Oggi più mai, le aziende dovrebbero utilizzare le proprie risorse non solo per una crescita economica ma anche per una crescita sociale e ambientale, che possa rispondere ad alcune delle grandi sfide globali che spingono la società a cercare strade alternative per un futuro sostenibile per tutti.
Non sono tante le aziende che in termini reali si adoperano in questo senso, ne esistono però alcune. Vi raccontiamo un’esperienza che ci sembra un buon esempio di ciò che un’azienda può fare.
È la scelta concreta di Enecta, che dal 2013 produce estratti di CBD a partire dalle proprie coltivazioni in Italia. Si tratta di un’azienda che ha scelto di muoversi nella direzione dell’etica responsabile e lavora anche per rispondere positivamente alle problematiche ambientali e sociali del nostro tempo.
Il modello produttivo di Enecta è un modello inclusivo, ispirato ai principi della Global Compact delle Nazioni Unite per la responsabilità sociale d’impresa e ad alcuni dei punti dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile.
Specificatamente l’azienda ha scelto di:
– investire in aree economicamente svantaggiate, coltivando i propri campi a Castelvecchio Subequo, un comune di 958 abitanti in Abruzzo, una regione con un PIL pro-capite inferiore del 15% rispetto alla media nazionale. Queste coltivazioni, insieme agli impianti e ai laboratori che sono stati costruiti per le fasi successive di lavorazione, hanno creato diversi posti di lavoro in un luogo in cui purtroppo circa il 30% della popolazione è a rischio povertà ed esclusione sociale e un terzo dei giovani è disoccupato e non ha prospettive lavorative.
– A Castelvecchio, l’azienda ha cercato di creare una vera e propria comunità, finanziando e organizzando progetti ricreativi e culturali per offrire alle persone la possibilità di formarsi, allargare i propri orizzonti e la propria rete sociale.
– Sempre in Abruzzo, in collaborazione con un centro di accoglienza di Sulmona, l’azienda ha creato un progetto di integrazione per i richiedenti asilo. Il progetto ha dato lavoro a quattro ragazzi, tutti richiedenti asilo per motivi umanitari. Uno tra questi quattro, continua a lavorare con Enecta. Questa persona esiste per davvero, si chiama Sekou, ha una casa, un buon contratto di lavoro e delle prospettive, che non avrebbe immaginato di avere.
Il modello inclusivo di Enecta è riuscito a trasformare sia la pianta di cannabis che la gestione interna dell’intera filiera produttiva, che è una delle unicità dell’azienda, in un’occasione per generare occasioni e prospettive concrete per chi non ne aveva più.
Sono tanti i modi in cui un’azienda può contribuire alla lotta alle disuguaglianze. Spesso si tratta di azioni semplici e locali, che messe tutte insieme, possono fare la differenza diventando globali.
“Il nostro modello inclusivo è la nostra risposta a un modello produttivo iper-consumistico non più sostenibile, che ha portato conseguenze disastrose, visibili a chiunque voglia vedere”, spiegano infatti dall’azienda. Perché oggi più che mai, in un mondo globalizzato e interconnesso, è indispensabile che le aziende siano socialmente responsabili e propongano attivamente non solo un prodotto, ma anche un’etica e un modello positivo.
Redazione di Canapaindustriale.it