Il Pakistan ha legalizzato la produzione di canapa industriale ed ora punta ad aprire il mercato che nelle previsioni governative potrebbe generare 1 miliardo di dollari nei prossimi 3 anni.
“Vogliamo che questo mercato della canapa possa darci circa 1 miliardo di dollari nei prossimi tre anni”, aveva sottolineato il ministro della Scienza e tecnologia Fawad Chaudhry, aggiungendo che il mercato globale vale circa 25 miliardi di dollari.
I distretti nord-occidentali del Pakistan lungo il confine afgano sono stati la patria della coltivazione illegale di papaveri da oppio e cannabis, venduti sul mercato locale degli stupefacenti o contrabbandati a livello internazionale. Questa svolta può contribuire a riportare nella legalità centinaia di coltivatori, che avrebbero sbocchi legali nei mercati della canapa industriale e in quello della produzione di CBD.
La canapa inoltre può essere una coltura sostitutiva del cotone nell’industria tessile del Pakistan, con l’obiettivo di capitalizzare la produzione di CBD e trasformando i residui di fibra di canapa in bio-energia. Fattorie per la produzione di cannabis sono state già create a Jhelum, Peshawar, Chakwal e Islamabad.
Il governo ha detto che la canapa può essere un sostituto sostenibile per la produzione di cotone, che è in declino in Pakistan; il paese era una volta il quarto più grande produttore di cotone nel mondo dietro la Cina, l’India e gli Stati Uniti, e il più grande esportatore mondiale di filato di cotone. La coltivazione della canapa per i tessili è un’ovvia alternativa, ha suggerito il governo. Non dimentichiamo il forte valore ambientale che avrebbe questa operazione: il cotone, ad oggi, è una delle colture più inquinanti e con più alta richiesta di acqua, mentre la canapa ne necessità molto meno e dà vita a tessuti più resistenti e durevoli.
Una prima licenza per la canapa in Pakistan è già stata data al Ministero della Scienza e della Tecnologia e al Pakistan Council of Scientific and Industrial Research (PCSIR) per analizzare le cultivar locali, la chimica delle piante e le potenziali applicazioni industriali.
– Il primo passo dovrebbe essere la rimozione del termine “canapa” dalla lista degli “stupefacenti” o definirla separatamente come “canapa industriale”.
– Il CBD dovrà dichiarato una sostanza non controllata o dovrà essere dato il permesso di importazione a condizioni specifiche, e la dogana deve essere informata che il CBD non è una sostanza controllata.
– Devono essere stabilite regole specifiche per l’importazione del CBD.
– La Drug Regulatory Authority del Pakistan deve dare l’autorizzazione di mercato per i prodotti CBD come prodotto farmaceutico, erboristico o nutraceutico.
Secondo Hemp Today, “Uno dei primi a muoversi è il produttore australiano di nutraceutici Creso Pharma Ltd., che ha recentemente annunciato un accordo di distribuzione con Route2Pharm Pvt Ltd, Lahore. Si dice che Route2Health stia spingendo molto per l’approvazione del CBD nello stesso Pakistan, ma l’accordo dell’azienda con Creso va oltre il Pakistan per includere Cambogia, Afghanistan, Azerbaijan, Bangladesh, Georgia, Maldive, Myanmar, Tajikistan, Turkmenistan, Uzbekistan e Vietnam – mercati per un totale di 750 milioni di abitanti.
Redazione di Canapaindustriale.it