“La canapa non è un nuovo alimento”, è il cuore della nuova sentenza in Polonia che può essere un nuovo punto di partenza per tutta l’Europa.
Tutto ha inizio quando l’azienda Kombinat Konopny ha lanciato sul mercato le proprie capsule di canapa con CBD chiamate “Zioła na Dobry Nastrój” (“Erbe per il buon umore”) ricevendo una lettera istituzionale che ne avrebbe voluto proibire la vendita.
“Sulla base della nostra esperienza”, raccontano, “abbiamo presentato una denuncia in tribunale. La prima udienza si è conclusa, purtroppo in modo tipico e scandaloso, con la dimostrazione che i funzionari avevano ragione, al punto che la “motivazione del verdetto” comprendeva persino ampi frammenti di formulazioni GIS copiate (compresi i refusi!)”. Il GIS, a cui fanno riferimento, è l’ispettorato sanitario del paese.
“Non ci siamo arresi e abbiamo fatto ricorso alla Corte Amministrativa Suprema, che ci ha dato ragione, ordinando che il caso fosse riesaminato da un tribunale inferiore”.
A questo punto è arrivato il verdetto che, secondo l’azienda, “è probabilmente il primo caso in Polonia (o addirittura in Europa!) in cui il tribunale non si è limitato a ripetere pedissequamente la posizione dell’autorità, ma ha esaminato il caso nel merito ed è giunto all’unica conclusione che poteva essere accettata su base razionale: la canapa non è un nuovo alimento. La decisione apre la strada al nostro “contrattacco”: i funzionari che hanno consapevolmente commesso frodi, occultamenti e false dichiarazioni saranno ora ritenuti personalmente responsabili da noi”.
Per capire meglio la portata di questa sentenza, ne abbiamo parlato con l’avvocato Giacomo Bulleri, a partire dal procedimento, per ora arenato in Europa, mentre procede in UK, che vede l’inserimento dei prodotti alimentari contenenti CBD proprio all’interno del catalogo dei Novel food, gli alimenti “nuovi”, e quindi quelli non consumati in modo massivo prima del regolamento CE 258 del 1997.
“Nell’ultimo aggiornamento del catalogo Novel Food di un paio di anni fa, che non è vincolante però è quello al quale si attengono gli stati membri, si dice che solo semi della canapa e derivati sono “traditional food”. Lasciando quindi fuori fiori e foglie, oltre alla questione dei cannabinoidi. Però già in alcuni paesi coma Austria e Croazia la foglia è ammessa: in Austria le foglie sono già nella lista dei tè. E’ possibile quindi che uno stato membro interpreti diversamente la questione perché si entra nella normativa nazionale”.
Ma questa sentenza può avere ripercussioni sulle decisioni della Commissione europea?
“Me lo auguro, perché per il CBD, vista che c’è un farmaco registrato, condivido la posizione dell’Efsa secondo la quale ci vogliono nuovi studi tossicologici. Ma sulle parti di pianta come fiori e foglie, sono d’accordo con l’impostazione polacca e mi auguro che sia un grimaldello per sbloccare anche il resto, perché qui l’equivoco nasce dall’interpretazione della normativa della Convezione unica sugli stupefacenti, sulla quale la Corte di Giustizia europea si è già espressa. La canapa, come pianta, è un prodotto agricolo, la valutazione della sicurezza, va fatta sul singolo prodotto finale”.
Mario Catania