Sequestri, processi e clima di terrore: dalla direttiva emanata dalla procura di Cagliari lo scorso 25 marzo, la situazione in Sardegna per i coltivatori di canapa si fa sempre più complessa. Ora il Movimento Canapicoltori Sardi, che comprende agricoltori e addetti al settore, organizza un sit-in presso il Palazzo del Consiglio Regionale Sardo, per chiedere “con estrema urgenza un incontro con i rappresentati politici e disinnescare la paradossale situazione venutasi a creare nel nostro territorio, con relativa escalation di sequestri e problemi di ordine sociale”.
“Il problema oggi ritorna più grave che mai, nessuno di noi può sapere quante denunce, processi, sequestri e persecuzioni sono necessarie per destare i nostri politici (rappresentanti delle istituzioni) e convincerli del fatto che in Sardegna abbiamo un grave problema da risolvere, ma anche le procure (rappresentanti della legge e della giustizia) che dispensano perquisizioni e procedimenti penali, incuranti dello stress emotivo ed economico a cui sottopongono decine di persone oneste”, viene sottolineato in un comunicato stampa che prosegue spiegando che: “Tanto zelo nel perseguitare chi, senza obbligo alcuno ha deciso di autosegnalarsi, gettando gravi macchie nelle loro fedina penale e nella loro tranquillità”.
Secondo il Movimento Canapicoltori Sardi: “La motivazione data è semplicistica e per loro banale, una pianta lecitamente coltivata, una volta tagliata diventa uno stupefacente. Meritevole di essere perseguita con gli strumenti previsti dal testo unico che disciplina la materia degli stupefacenti e sostanze psicotrope.
Inoltre, il presupposto base di qualsiasi filiera è quello di valorizzare ogni segmento, parte, prodotto e sottoprodotto di pianta, chiediamo quindi che venga tenuto ben a mente quando i tecnici, politici, forze dell’ordine incaricati si siederanno al tavolo per decidere come valorizzare la filiera della canapa”.
Di recente anche l’avvocato Lorenzo Simonetti è tornato sul tema, sottolineando che proprio ieri ha avuto due colloqui presso la procura sarda con due differenti procuratori su diversi temi critici. Innanzitutto il profilo dell’accertamento del THC, sottolineando che “ho rappresentato che non è possibile attendere mesi per le analisi e che, se questa è la situazione, procederemo con la valutazione dei danni che maturano per il trascorrere inutile del tempo in attesa di un risultato tossicologico che può essere fatto in 1 settimana”. Poi tema dell’associazione per delinquere ai sensi dell’articolo 74 Legge Stupefacenti: “Mi è stato riferito”, scrive l’avvocato, “che si valuterà di volta in volta. Ci tengo a precisare che coloro che intrattengono rapporti contrattuali con coltivatori sardi non incorrono in contestazioni penali”. Poi la questione del il contratto di destinazione della merce: “è un elemento che può trovare un giusto equilibrio tra agricoltore e Giustizia. Noi siamo contrari alla necessità di questo tipo di contratto, ma in questo grave momento dobbiamo essere realistici. Invito personalmente a non utilizzare i contratti di somministrazione copia e incolla che si trovano on line”. Infine il divieto di sbocciolatura: “un concetto giuridico che la Procura di Cagliari continua a travisare. In ordine a tale profilo continua la nostra battaglia nelle istanze di restituzione merce sequestrata e nei ricorsi”. Poi l’avvocato rimanda ad un aggiornamento a dopo il sit-in previsto per il 10 novembre a Cagliari.
Una situazione complessa, che il Movimento Canapicoltori Sardi intende affrontare con il sit-in e delle richieste precise alle istituzioni politiche coinvolte:
1. Si costituisca immediatamente un tavolo di concertazione tra Regione, Procure e nostri rappresentati, per disinnescare immediatamente l’escalation alla quale stiamo assistendo;
2. Attività di controllo obbligatorie e urgenti, con strumenti Regionali, per bloccare eventuali infiltrazioni criminali nel settore e garantire maggior tutela ai produttori;
3. Approvazione di una legge di settore;
4. Dettagliati disciplinari di produzione per l’ottenimento di marchi regionali di qualità;
5. Ricerca e sviluppo per il conseguimento di vantaggi competitivi;
6. Stimolare e facilitare l’aggregazione delle imprese;
7. Creare un evento fieristico, nella quale promuovere le produzioni Regionali e avere una posizione di eccellenza nel mercato europeo;
I coltivatori e gli addetti al settore sono pronti sin da subito a mettersi a disposizione in maniera attiva per il conseguimento dei risultati proposti, sicuri che con un approccio sinergico si possano rivalorizzare settori e zone sofferenti a causa delle troppe occasioni perse nel passato. Decine di imprenditori, oggi, si trovano a brancolare tra spese sostenute, rischi penali e un mercato nuovo e poco conosciuto: chiediamo che la Regione e tutte le istituzioni ci diano supporto. Noi siamo agricoltori, pastori, cerealicoltori, orticoltori, rivenditori, addetti ai lavori e anche potenziali disoccupati e pregiudicati.
Certi di non essere stati infondatamente polemici, confidando nella Vostra presenza, cogliamo l’occasione per invitarvi tutti alle manifestazione del 10 novembre a Cagliari.
Redazione di Canapaindustiale.it