La canapa è una delle prime piante che l’umanità abbia mai coltivato e le prime tracce della sua domesticazione sono state ritrovate ben 12mila anni fa, indicando che la specie era già stata coltivata dal primo Neolitico, a partire da una zona che oggi potremmo identificare con l’attuale Asia orientale.
Sono le rivelazioni che arrivano da un nuovo studio scientifico pubblicato di recente su Science Advances per risalire alle origini della Cannabis Sativa, che oggi continua a nutrire, scaldare, riparare e aiutare la stessa umanità che nel secolo scorso l’aveva trasformata nella prima e unica pianta illegale della storia.
Secondo lo studio, la coltivazione della pianta ha radici molto più lontane di quanto avessimo capito in precedenza: la cannabis “è una delle prime specie coltivate“, ha sottolineato Luca Fumagalli, coautore dello studio del Laboratorio di Biologia della Conservazione dell’Università di Losanna, a Inverse.
Per arrivare a questo risultato i ricercatori hanno studiato 110 genomi di Cannabis Sativa usando l’analisi molecolare e il sequenziamento del DNA di nuova generazione per ricostruire gli alberi filogenetici che mostrano le relazioni tra e l’evoluzione di quattro gruppi di cannabis geneticamente distinti.
Cannabis basale – Questo gruppo è “sorella di tutte le altre categorie di cannabis”, compresa tutta la canapa coltivata dall’uomo e la cannabis psicoattiva nel mondo. Include le piante selvatiche e gli ibridi tradizionali di cannabis, conosciuti come “landraces”, che si trovano nella Cina moderna.
Canapa – Questo gruppo comprende tutte le varietà di canapa presenti nel mondo. La canapa è una varietà di Cannabis Sativa che si distingue dalle altre varietà di cannabis per i suoi bassi livelli di tetraidrocannabinolo (THC) – l’ingrediente psicoattivo che caratterizza la cannabis.
Il primo gruppo di cannabis stupefacente – Questo gruppo comprende ceppi selvatici di cannabis con proprietà psicoattive provenienti da Cina, India e Pakistan, così come una varietà di cannabis coltivata in India.
Il secondo gruppo di cannabis stupefacente – Questo gruppo comprende varietà di cannabis con proprietà stupefacenti che sono state coltivate in tutto il mondo.
Il primo gruppo, quello della “Cannabis basale” ritenuto cruciale dai ricercatori non era stato rilevato nelle ricerche precedenti. E, grazie a questa impostazione, i ricercatori sono giunte a conclusioni davvero interessanti.
L’origine della cannabis coltivata o addomesticata può essere fatta risalire all’Asia orientale, comprese alcune parti dell’odierna Cina. La scoperta sfida la ricerca precedente che affermava che la cannabis coltivata ha avuto origine in Asia centrale.
La scissione tra l’antica cannabis basale e la moderna cannabis coltivata è avvenuta circa 12mila anni fa, portando la ad essere una delle prime piante coltivate sulla terra
Queste prime colture di cannabis coltivata hanno formato gruppi genetici separati di canapa e cannabis psicoattiva circa 4mila anni fa.
Contrariamente a una visione ampiamente accettata, che associa l’Asia centrale all’origine di questo vegetale, 2i nostri risultati sono coerenti con una singola origine di domesticazione di C. sativa nell’Asia orientale, in linea con le prime testimonianze archeologiche. I risultati indicano anche che alcune delle attuali varietà autoctone e piante selvatiche cinesi rappresentano i discendenti più prossimi del pool genetico ancestrale da cui da allora sono derivate varietà autoctone e cultivar di canapa e cannabis”, sottolineano nello studio.
Date che coincidono con i primi ritrovamenti in Asia orientale di manufatti in fibra (Cina meridionale e Taiwan 12mila anni fa) e semi (Giappone, 10mila anni fa), che si diffuse verso ovest in Europa, secondo le prove archeologiche dell’età del bronzo. La fibra di canapa è una fonte popolare di abbigliamento, cibo e olio dopo un ritorno negli ultimi anni.
“Probabilmente, la cannabis antica era una coltura polivalente – fibra, cibo, medicina, ricreazione – fino a 4mila anni fa, quando ha iniziato a subire una forte selezione artificiale per la produzione di fibre o una maggiore sintesi di cannabinoidi”, dice Fumagalli.
Infatti, la coltivazione umana della cannabis ha avuto un effetto così forte sull’evoluzione genetica della cannabis che i ricercatori hanno suggerito che gli antenati selvatici puri della cannabis sativa si sono estinti.
A causa del moderno proibizionismo, secondo gli autori, è stato difficile tracciare le sue origini genetiche e la sua storia evolutiva.
Gli scienziati scrivono: “La coltivazione clandestina ha contribuito alle difficoltà di ricostruire la storia dell’addomesticamento della specie”. E questo studio fa un primo passo notevole nel tracciare le origini evolutive della cannabis moderna, soprattutto in un momento in cui molti legislatori stanno prendendo in considerazione la strada della legalizzazione. Le loro scoperte fanno luce sulla complessa storia dell’evoluzione della cannabis e della sua coltivazione, aiutandoci a capire come sia diventata la coltura più bistrattata e sotto i riflettori di sempre.
Anche se gli scienziati hanno trovato una divergenza genetica nell’espressione dei geni THC e CBD in tutti i ceppi di cannabis studiati, hanno anche trovato cinque campioni di canapa che contengono più complessità genetica di quanto si pensasse in precedenza.
I risultati evolutivi sfidano la tradizionale divisione legale tra canapa e cannabis psicoattiva, suggerendo che potrebbe essere più arbitraria che scientifica.
I ricercatori infatti affermano che: “Come tali, i risultati mettono in discussione, sia da un punto di vista biologico che funzionale, l’attuale categorizzazione binaria delle piante di Cannabis come ‘canapa’ o ‘marijuana’”.
Quindi, come suggeriscono i ricercatori, per risolvere l’attuale dibattito sulla cannabis, forse dobbiamo guardare ad un luogo inaspettato: il suo passato evolutivo.
Redazione di Canapaindustriale.it