Lavorare la pelle senza utilizzare i metalli pesanti: un progetto che una conceria è riuscita a realizzare grazie ai semi di canapa.
La storia arriva da Santa Croce sull’Arno, territorio che ospita uno dei più grandi distretti conciari di tutta Europa, dove la canapa, una volta di più, può contribuire a rendere l’industria più sostenibile.
Il progetto, denominato Canapol, è stato portato avanti dall’azienda Workem e dopo due anni di sperimentazione ha già ottenuto due prestigiose certificazioni del settore: TUV e ZDHC Level 3.
“L’idea”, racconta il titolare dell’azienda Giacomo Monteverde alla testata di settore La Conceria, “è nata quasi per scherzo, ma grazie a un’intuizione di mio padre abbiamo trovato la formula giusta affinché potessimo creare un conciante naturale ricavato dagli estratti della canapa. Andiamo a impiegare canapa da fitodepurazione, che viene piantata nei terreni inquinati per “ripulirli”. Noi usiamo la parte che ci interessa (i semi), mentre la componente fibrosa è destinata all’edilizia e alle cartiere. Ne deriva un conciante biobased, mentre quel terreno versa in condizioni migliori. Senza contare un altro aspetto molto importante. Cioè, l’abbattimento totale di metalli pesanti nel ciclo produttivo e l’incremento della biodegradabilità degli scarti reflui e del pellame finito”.
Il passo successivo sarà quello di commercializzare il prodotto, visto che l’idea innovativa ha già attirato le attenzioni di diversi brand internazionali.
“Più che una linea di prodotti – conclude Giacomo Monteverde -, nel nostro piccolo possiamo dire di aver creato una nuova linea di pensiero. Chi usa i nostri concianti naturali non deve snaturare il proprio processo produttivo. Anzi: ne trae beneficio”.
Redazione di Canapaindustriale.it