Diverse testate giornalistiche hanno segnalato nei giorni scorsi il sequestro di una tonnellata di canapa nel Padovano parlando di “erba”, “hashish” o “marijuana” ottenuti da una varietà illegale, denominata Antal. Dai resoconti sembra probabile che gli indagati abbiano commesso diversi illeciti, ma questo non giustifica l’insinuazione che coltivassero e producessero marijuana, cioè canapa ad alto contenuto di THC. Risulta infatti che i campioni analizzati superino di poco la soglia legale dello 0,2% di THC e rientrino ampiamente nella fascia di tolleranza ammessa dalla legge sulla canapa industriale 242/2016.
E’ opportuno chiarire alcune cose:
– Antal non ha nulla a che vedere con la marijuana: è una varietà ungherese di canapa industriale che è stata iscritta per decenni nel catalogo europeo delle varietà di canapa industriale e che è stata momentaneamente sospesa perché il costitutore della varietà non ha provveduto per tempo a rinnovare la registrazione in scadenza (lo stesso è accaduto di recente in Italia, quando l’ente nazionale Crea si è scordato di reiscrivere alcune varietà storiche come la Carmagnola). Molto probabilmente Antal tornerà prossimamente in catalogo;
– Come tutte le varietà industriali, Antal presenta un rapporto tra i due cannabinoidi principali – THC e CBD – completamente inverso a quello delle varietà da droga: mediamente la cima fiorita di Antal contiene il 3% di CBD e lo 0,12% di THC, ossia la concentrazione del principio non stupefacente CBD è 25 volte quella del principio stupefacente THC. E’ proprio su questo rapporto inverso tra THC e CBD che si distinguono le piante da industria dalle piante da droga.
Malgrado queste distinzioni, che qualsiasi funzionario di polizia è tenuto a conoscere, il distributore autorizzato dei semi di Antal in Italia, Naturfibre, è inquisito ed è stato messo in luce dalla stampa come fosse uno spacciatore.
Non sappiamo se per ignoranza o per attirare lettori, nel caso della canapa si continua far confusione tra droga e agricoltura e si emettono giudizi ancora prima di appurare i fatti.
A cura di Federcanapa