“Siamo molto soddisfatti del risultato. Finalmente abbiamo l’occasione di chiarire di fronte ai giudici la questione della canapa”, affermano gli avvocati Bulleri e il prof. Botto dello studio Legance che seguono il ricorso. “All’udienza di questa mattina il Tar ha rinviato il procedimento al 25.01.2023 emettendo ordinanza nei confronti dei Ministeri per la produzione dei documenti su cui hanno fondato la propria istruttoria per l’adozione del Decreto” conclude Bulleri. Il TAR chiede al Ministero della Salute quale sia la documentrazione scientifica a supporto della propria decisione. Nel caso in cui tale documentazione risultasse fallace e quindi si basasse sul solo principio di precauzione, la giustizia amministrativa annullerebbe immediatamente le disposizioni in questione perché in contrasto anche con la normativa europea.
Questo, attualmente, lo sviluppo del ricorso al Tar lanciato da Canapa Sativa Italia appoggiata subito dalle associazioni Sardinia Cannabis e Resilienza Italia Onlus e successivamente anche da Federcanapa. “Inserire le foglie e le infiorescenze non stupefacenti della Canapa Industriale sotto la legge 309/90, quindi la normativa sulle sostanze stupefacenti ci sembra assurdo” sottolinea Mattia Cusani, rappresentante istituzionale di Canapa Sativa Italia che ricorda “il lancio della raccolta fondi per fare ricorso e impugnare tale disposizione presso le sedi opportune”.
Secondo il comunicato dell’associazione infatti: “Le disposizioni contenute nel recente decreto officinali, non trattando l’intera pianta di canapa, potrebbero essere un’evidente restrizione dell’organizzazione del mercato comune: la prima parte del comma 4 del decreto potrebbe far sì che la coltivazione e prima trasformazione dell’intera pianta, già data per assodata in diversi paesi europei e non, possa essere limitata in Italia alla sola industria farmaceutica, obbligando commercianti e produttori italiani a importare dall’estero. Inoltre queste disposizioni, inserendo la canapa tra gli stupefacenti, potrebbero tradursi in diverse e costose operazioni e sequestri con lunghi processi che andrebbero comunque in assoluzione, perché si tratta di fiori e foglie senza alcun effetto stupefacente. Inutili costi per lo Stato e per gli imprenditori”.
“Eravamo certi dell’accoglimento del ricorso. Le disposizioni sulla canapa contenute nel decreto officinali sono in evidente contrasto con più fonti anche di rango superiore: con la legge 242 del 2016, con la Single Convention Europea oltre che con le recenti sentenze della Corte Europea. Si rischia di penalizzare gli operatori italiani. L’udienza di ieri è una vittoria, ma c’è ancora lavoro da fare: la raccolta fondi per il ricorso e per gli studi a supporto non si è ancora conclusa. Ringraziamo gli operatori e le associazioni che hanno già contribuito e ricordiamo a tutti gli interessati che possono partecipare come privati o con la propria azienda all’iniziativa tramite una donazione libera a mezzo bonifico al conto intestato agli avvocati, creato ad hoc per il ricorso. Un intervento mirato a salvaguardare gli operatori attivi e operanti nella filiera della canapa: lavorando con la pianta nella sua interezza nel rispetto della normativa comunitaria e italiana, non dovrebbero subire alcun tipo di limitazioni nell’ambito delle loro attività.” conclude Mattia Cusani.
Redazione di Canapaindustriale.it