La speranza di contrastare con successo lo sviluppo dell’oidio, arriva da un gene identificato in una particolare varietà di canapa.
L’oidio, conosciuto anche come “mal bianco”, è un fungo diffuso in tutto il mondo che attacca tutti i tessuti vegetali, comprese foglie e infiorescenze.
si sviluppa soprattutto in presenza di condizioni climatiche umide, mediamente calde e in caso di scarsa aerazione. La malattia si manifesta con una infiorescenza del micelio (fungo), riscontrabile come pulviscolo biancastro con parziale decolorazione della foglia. In corrispondenza di queste zone la foglia prima ingiallisce, poi si necrotizza (diventa secca); talvolta l’oidio si può manifestare con piccole perforazioni circolari.
Colpisce molte specie di piante diverse, tra le quali anche la canapa, ed è una patologia difficile da combattere, vista la resistenza del fungo ai trattamenti sia chimici che biologici.
Per quanto riguarda la canapa l’oidio colpisce le foglie, rendendo più difficile la fotosintesi e facendo quindi diminuire il vigore e la crescita delle piante, oltre ai fiori, riducendo il raccolto e abbassandone il valore sul mercato.
Fino ad oggi è stato combattuto a livello preventivo o ai primi livelli di sviluppo, perché in fase più avanzata c’è già un danno il cui contenimento risulta difficoltoso. Ma una nuova ricerca scientifica ha identificato una nuova possibilità.
I ricercatori della Cornell University hanno scoperto un gene nella canapa per la resistenza all’oidio, offrendo alla nascente industria un nuovo strumento per combattere una delle malattie più diffuse che colpiscono la produzione. L’articolo “Mappatura genetica, identificazione e caratterizzazione di un gene di suscettibilità candidato per l’oidio nella Cannabis Sativa L.” è stato pubblicato di recente su Molecular Plant-Microbe Interactions.
Il gruppo di ricerca ha identificato una cultivar di canapa che era costantemente resistente all’oidio sia nelle infezioni naturali nelle prove sul campo che nelle inoculazioni controllate nelle camere di crescita.
“Abbiamo sequenziato il genoma della linea resistente e l’abbiamo confrontato con le linee sensibili e abbiamo trovato una mutazione genetica che è altamente probabile che sia responsabile della resistenza”, ha detto Stack. “Ora disponiamo di marcatori molecolari in grado di identificare quel gene per la resistenza e che possono essere utilizzati per la selezione delle linee di allevamento.”
I ricercatori possono ora effettuare incroci per trasferire il gene della resistenza in altre linee – per CBD, cereali o fibre – e utilizzare i marcatori molecolari per individuare piantine resistenti senza dover far crescere le piante fino alla maturità. Se legale, i selezionatori potrebbero anche introdurre il gene in linee ad alto contenuto di THC per produrre cultivar resistenti all’oidio.
“Stiamo continuando a cercare di identificare più geni di resistenza all’oidio e a caratterizzare le interazioni tra il gene che abbiamo identificato e altri potenziali fattori di resistenza genetica al fine di massimizzare la resistenza genetica”, ha affermato Larry Smart, coltivatore di piante e professore presso la School of Integrative Plant Sciences del College of Agriculture and Life Sciences (CALS), prima di concludere sottolineando che: “Questa scoperta rappresenta un grande passo avanti nella selezione di cultivar resistenti all’oidio. L’identificazione della resistenza si tradurrà in una migliore produzione e qualità complessiva del raccolto”.
Redazione di Canapaindustriale.it