Le piantine di canapa piantate nell’orto sociale dei Giardini Luzzati, spazio pubblico gestito collettivamente e di libero accesso presente a Genova, non sono durate nemmeno 24 ore, scatenando una polemica che fa ben capire i livello di ignoranza che ancora circonda questa pianta, anche a livello istituzionale.
Il senso dell’iniziativa, spiegato da Paola Olivieri che aveva curato l’allestimento, era quello di “iniziare un percorso educativo a partire dai ragazzi per arrivare agli adulti che hanno tantissime obiezioni al riguardo nonostante si stia parlando di una piante legale al cento per cento”.
Un’iniziativa lodevole, soprattutto in un momento storico in cui la canapa, a livello internazionale, si sta affermando come un vegetale multiuso, una risorsa imprescindibile per affrontare la crisi climatica e quella energetica, con doti che si inseriscono perfettamente nei meccanismi dell’agricoltura rigenerativa, dell’economia circolare e di una nuova economia sostenibile. Purtroppo non è stata possibile per l’intervento dei consiglieri comunali della Lega, come raccontato da Genova Today.
“Stiamo parlando di un posto frequentato anche da bambini e riteniamo che venga trasmesso un messaggio molto pericoloso, alla faccia di decine di milioni di euro dei contribuenti che ogni anno lo Stato spende in comunicazione contro le droghe. È inaccettabile trovarla nella aiuole pubbliche dell’orto sociale dei Giardini Luzzati, anche se si tratta di un tipo di canapa legale. Chiediamo con forza che la pianta venga rimossa, non vedendo alcun scopo di crescita informativa e culturale nell’averla piantata in uno spazio pubblico”.
Cosa replicare? Che la canapa non è una droga ma una risorsa imprescindibile per il futuro? Che invece che insistere con posizioni anacronistiche basate solo su pregiudizi sarebbe meglio raccontare ai giovani le potenzialità di un vegetale sul quale si basava gran parte dell’agricoltura italiana dell’800 e della prima metà del ‘900?
Ci ha pensato Marco Montoli, presidente di Ce.Sto, la cooperativa che gestisce l’orto pubblico, che ha accettato di farle togliere a patto che si apra una discussione sul tema. “Le discusse piantine da qui a qualche giorno traslocheranno, la scelta di esporle consisteva proprio nel sottolineare come intorno a questa pianta-tabù, progressivamente demonizzata dalla nostra società, sia il caso di aprire un dibattito serio e costruttivo“, ha appunto sottolineato.
“Innanzitutto, la canapa è una pianta. Una pianta che nei secoli è stata utilizzata proprio e soprattutto dai genovesi per la produzione del cordame e delle vele dei leggendari vascelli che solcavano le rotte di tutto il mondo. Un utilizzo questo, caduto in disuso nel tempo, ma di grande attualità se consideriamo la portata ecologica di questo prodotto rispetto a quelli più diffusi. La cannabis è poi anche utilizzata in medicina e numerose terapie oggi ne fanno ricorso con grande beneficio dei/delle pazienti. Addirittura, i medici del Gaslini lamentano la scarsità di questo prodotto per poter garantire le cure necessarie ai più piccoli. Ha proprio senso demonizzare la cannabis?”.
Ce lo chiediamo anche noi, ma soprattutto lo chiediamo ai consiglieri della Lega.
Mario Catania