della cannabis light, per la quale manca solo la definizione dell’uso umano è saltato, per essere nuovamente riproposto.
E’ evidente che gli oltre 10mila cittadini italiani impiegati a vario titolo nella filiera produttiva e commerciale, sono ostaggio di un pregiudizio che ossessiona la destra che non riesce a ragionare nel merito, ma parla solo per slogan. E il risultato è che, per non prestare il fianco alle polemiche sterili in stile Gasparri (“mentre c’è la pandemia il governo pensa alle canne!”), la discussione si arena.
Ci vorrebbe forse più coraggio, visto che in ormai 3 anni di utilizzo massivo da parte di diverse fasce della popolazione come professionisti, anziani e anche pazienti, non è stato registrato nemmeno un singolo problema di salute pubblica, per cambiare il paradigma e mostrare ai cittadini tutti i vantaggi che deriverebbero da questa operazione, ponendoci tra i principali produttori europei.
“Stiamo tentando di far comprendere alle opposizioni che minacciano addirittura di far saltare la manovra, la bontà di questa riforma che porterebbe 950 milioni di euro nelle casse dello Stato all’anno, e riguarda un settore dove non c’è nessuna efficacia drogante della sostanza, quindi un prodotto industriale, in un settore in cui in Italia lavorano già 11mila persone”, racconta Michele Sodano, deputato del M5S. “Chiaramente le affermazioni di Gasparri, Salvini e Meloni, fanno emergere tutta l’inadeguatezza di una classe politica che non conosce neanche i settori strategici del nostro paese”.
Basti pensare che in Commissione bilancio, tutti gli emendamenti in fase di voto, “agiscono su un capitolo di spesa di 800 milioni di euro. Con questo singolo emendamento ne porteremmo un miliardo dentro le casse, vorrebbe dire fare gratis parte della manovra. Di cosa stiamo parlando?”.
Considerando la pandemia, sarebbero soldi pronti da spendere: “Ad esempio nella sanità”, puntualizza Sodano, che sottolinea: “Non far passare un provvedimento del genere è immorale”.
Mario Catania