La prima genetica di canapa ad alti livelli di CBG (cannabigerolo) ammessa nel catalogo europeo delle varietà certificate si chiama Enectarol ed è stata messa a punto da Enecta, azienda italo-olandese dedita alla produzione di CBD.
Un risultato da non sottovalutare che ora apre nuove opportunità per tutti i coltivatori europei. Non bisogna dimenticare che di recente il CBG è stato approvato in Europa come ingrediente per la cosmetica, venendo aggiunto al CosIng, l’elenco degli ingredienti ammessi, a metà del 2021.
Per capire meglio come sia andato il processo di registrazione della nuova varietà, ne abbiamo parlato con Jacopo Paolini, cofondatore di Enecta.
Avete concluso la registrazione della prima varietà ad alti livelli di CBD nel catalogo europeo. E’ stato complesso?
E’ la prima varietà che è stata iscritta e si chiama Enectarol, che è una varietà con predominanza di CBG. Parlando di prodotto per biomassa la pianta sviluppa circa il 6% di CBG, dipende da come viene coltivata e da quando viene piantata, e il THC intorno allo 0,1%. L’abbiamo provata in campo l’anno scorso e siamo riusciti ad ottenere circa 1,5 tonnellate per ettaro, mettendo 7mila piante per sesto d’impianto. La registrazione è cominciata nel 2019, in Olanda, perché in Italia è molto complesso. Abbiamo fatto un anno di Dus, periodo durante il quale si verifica che non ce ne siano altre simili, e due anni di Vcu, durante i quali la pianta viene messa in campo aperto e si valuta lo sviluppo, la resa in termini di fibra e di fiore, che sia uniforme e i livelli di THC sempre sotto lo 0,2%.
Il passaggio successivo qual è stato?
Nel febbraio 2022 siamo stati autorizzati ad essere iscritti nel catalogo nazionale olandese, che automaticamente comporta l’iscrizione al registro europeo, e la varietà è stata iscritta nel catalogo europeo delle varietà certificate ed è pronta per essere commercializzata.
Avete in programma di registrare anche altre varietà?
Insieme ad Enectarol abbiamo registrato anche Enectaliana che è una varietà con alti livelli di CBD e Carmaenecta che invece è una varietà per fibra. Stiamo aspettando le risposte che dovrebbero arrivare entro la fine dell’estate.
Perché in Italia è più complesso registrare le varietà rispetto all’Olanda?
In Olanda per registrare nuove varietà di canapa basta l’autorizzazione del ministero dell’Agricoltura. Ci siamo rapportati direttamente con loro e con l’ente di riferimento che si chiama Nak. In Italia, per effetto della legge antidroga devi avere a che fare con il ministero dell’Agricoltura, tramite il Crea, e poi con il ministero della Salute, sezione stupefacenti. Abbiamo fatto richiesta: mentre per Crea non c’erano problemi, dal ministero della Salute non abbiamo mai avuto risposta.
Un problema non da poco, visto che per lo sviluppo della canapa italiana la creazione di nuove genetiche dovrebbe essere alla base, no?
Sì, e poi parliamo di genetiche con THC controllato sotto allo 0,2%, che permettono agli agricoltori di lavorare seguendo le norme.
La varietà da fibra è stata sviluppata perché state guardando anche al mercato della fibra, o semplicemente perché ritenete che sia una varietà utile a livello europeo?
Per entrambi i motivi. Il nostro business principale sono gli estratti ed è per questo che abbiamo registrato Enctarol e Enectaliana: vogliamo che i nostri estratti siano realizzati a partire dalle nostre genetiche, per standardizzare il profilo terpenico, il colore e il sapore. Da qualche anno guardiamo anche al mercato della fibra, che in Europa, nonostante manchino ancora i sistemi di trasformazione, prima o poi esploderà, sia per il settore tessile, per il quale la materia prima arriva dalla Cina, e anche per quello dell’edilizia.
Intanto sta per partire la nuova edizione di Reezo Academy con il corso formativo sulla canapa, siete rimasti soddisfatti dall’edizione dell’anno scorso?
Io e Marco (Cappiello, cofondatore di Enecta, nda) siamo autodidatti, abbiamo iniziato nel 2012 imparando, sbagliando e trovando soluzioni. Siamo stati onorati di aver contribuito al progetto Reezo Academy. Con questo corso cerchiamo di dare la possibilità ai ragazzi di imparare, cercando di evitare di fare gli errori che abbiamo fatto noi. Parlare con loro e vedere che sono ragazzi che amano la pianta nella sua interezza e la conoscono a livello botanico, e che hanno presentato progetti a livello di fitorimediazione o a livello energetico, mi fa ben sperare per il futuro e ci ha fatto sentire orgogliosi per aver avuto la possibilità di investire sulle prossime generazioni. E’ un po’ come piantare un seme e prendersene cura.
Mario Catania