Fibra di canapa per stampare case in 3D: la nuova rivoluzione del settore edile arriva dalla Pennsylvania, dove una ditta di costruzioni sta lavorando per la ricerca e lo sviluppo di questa tecnologia. Ecco tutti i dettagli.
La Black Buffalo 3D Corporation è un fornitore globale di stampanti 3D usate principalmente nel settore edile che è nato con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza, l’efficienza e l’utilità della produzione additiva nel settore delle costruzioni, ossia il processo industriale usato per fabbricare oggetti ed edifici partendo da modelli 3D computerizzati. Attualmente, la società può stampare moduli alti fino a oltre 8 metri d’altezza, con modelli base che in media superano i 65 metri quadri, ma con possibilità di raddoppiare l’ampiezza delle strutture.
Ora, la Black Buffalo 3D vuole rivoluzionare il mercato proponendo un materiale composto in parte di fibra di canapa e che si pone come più forte e resistente rispetto a quello attualmente utilizzato e al comune calcestruzzo; la canapa, inoltre, non sarà una componente utile solo dal punto di vista strutturale, ma anche dal punto di vista ambientale, in quanto più sostenibile. “Avremmo potuto scegliere tanti altri materiali, ma sembra che la canapa sia il più green e il più facile da coltivare”, ha affermato Peter Cooperman, portavoce di Black Buffalo 3D.
La società svilupperà il nuovo prodotto su scala industriale concentrando la produzione in un sito a Smithfield Township, nella contea di Monroe, in Pennsylvania. L’azienda sarà affiancata dalla National Hemp Association, che condurrà ricerche in circa 20-25 acri (dei 106 a disposizione) per promuovere il ruolo della canapa nel settore delle costruzioni. Il progetto si svilupperà quindi parallelamente a quello annunciato in Australia.
L’investimento di Black Buffalo per la realizzazione del progetto, in termini di fornitura di canapa, è uno dei più grandi mai fatti in Pennsylvania fino a oggi: 36 milioni di dollari per 71 nuovi posti di lavoro entro tre anni dall’avvio del progetto; almeno secondo le stime del Department of Community and Economic Development. La stessa agenzia, inoltre, ha acconsentito a un prestito di 2,4 milioni di dollari e a 426 mila dollari di sovvenzioni come incentivo per l’espansione.
Su queste basi, il complesso di Black Buffalo 3D in Pennsylvania potrebbe diventare una sorta di “business park” della canapa, oltre che un punto di riferimento e uno dei progetti più innovativi del settore. Insieme al centro di produzione, infatti, l’azienda ha previsto anche un centro di formazione e la realizzazione di un centro di ricerca destinato alla Hemp Innovations Foundation che punta a collaborare con le scuole locali fornendo anche alloggi a prezzi accessibili.
A questo si aggiunge il coinvolgimento della filiera della canapa e, in particolare, dei produttori di fibra di canapa con qualità specifiche e adatte a mantenere l’integrità strutturale oltre che la scorrevolezza dell’inchiostro attraverso la stampante 3D. In questo contesto, l’azienda ha sottolineato l’interesse e l’importanza di collaborare con produttori locali, con il coinvolgimento della National Hemp Association.
“L’industria della stampa 3D è solo agli inizi, ma presto potremmo assistere a un vero e proprio boom del settore e siamo certi che, non appena il prodotto sarà completo, ci sarà un incremento notevole della domanda”, ha continuato Cooperman all’annuncio del progetto. La previsione è stata confermata dalle richieste arrivate dopo l’annuncio ai media, che hanno superato il centinaio a meno di un’ora dal lancio della notizia.
“L’investimento della Black Buffalo 3D è solo l’inizio dell’utilizzo della canapa nel settore edile”, ha affermato Geoff Whaling, Presidente del consiglio di amministrazione della National Hemp Association. “La fibra di canapa, infatti, ha un enorme potenziale come materiale per l’isolamento domestico, come additivo nelle riparazioni su strada e come combustibile, tanto che potrebbe ridurre l’uso del combustibile fossile”.
Attualmente, inoltre, la produzione di cemento è responsabile dell’8% di emissioni globali di anidride carbonica. Con l’utilizzo della canapa questa percentuale potrebbe scendere drasticamente, soprattutto se unita alla calce, come suggerito dalla stessa Black Buffalo 3D.
Un esperimento simile era stato tentato anche in Italia nel 2015 con i ragazzi di WASP che dalla provincia di Ravenna inseguono il sogno di dare una casa a chiunque ne abbia bisogno.
Altro progetto è quello dell’azienda australiana Mirreco, che punta a realizzare case stampate in 3D a partire dai pannelli di canapa studiati appositamente per questo compito.
Ma non è tutto, perché l’accoppiata canapa e stampa 3D è già stata esplorata per la creazione di scarpe e skateboard, come potete leggere in questo nostro articolo.
Senza dimenticare il lavoro fatto in Italia da Kanèsis, start up siciliana che ha creato diversi filamenti per la stampa 3D, dei quali due a partire proprio dalla canapa.
Martina Sgorlon